Nuova Caledonia, un angolo di paradiso di Patrizia Magi il 31 Mar 2020 Sommario Maré, Lifou, Tiga e Ouvéa le isole della LealtàNuova Caledonia la storiaLa capitale della Nuova Caledonia è NouméaL’isola di Maré, selvaggia e incontaminataLifou, l’isola dai mille voltiOuvéa, l’isola più vicina al paradisoNotizie UtiliCome arrivareDocumentiNuova Caledonia Fuso orario, lingua, valutaNuova Caledonia ClimaNuova Caledonia ResortPorti turistici e Charter in Nuova Caledonia Maré, Lifou, Tiga e Ouvéa le isole della Lealtà La Nuova Caledonia è un arcipelago composto da quattro deliziose isole coralline – Maré, Lifou, Tiga e Ouvéa – più una manciata di isolotti. Si allunga al largo della costa orientale di Grande Terre, l’isola principale della Nuova Caledonia, territorio francese d’oltremare, al quale appartengono. Un vero eden nel cuore del Pacifico. L’isola di Grande Terre (400 x 50-70 km), la maggiore dell’arcipelago della Nuova Caledonia, è situata nell’emisfero australe, 800 miglia a Est delle coste australiane. La circonda una barriera corallina incontaminata, lunga circa 860 miglia, che racchiude una magnifica laguna quasi interamente navigabile di 24.000 chilometri quadrati, dei quali 15.700 – suddivisi in sei siti – inseriti nel 2008 nella World Heritage List Unesco. Appartengono alla Nuova Caledonia anche la splendida Isola dei Pini, le Isole Belep, il lontano e disabitato arcipelago di Chesterfield e le Isole della Lealtà, che si allungano da Nord-Ovest a Sud-Est per 54 miglia parallelamente alla costa orientale di Grande Terre, da cui sono separate da un profondo canale largo da 40 a 50 miglia. Maré, la Baie de Pede (Foto di Daniel Mavier/DIL/NCTPS) Nuova Caledonia la storia Abitata già più di 3000 anni fa da Melanesiani antenati dei kanak, Grande Terre fu scoperta nel 1774 dal navigatore britannico James Cook, che la battezzò “Nuova Caledonia” per la somiglianza che aveva riscontrato tra i rilievi montuosi dell’isola con quelli del suo paese natale, la Scozia (Caledonia per gli antichi romani). Neanche un secolo dopo, il 24 settembre 1853, l’ammiraglio Fébvrier Despointes prese possesso ufficialmente dell’isola in nome della Francia che dal 1864 al 1897 la utilizzò come bagno penale. Nel 1946 è diventata un territorio francese d’oltremare che oggi conta circa 280.000 abitanti – dei quali due terzi risiedono a Nouméa – tra kanak, caldoches (i discendenti dei detenuti della colonia penale), métro (nati nella Francia metropolitana e stabilitisi qui), polinesiani e immigrati di origine asiatica. La capitale della Nuova Caledonia è Nouméa Adagiata lungo la costa sud-occidentale di Grande Terre su una penisola costellata da profonde insenature – come Baie des Citrons e Baie de l’Anse Vata, punteggiate di spiagge, ristoranti, caffè e boutique per lo shopping –, Nouméa, fondata nel 1854, è la capitale amministrativa e il centro abitato più popolato della Nuova Caledonia. La capitale Noumea, con in primo piano i porti turistici di Port Moselle e Port du Sud Marina, sullo sfondo Baie des Citrons e Baie de l’Anse Vata (Foto di M. Dosdane/NCTPS). Si trovano qui i due maggiori porti turistici del Paese – Port Moselle e Port du Sud Marina – cui fanno capo le varie società di charter nautico. La città, di stampo europeo, è piacevole da visitare a partire dal centro storico che ruota intorno a Place des Cocotiers e dall’interessante Musée de la Ville, dedicato alla storia della Nuova Caledonia e all’industria del nichel (l’isola, ricca di questo minerale – che incominciò ad essere estratto nel 1894 – è uno dei principali produttori al mondo). Si passa poi al bellissimo Aquarium des Lagons Nouvelle Calédonie, rinomato per la grande varietà di coralli e pesci del Pacifico, per finire con l’imperdibile Centre Culturel Jean-Marie Tjibaou, dieci padiglioni a pianta circolare – alti dai 20 ai 28 metri e con un’area da 55 a 140 mq – collegati da un passaggio coperto, che si ispirano alla Grande Case, la capanna conica, cuore dei tribu (villaggi) della Nuova Caledonia e abitazione del capoclan. Il complesso, intitolato al leader indipendentista