Cultura Nautica • Storia Storia delle ancore Navigando oggi in un mare di ancore dalle mille forme, difficilmente si pensa a quanto antica sia la storia di questo semplice accessorio senza il quale la navigazione non avrebbe mai avuto, per l’appunto...storia. [caption id="attachment_149259" align="aligncenter" width="600"] Ancore romane[/caption] Una volta scoperto il suo primo mezzo nautico e, successivamente, qualcosa di simile a un remo per farlo navigare, l’uomo primitivo dovette affrontare un altro problema. A meno di non tirarla a riva, la sua piroga era infatti facilmente preda di onde, correnti, vento e in pratica non poteva mai star ferma in un posto. Il che poneva appunto un problema sia per un’eventuale azione di pesca o di navigazione, sia per fermarsi in una deliziosa baietta per romanticheggiare con la primitiva bionda del momento. [caption id="attachment_149260" align="aligncenter" width="493"] Dalle prime ancore litiche, come quella egizia qui raffigurata, a quelle in ferro o con ceppo in piombo, l’evoluzione dell’ancora è stata per millenni lentissima: basti pensare alla minima differenza fra le due ancore delle immagini accanto, separate da oltre un millennio di storia.[/caption] In altre parole si trattava di inventare un’ancora (come fu poi chiamata dai Greci: ἄγκυραν), che all’inizio fu probabilmente un semplice sasso di peso e dimensioni adeguate, tutt’al più leggermente lavorato per facilitare la presa della cima, legato a un cavo di cui il tempo e la degradabilità del materiale non hanno lasciato traccia, ma che possiamo immaginare realizzato con un intreccio di fibre vegetali o di pelle d’animale e, inevitabilmente, piuttosto corto. [button title="Scarica Nautica Digital" url="https://www.nautica.it/nautica-superyachts-formato-digiltale/" type="secondary"] di Stefano Navarrini il 29 Mar 2023 Continua a leggere
Cultura Nautica • Storia Storie di polene presenze amiche sul mare Simboli, oggetti magici, segni di devozione e, talvolta, persino opere d’arte, le sculture che per secoli hanno ornato le prore delle navi raccontano il complesso rapporto tra l’uomo e il mare. [caption id="attachment_149233" align="aligncenter" width="600"] il Golden Leeuw in un dipinto di Van de Velde.[/caption] Agli occhi degli uomini, le navi sono sempre state qualcosa di più di semplici oggetti: da qui è scaturita la necessità di ornare i loro scafi con una serie di elementi simbolici. Tra questi spiccano le polene, figure che ancor oggi fanno mostra di sé sulla prua degli ultimi velieri, trasmettendoci il fascino di storie e avventure di mare. Bisogna però ricordare che nel corso del tempo non è sempre stato così: è vero che molte imbarcazioni antiche erano decorate con occhi apotropaici, con diversi simboli di buona sorte o con figure di draghi e mostri marini che servivano a terrorizzare il nemico, ma l’apparizione delle polene è relativamente recente: esse si diffusero solo nel corso del Seicento, dapprima sulle navi da guerra e poi anche sui mercantili. In quel periodo, i vascelli da guerra divennero sempre più grandi e potenti, per poter imbarcare un numero maggiore di cannoni. In quanto simboli tangibili del potere marittimo, si cominciò quindi ad appesantire i loro scafi, da prua a poppa, con elaborati ornamenti e statue lignee, oltre che con massicce polene. [caption id="attachment_149234" align="aligncenter" width="600"] La Peota dei Savoia, detta anche “Barca sublime”, conservata presso la Reggia di Venaria.[/caption] [button title="Scarica Nautica Digital" url="https://www.nautica.it/nautica-superyachts-formato-digiltale/" type="secondary"] di Giovanni Panella il 29 Mar 2023 Continua a leggere
Cultura Nautica • Storia La conquista della profondità: i cercatori dell’abisso perduto Fin dall’antichità, l’uomo si impegna a sfidare la profondità: storia e esempi di come l'uomo sia riuscito a immergersi... di Stefano Navarrini il 26 Dic 2022 Continua a leggere
Cultura Nautica • Pesca • Storia Un viaggio tra archeologia e storia: l’evoluzione della pesca Praticata fin dal paleolitico, la pesca fu dapprima figlia della fame, poi fonte di commercio, quindi passione e divertimento. Dunque, una storia ben più antica e articolata di quanto normalmente si creda. In principio furono le mele, che erano però rare e carissime, tanto che ad Adamo ed Eva, impossibilitati a pagare, costarono la cacciata dal Paradiso. Dopo aver rinunciato alle mele, visti anche i risultati, l’uomo si è poi dedicato a frutti e bacche, tuberi e radici, funghi e insetti, o uova rubacchiate da qualche nido. [caption id="attachment_134041" align="aligncenter" width="1000"] Se costruirsi le prime armi di selce fu per l’uomo primitivo relativamente facile, ben più difficile fu realizzare degli efficienti ami da pesca.[/caption] [button title="Scarica Nautica Digital" url="https://www.nautica.it/nautica-superyachts-formato-digiltale/" type="secondary"] di Stefano Navarrini il 29 Nov 2022 Continua a leggere
