Friuli Venezia Giulia, Laguna di Grado, tra isole, tapi e mote di Patrizia Magi il 28 Feb 2021 Torna al sommario Dalla foce del fiume Aussa-Corno a Fossalon di Grado, la costa si perde nelle acque della laguna gradese. Una suggestiva zona umida dove navigare lungo i canali segnalati da briccole tra due storiche città, Aquileia e Grado. La Laguna di Grado, pur essendo contigua alla Laguna di Marano si presenta piuttosto diversa. Se in quest’ultima, infatti – risalente a oltre 5000 anni fa – prevalgono gli spazi acquei con poche isole verso le foci del fiume Stella e del Canale Cormor, la Laguna di Grado, – formatasi posteriormente all’età romana (prima era terraferma attraversata da fiumi e strade) – è punteggiata di isole, tapi (barene) e mote (isolette). La Basilica di Aquileia Uno splendido paesaggio che muta nelle forme e nei colori seguendo le maree. Si estende su una superfice di 7000 ettari, a partire dal rettilineo Canale Aussa-Corno che unisce la foce dell’omonimo fiume a Porto Buso, fino ad arrivare alla fertile area agricola di Fossalon di Grado, delimitata dall’Isonzo. Il Foro Romano di Aquileia, il colonnato che sorreggeva il portico su cui si affacciavano botteghe e ambienti di servizio. Da notare la raffinatezza dei plinti con la testa di Medusa e quella di Giove Ammone. Sommario Palù de Soto, la laguna occidentaleAquileia, la città delle aquileGrado e la Palù de SoraLe Riserve NaturaliNOTIZIE UTILI Palù de Soto, la laguna occidentale La Palù de Soto è la parte più estesa e ricca di isole della Laguna di Grado. La Litoranea Veneta la attraversa longitudinalmente passando per Porto Buso, la trafficata bocca tidale delimitata a Ovest dall’omonima isola che nel 1866 segnò il confine tra l’Italia e l’Impero austro-ungarico. Gli asburgici vi costruirono una caserma e un porticciolo, che il 24 maggio 1915 furono bersaglio del siluro (che fece cilecca) e delle palle di cannone lanciate dal cacciatorpediniere Zeffiro nel primo attacco navale italiano della Grande Guerra (il giorno dopo gli austriaci lasciarono Grado e il 26 maggio vi entrarono i bersaglieri). Ad attirare però i diportisti a Porto Buso più che le reminiscenze storiche è la verde isoletta di Anfora – cui è collegata da una diga percorribile – dove gustare all’aperto, tra mare e laguna, la tipica cucina gradese a base di pesce del Ristorante “Ai Ciodi”. Da qui si dipana un dedalo di canali tra tapi e mote su cui sono adagiati i casoni dei pescatori, in parte base d’appoggio per chi ancora pratica l’attività alieutica o riconvertiti al turismo. Famoso è quello di Mota Safon per aver ospitato Pier Paolo Pasolini che amava meditare in quella solitudine cinta d’acqua e vi girò anche alcune scene del film Medea nel 1962. Lasciate a sinistra le Isole della Gran Chiusa si può imboccare a Nord il Canale Taiada, risalire il fiume Natissa (occhio al basso fondale) e ormeggiare nella Marina di Aquileia per visitare la città. Proseguendo invece sulla Litoranea Veneta si giunge all’isola di Grado, contigua alla bocca tidale chiamata La Fosa. Aquileia è collegata a Grado – più attrezzata per il diporto – anche da una pista ciclabile lunga una ventina di chilometri con viste panoramiche sulla laguna. Un tratto del mosaico pavimentale della Basilica di Aquileia in cui sono raffigurati il gallo, simbolo della luce, e la tartaruga, emblema delle tenebre, il loro affrontarsi rappresenta la lotta tra il bene e il male. Aquileia, la città delle aquile Fondata nel 181 a.C dai Romani per difendere i confini nord orientali della penisola italica da possibili invasioni, Aquileia – secondo la leggenda – deve il nome a un’aquila che, improvvisamente apparsa, iniziò a volteggiare in cerchi concentrici sopra il perimetro della futura colonia mentre l’aratro ne stava tracciando il solco. Un evento considerato di buon auspicio. Tant’è che Aquileia da semplice città militare di frontiera – “con 3000 fanti che ricevettero 50 iugeri ciascuno, i centurioni 100, i cavalieri 140”, scrive Tito Livio – si trasformò in una delle maggiori città dell’Impero, favorita dalla sua posizione strategica tanto per l’espansione romana verso Oriente, quanto per i commerci. L’interno della Basilica di Aquileia. La città, che sorgeva tra una rete di strade dirette ai quattro angoli dell’impero e il grande porto fluviale – se ne possono ammirare i resti sul Natiso, allora largo 50 metri, oggi solo un canale – cui giungevano mercanzie di ogni tipo, è stata un importantissimo e prospero snodo di traffici adriatici. Basilica di Aquileia, la Cripta degli Affreschi. Un emblema