della comunità nativa kanak, morto per un attentato nel 1989, fu costruito alla fine degli anni ‘90 su progetto dell’architetto Renzo Piano. Ne è il fulcro una mostra permanente dedicata a cultura, arte contemporanea e tradizioni del popolo kanak, il quale costituisce il 94 per cento degli abitanti delle Isole della Lealtà, meta della crociera. L’isola di Maré, selvaggia e incontaminata Partiti da Nouméa si naviga nella laguna meridionale dell’isola di Grande Terre per attraversare l’Havanna Pass, il passaggio che si apre nella barriera corallina orientale, e fare rotta su Maré (641 kmq), l’isola più meridionale dell’arcipelago della Lealtà, situata 65 miglia a Nord-Est. Dal punto di vista geologico è un antico atollo rialzato dalle forze tettoniche, che raggiunge i 130 metri di altezza sulla costa meridionale. Lungo il suo frastagliato profilo, audaci scogliere si tuffano in lagune turchesi incastonando calette di sabbia finissima e ampie baie con lunghe spiagge e boschi di palme da cocco, mentre il cuore pianeggiante dell’isola, che corrisponde all’antica laguna, ricoperto di foreste, è intarsiato da suggestive grotte e iridescenti piscine naturali scavate nel calcare dove l’acqua si ammanta di tonalità uniche di blu e turchese. Plage de Luengoni, una delle più belle spiagge di Lifou (P.Dancel/NCTPS). Un patrimonio naturale di cui gli abitanti del luogo, i kanak – che, suddivisi in 29 tribù governate da un capo, vivono di pesca e agricoltura in sonnacchiosi villaggi di capanne e casette di corallo sparsi per l’isola – hanno un profondo rispetto e tutelano (sull’isola niente resort di lusso: chi vuole soggiornarvi dispone solo di qualche modesto albergo o guest house). Il primo approdo, al centro della costa occidentale, è nella Baie de Tadine, che ospita il paesino principale dove trovare l’essenziale (ossia alcuni negozi, farmacia, distributore di carburante e poco più) oltre a un porto ben protetto, ottimo punto di partenza per andare alla scoperta dell’isola. Si inizia dalla costa sud-occidentale, vero concentrato di meraviglie. A poche miglia, si può dare fondo nella Baie de Pede per uno snorkeling d’eccezione intorno Cap Wabao e per una passeggiata lungo “Le sentier des plages”, che dalla spiaggia di Pede, soffice fettuccia di sabbia candida, si snoda per 4 chilometri tra boschi di palme e svettanti alberi di Araucaria Columnaris portando a lidi solitari – come la magnifica spiaggia di Yedjele – lambiti dalle acque cristalline di una laguna piena di pesci, punteggiata di formazioni coralline e interamente protetta dal reef. Un paio di chilometri a Nord, vicino alla costa, si può invece ammirare l’Aquarium Naturel, una grande piscina naturale collegata all’oceano da un canale sotterraneo diventata il rifugio di pesciolini tropicali e tartarughe marine. Ripreso il largo, si fanno notare a sinistra le favolose Terrasses de Shabadran (raggiungibili solo dall’entroterra con una camminata a/r di cinque ore), una spiaggia arcuata tra la costa rocciosa ricoperta di fitte foreste e un gruppo di scogli piatti dilavati da onde spumeggianti che ricadono sulla piccola laguna d’acqua turchese che la lambisce. Doppiato Cap Boyer si prosegue lungo la costa orientale che non offre riparo fino a Cap Koster, da cui inizia l’ampio arco della Baie de l’Allier lungo il quale si incontrano il Saut du Guerrier – una gola a strapiombo sul mare alta circa 30 metri e larga 7, che secondo la leggenda un guerriero di Wakone superò con un balzo, mentre i nemici che lo inseguivano finirono in acqua – e il pittoresco villaggio di La Roche, dove visitare il Centre Culturel Yeiwene Yeiwene, custode della cultura e dei costumi locali, e fare una capatina al vivace mercato che si tiene un paio di volte a settimana, buona occasione per incontrare la socievole popolazione locale, acquistare frutta esotica e assaggiare il bougna, il piatto tradizionale della cucina kanak che consiste in un mix di tuberi, pesci, crostacei o pollo, marinati con latte di cocco, avvolti in foglie di banano e cotti a fuoco lento su pietre calde. L’interno della Baie de l’Allier è punteggiata da belle spiagge ma non offre ridossi. Al contrario, lungo la costa settentrionale si può dar fondo nella laguna riparata di Cap Roussin, contornato da spiagge di sabbia bianca, palme da cocco e nessuno nelle vicinanze, o più avanti nella Baie du Nord nelle acque prospicenti il villaggio tribale di Roh, dove gli abitanti sono specializzati nella pesca di profondità al wajuyu, (il dentice di Maré), cui a novembre è dedicata anche una festa con musica, danze e degustazioni. Lifou, l’isola dai mille volti Quarantacinque miglia a Nord-Ovest di Maré, si allunga l’isola di Lifou (1100 kmq), la più grande dell’arcipelago. Lungo la rotta per raggiungerla si può notare a dritta l’isoletta di Tiga (circa 10 kmq) dallo skyline tondeggiante, dove, oltre all’aeroporto per voli nazionali, c’è solo un solo piccolo villaggio abitato dai kanak dove si vive una vita semplice nel rispetto delle antiche tradizioni. Lifou, Baie de Jinek, Riserva naturale (Foto di Eyefly/NCTPS). Lifou – un altro atollo rialzato – appare al largo come una lineare fettuccia verde, che più da vicino rivela una grande varietà di ameni paesaggi. Lascia basiti la Baie de Luengoni, prima tappa sulla costa sud-orientale, dove si può ancorare nella laguna turchese – perfetta per lo snorkeling – davanti a una delle spiagge più belle dell’isola, frequentata dalle tartarughe marine e con alcune grotte calcaree nelle vicinanze – “Les Joyaux” – che si sviluppano anche sottoterra ospitando suggestivi laghetti di acqua smeraldina. Poche miglia a Nord, si apre la Baie de Chateaubriand, su cui si affaccia la “capitale” dell’arcipelago, Wé, con una candida spiaggia lunata e un attrezzato porto turistico dove ormeggiare. Buona occasione per noleggiare un’auto e visitare le piantagioni di vaniglia per le quali l’isola è famosa – a ottobre la si omaggia anche con una festa in città – e i villaggi tribali (tribu). Una sosta piacevole prima di passare all’estremo Nord dove si trova la verdazzurra Baie de Jokin sulla quale incombono falesie strapiombati, alte fino a 60 metri, erose da grotte e pertugi. Il mare delle Isole della Lealtà (Foto di Dean Cropp/NCTPS). Nell’acqua chiarissima si vedono i pesci guizzare tra i coralli: non a caso è uno dei migliori siti per snorkeling e immersioni. I suoi fondali rivaleggiano con quelli della Baia di Jinek (riserva marina), altro bellissimo ancoraggio poco più a Sud, che segna l’inizio della Baie de Santal, grande specchio d’acqua turchese contornato da spiagge attraenti come Druelu e Peng, una più bella dell’altra, dove restando alla fonda per la notte ci si può godere l’incendio di colori del tramonto tropicale. Pierre Laboute/NCTPS Ouvéa, l’isola più vicina al paradiso Ouvéa, uno degli atolli più belli del Pacifico del Sud, ultima tappa, si trova 36 miglia a Nord-Ovest di Lifou. La sua laguna, i cui colori si fondono con quelli del cielo, fa parte dei siti della Nuova Caledonia inseriti nella World Heritage List dell’Unesco. Ne segue quasi interamente il profilo occidentale l’interminabile spiaggia – 25 chilometri – dell’isola di Ouvéa, una fettuccia di terra perlopiù filiforme che a Est affronta le ruggenti onde oceaniche con impervie scogliere e non offre approdi. I quali abbondano, invece, nella laguna, a partire dall’estremità Sud dell’isola dove si ancora nella Baie de Lekiny in prossimità del Pont de Mouli, che unisce le isole di Ouvéa e Mouli, affacciandosi su uno scenario di abbaglianti lingue di sabbia bianca tra le sfumature turchesi dell’acqua in cui transitano squali, razze, tartarughe e pesci tropicali. Accanto ci sono le Pleiadi del Sud, una collana di amabili isolette dove ancorare di giorno, mentre offrono ridossi più sicuri le Pleiadi del Nord, con spiagge deserte dove è delizioso affondare i piedi, lagune con labirinti di corallo dove fare snorkeling e reef oceanici favolosi per le immersioni. Pauline Massé/NCTPS Il verdeggiante entroterra isolano, infine, regala due imperdibili “chicche”: il profondo “Trou Bleu d’Anawa” (buco blu), popolato di pesciolini che vi arrivano dall’oceano