della sua ricchezza è la Basilica di Santa Maria Assunta, che trasformò Aquileia in una delle capitali della Cristianità, al pari di Roma e Gerusalemme. Fu realizzata subito dopo l’editto di Costantino emanato nel 313 d.C., che poneva termine alle persecuzioni religiose, e ricostruita 4 volte nel corso dei secoli. Oggi questo straordinario complesso architettonico si mostra con l’aspetto voluto dal vescovo patriarca Poppone nell’XI secolo, troneggiando al centro della città non lontano dai resti del porto fluviale e del Foro romano situato all’incrocio del Cardo (che ricalca l’odierna Via Augusta Giulia) e del Decumano Massimi. Aquileia, il Porto Fluviale di epoca romana che sorgeva sull’antico corso del Natisone e Torre. Spettacolare è l’immenso mosaico musivo – ben 760 metri quadrati – che occupa la navata centrale, un tappeto realizzato con milioni di tessere in pietra e pasta vitrea, testimonianza del primitivo impianto di culto, voluto dal vescovo Teodoro e riscoperto nel 1900 sotto il pavimento medievale. Le scene dai vividi colori sono tratte dal Vecchio Testamento. Sullo sfondo di un mare popolato da pesci e molluschi, sono rappresentati episodi della storia biblica di Giona e allegorie come la lotta tra il gallo (la luce) e la tartaruga (le tenebre). Sotto l’altare maggiore si può visitare la splendida Cripta degli Affreschi (IX secolo), le cui pareti illustrano la leggenda dell’evangelista Marco. Ma da vedere ad Aquileia c’è molto di più tra musei e l’area archeologica dichiarata – insieme alla basilica paleocristiana – Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco nel 1998. A dispetto di Attila che nel 452 d.C. mise la città a ferro e fuoco, distruggendola quasi completamente. Grado e la Palù de Sora Sorta come porto di servizio per le navi dirette ad Aquileia, Grado ebbe un grande sviluppo nel 452 d.C. quando vi si rifugiarono le popolazioni in fuga dalle incursioni degli Unni. Con l’invasione longobarda del Friuli nel VI secolo vi fu trasferita anche la sede del Patriarcato di Aquileia, poi spostata a Venezia nel 1451, determinando il declino di Grado, che seguendo il destino della Serenissima entrò nel 1797 a far parte dell’impero austro ungarico. il Santuario della Madonna di Barbana sull’omonima isola situata all’estremità orientale della Laguna di Grado (Palù de Sora). Tutta la storia di Grado è scritta nelle pietre della città. Un intrico di calli e campielli di impronta veneziana raccolti tra le spesse mura del castrum romano inglobate in ridenti case dai tetti rossi. Nella piazza più ampia, Campo dei Patriarchi, si affacciano la suggestiva basilica di Santa Maria delle Grazie (IV sec.) e la maestosa basilica di Santa Eufemia (IV-VI sec.), cattedrale del Patriarcato di Aquileia. Il centro storico di Grado fondato sull’antico castrum romano. Accanto si staglia il campanile quattrocentesco con in cima l’Anzolo, un arcangelo giravento che veglia sull’urbe, dal moderno Lungomare Nazario Sauro che costeggia il lunghissimo arenile dorato – meta di villeggiatura del bel mondo della mitteleuropa ai tempi dell’impero asburgico – al Porto Mandracchio, riconoscibile dalla caratteristica forma a “Y”, da cui si entra nella laguna de sora. Oche lombardelle nella Riserva Naturale Foci dell’isonzo – Isola della Cona. Ne è il cuore spirituale il santuario mariano dell’Isola di Barbana, meta del famoso Perdòn, la processione – che ricorre ogni anno la prima domenica di luglio – di un corteo di barche addobbate con ghirlande di fiori per rinnovare il voto che i gradesi fecero alla Madonna nel 1237 affinché facesse cessare una terribile epidemia di peste. Il Porto Mandracchio di Grado dalla caratteristica forma a Y e sullo sfondo la Darsena San Marco. Le Riserve Naturali A Oriente di Grado, collegate da una pista ciclabile pianeggiante tra terra e mare, si possono infine visitare la bella Riserva Naturale regionale di Valle Cavanata – popolata da varie specie di anatre e uccelli limicoli come il cavaliere d’Italia, il chiurlo e la pavoncella – e la Riserva Naturale regionale dell’Isonzo – Isola della Cona, un mosaico di praterie umide, canneti e paludi d’acqua dolce dal fascino primordiale, dove oltre all’avifauna vive in piena libertà un branco di candidi cavalli Camargue, una razza originaria della Foce del Rodano che qui vive in libertà. Il lungo arenile di Grado, baciato dal sole. NOTIZIE UTILI Porti Turistici I tre porti turistici presenti nella Laguna di Grado fanno parte della rete d’eccellenza FVG Marinas (www.fvgmarina.com). Agevolazioni esclusive sono riservate ai diportisti