passando attraverso piccole fenditure nel corallo, e il “Trou aux tortues” (buco delle tartarughe), nascosto tra la vegetazione e ancora più profondo, dove è possibile vedere le tartarughe marine affiorare per respirare dopo aver percorso una galleria sottomarina collegata con l’oceano. Dean Cropp/Access All Angles/NCTPS Notizie Utili Come arrivare Dall’Italia (Roma e Milano) è possibile raggiungere la Nuova Caledonia (Nouméa) via Tokio con i voli di Alitalia (www.alitalia.com) in partnership con Air Calin (www.di.aircalin.com) che rappresentano la soluzione migliore in termini di durata del viaggio, circa 22 ore. In alternativa, si può fare scalo in Australia (Brisbane, Melbourne o Sidney) o in Nuova Zelanda (Auckland) da dove partono numerosi voli settimanali operati da Aircalin, Qantas, Air New Zealand e Air Vanuatu. Documenti Per entrare in Nuova Caledonia i cittadini dell’Unione Europea non necessitano di visto ma solo di passaporto con validità residua di almeno tre mesi dalla data di partenza. Nuova Caledonia Fuso orario, lingua, valuta Le lancette dell’orologio vanno spostate dieci ore avanti, nove quando in Italia vige l’ora legale. La lingua ufficiale è il francese, ma si parlano anche diverse lingue melanesiane. La moneta locale è il Franco del Pacifico, o Franco CFP, che ha un tasso di cambio fisso con l’Euro. Attualmente: 1 Euro = 119,3317 F CFP. Nuova Caledonia Clima Il clima è tropicale con due stagioni, una secca da maggio a ottobre – il mese meno piovoso dell’anno – e l’altra umida e afosa da novembre ad aprile con, in particolare, i mesi di gennaio, febbraio e marzo talvolta interessati dal passaggio di cicloni con venti forti e piogge torrenziali. Il periodo ideale per una crociera va dalla metà di aprile ai primi di giugno e da metà settembre ai primi di novembre. Nuova Caledonia Resort Drehu Village Hotel (Baie de Chateaubriand, Wé, isola di Lifou, tel. 00687 450270, fax 450271). Hotel tre stelle, l’unico dell’isola, sulla spiaggia di Chateaubriand. Dispone di 28 bungalow e 2 suite piacevolmente arredate e un ottimo ristorante. Noleggia biciclette, canoe e attrezzatura per lo snorkeling. Hotel Nengone Village (Cengeité, isola di Maré, tel. 00687 454500 – fax 4544 64). Tre stelle superiore con bungalow accoglienti tra alberi di araucaria columnaris a due passi dalla bella spiaggia di Cengeite. Ristorante di cucina locale, piscina. Hotel Paradis d’Ouvéa (Tribu De Fayawa, isola di Ouvéa, tel. 00687 455400; www.paradisouvea.com). Su una delle spiagge più belle della Nuova Caledonia offre 34 bungalow perlopiù vista mare e due ristoranti, escursioni in barca e noleggio di kayak, mountain bike e attrezzatura per lo snorkeling. Porti turistici e Charter in Nuova Caledonia Con gli Alisei che soffiano da Sud-Est tra i 15 e i 20 nodi per gran parte dell’anno, la Nuova Caledonia è una destinazione perfetta per una crociera in barca a vela. In tutte le isole si trovano baie protette dai venti dominanti. Grande Terre è circondata da una splendida laguna navigabile e nella capitale Nouméa ci sono i due porti principali turistici: Port Moselle (6 rue de la Frégate Nivose, BP 2960; port.moselle@sodemo.nc – VHF canale 67) e Port du Sud Marina (5 ter rue, Barrau, Baie de l’Orphelinat; www.portdusud.nc – VHF canale 67). Nel primo – che è l’unico Port of Entry del Paese e un vero bunker durante la stagione dei cicloni – hanno la base nautica Dream Yacht Charter (www.dreamyachtcharter.com) e Aito Charter (www.aito-charter.nc), entrambi con una nutrita scelta di catamarani a vela e a motore da noleggiare bareboat o con skipper. Nel secondo invece opera Thetis Catamaran (www.thetis-catamaran.com), un Lagoon 420 per crociere personalizzate con skipper. A Lifou – l’isola principale dell’arcipelago della Lealtà – c’è il Marina di Wé, un nuovo porto turistico ben protetto e organizzato nella “capitale” Wé, che offre 42 ormeggi per imbarcazioni fino a 45 piedi di lunghezza con immersione massima di 2,50 metri. Nuova Caledonia Turismo – www.nuovacaledonia.travel – www.iles-loyaute.com Questo articolo ti è piaciuto? Condividilo!