che sottoscrivono la carta dei servizi FVG Marinas Card. Porto San Vito (Riva G. da Verrazzano 1, Grado (Go), tel. 0431 83600; www.portosanvito.it). Marina tra mare aperto e centro storico di Grado con 167 posti per barche fino a 24 metri ospitato in un complesso residenziale con resort, piscine, ristoranti e skipper club. Darsena San Marco (Località Testata Mosconi, Grado (Go), tel. 0431 81548; www.darsenasanmarco.it). Approdo a due passi dal centro storico. Offre 121 posti per imbarcazioni fino a 20 metri inclusi i catamarani. Il mare aperto si trova a 900 metri. Tra i servizi: officina, rimessaggio, distributore di carburante, ship chandler, bar ristorante con vista sulla Laguna. È sede ufficiale di FVG Marinas. Tenuta Primero Resort & Marina (Via Monfalcone 16, Grado (Go), tel. 0431 896880; www.marinaprimero.com). Questa grande tenuta comprende un porto turistico con 271 ormeggi in acqua per barche fino a 24 metri e 189 posti barca a secco, cantiere, Marina suite e Marina Cottage, piscine, lunga spiaggia privata, Yacht Club Primero, sei bar e ristoranti, Golf Club Grado, Nautishop, campi da tennis eccetera. Hotel e ristoranti Grand Hotel Astoria (Largo San Grisogono 3, Grado (Go), tel. 0431 83550). Nel centro storico di Grado dispone di camere spaziose, un centro benessere, ristoranti e, all’ultimo piano, di una piscina di acqua salata con pool bar e una splendida vista sul mare e sulla Basilica di Sant’Eufemia. Aquileia, B&B Casa di Giulia B&B Casa di Giulia (Via Giulia Augusta 21, Aquileia (Ud), tel. 0431 918742 , cell. 349 8429796; info@casadigiulia.it; www.casadigiulia.it). Situato nel cuore di Aquileia l’incantevole B&B di Giuliamaria Comelli, categoria Superior, è ambientato nell’antica casa di famiglia costruita in parte con pietre romane e circondata da un rigoglioso giardino affacciato sul decumano dell’antica città romana. Offre una suite e due accolgienti camere arredate con un mix di mobili antichi e moderni, dotate di bagno privato con doccia e idromassaggio. Ricca colazione a base di prodotti tipici della zona. Parcheggio interno, Wi-Fi gratuito e biciclette a disposizione. La Colombara (Via S. Zilli 42, Aquileia (Go), tel. 0431 91513). Ristorante a gestione familiare ambientato in un bel casolare con caminetto e veranda. Offre piatti di cucina tradizionale a base di pesce fresco e prodotti di qualità a km zero, oltre a pane, pasta e dolci fatti in casa. La Dinette (Riva Giovanni da Verrazzano 1, Grado (Go), tel. 388 9418882). Accanto a Porto San Vito, ristorante di cucina vintage rivisitata in chiave moderna e pizzeria con prodotti a km zero. Trattoria Ai Ciodi (isola di Anfora, tel. 335 7522209; www.portobusoaiciodi.it). Ristorante di tipica cucina gradese sull’isola di Anfora, all’estremità occidentale della Laguna di Grado, collegata all’isola di Portobuso da una diga percorribile a piedi. Raggiungibile solo via mare. Tavernetta All’Androna (Via Calle Porta Piccola 6, Grado (Go), tel. 0431 80950). Nel centro storico di Grado, famoso ristorante gourmet di cucina gradese rivisitata in chiave moderna. Cantina con oltre 50 etichette. Menu per vegetariani o vegani. Trattoria De Toni (Piazza Duca D’Aosta 37, Grado (Go), tel. 0431 80104). Nel centro storico, cucina tradizionale gradese a base di pesce. Resti di epoca romana sotto il pavimento in vetro. Tra le specialità: Boreto e Gnocchi ai fasolari. Varie Riserva Naturale Regionale della Foce dell’Isonzo – Isola della Cona (Centro Visite, Staranzano (Go), tel. 333 4056800; www.riservafoceisonzo.it). Copre una superficie di 2.338 ettari ed è una delle migliori aree per il birdwatching. Nella Riserva vive un branco di cavalli Camargue con cui si organizzano escursioni e lezioni di equitazione. Tour in canoa per l’isola della Cona. Riserva Naturale Valle Cavanata (Centro visite, Via Grado 1, Grado (Go), tel. 340 4005752; www.vallecavanata.it). Area naturale protetta situata nella parte orientale della laguna di Grado. Si articola su 341 ettari, di cui 67 a mare. Simbolo della Riserva è l’oca selvatica (Anser anser), reintrodotta nel 1984. Aquileia Infopoint (Via Iulia Augusta 11, Aquileia (Ud), tel. 0431 919491; info.aquileia@promoturismo.fvg.it). Per info e prenotazioni visite guidate di Aquileia. PromoTurismoFVG Tel. 0431 387111 – Numero verde 800 016 044 info@promoturismo.fvg.it www.turismofvg.it Infopoint PromoturismoFVG www.turismofvg.it/info-utili/uffici-turistici <p style=”text-align: center;”>Scarica pdf Nautica Marzo 2021</p> Questo articolo ti è piaciuto? Condividilo!
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