Cultura Nautica • Storia Cabala nautica: 2022 l’anno magico di Riva La storia - si sa - è fatta di date legate a particolari avvenimenti. Questo 2022, che sta giungendo al termine, certamente rappresenta un anno importante per il plurisecolare cantiere di Sarnico. [caption id="attachment_133917" align="aligncenter" width="800"] Carlo Riva già al timone da bambino.[/caption] Molteplici sono le ricorrenze legate al cantiere Riva, autentica eccellenza della nautica italiana. Di fatto, si festeggiano non solo i 180 anni dalla nascita dello stabilimento produttivo ma anche i primi 60 anni dell’Aquarama, il più famoso tra i suoi iconici modelli realizzati in legno. Traguardi che sono frutto del talento di colui che ha speso la sua intera vita per raggiungerli e che proprio quest’anno avrebbe festeggiato la veneranda età di 100 anni: Carlo Riva. [button title="Scarica Nautica Digital" url="https://www.nautica.it/nautica-superyachts-formato-digiltale/" type="secondary"] di Redazione Nautica il 29 Nov 2022 Continua a leggere
Storia Il Museo Marittimo di Macao Abbiamo visitato il Museo marittimo di Macao, regione autonoma situata sulla costa sud della Cina continentale... di Redazione Nautica il 3 Nov 2022 Continua a leggere
Cultura Nautica • Storia A 30 anni dal Nastro Azzurro, il Destriero fa ancora sognare Torna al sommario di Corrado Ricci È la parabola, tra passato e futuro, del Destriero. A trent’anni dalla conquista del Nastro Azzurro c’è chi coltiva il progetto di recuperare lo scafo (67,70 metri di lunghezza, largo 13) custodito nei piazzali dei cantieri Lurssen (Brema) in Germania per avviarlo ad un… di Redazione Nautica il 29 Giu 2022 Continua a leggere
News • Storia Scoperto il relitto della Endurance, la nave di Shackleton Scoperto in Antartide a 3.000 metri di profondità il relitto dell'Endurance, la nave di Shackleton affondata nel 1915... di Bianca Gropallo il 10 Mar 2022 Continua a leggere
Cultura Nautica • Storia Curiosità storiche: barche fuori contesto Quando ci avviciniamo a un’imbarcazione tradizionale siamo naturalmente portati a sottolineare lo stretto legame che questa ha con il luogo, con lo specchio d’acqua e con le tradizioni locali. Ma non è detto che sia sempre così. A volte può capitare d’imbatterci in esemplari che ci appaiono come delle contaminazioni, delle barche che sembrano estranee al loro contesto storico o geografico. Quando le scopriamo, la prima reazione è: “ma questa, cosa c’entra? è fuori posto!” Ed invece, cercare di capire da dove saltano fuori e quali storie abbiano da raccontarci è un buon esercizio che ci aiuta a individuare i mille canali attraverso i quali la tradizione marittima si espande, si diffonde e si contamina. Tra i primi che mi vengono in mente, accenno ad alcuni casi di barche “fuori contesto”, nell’intento di sollecitare i lettori a segnalare altre storie, altri spostamenti, altre curiosità, altre influenze. Nel caso più semplice, si tratta della questione di un’attrezzatura non del tutto conforme, che si può manifestare in tanti modi. [caption id="attachment_123060" align="aligncenter" width="800"] Argus in regata[/caption] [button title="Leggi tutto l'articolo" url="https://www.nautica.it/mio-account/?wcm_redirect_to=post&wcm_redirect_id=123057" type="secondary"] [button title="Abbonati" url="https://www.nautica.it/nautica-superyachts-formato-digiltale/" type="secondary"] di Giovanni Panella il 28 Feb 2022 Continua a leggere
Cultura Nautica • Storia Storie di navi: una nave chiamata Beagle Era in fondo una nave di scarsa importanza, ma ebbe la fortuna di ospitare a bordo un giovane naturalista che, in un viaggio di cinque anni, si convinse che nelle teorie dell’epoca sull’origine delle specie c’era qualcosa che non andava. Il termine è probabilmente di origine gaelica, ma il suo significato è sempre rimasto poco chiaro. Per noi “Beagle” è più modernamente legato a una simpatica razza canina e, in particolare, a Snoopy, lo splendido bracchetto filosofo di Charlie Brown. Se però volessimo essere un po’ più seriosi potremmo anche ricordare che “Beagle”, non si sa per quale strana ragione, era anche il nome di una nave divenuta famosa non tanto per le sue imprese quanto per quelle di un suo inaspettato ospite, Charlie anche lui, ma di cognome Darwin. [caption id="attachment_113398" align="aligncenter" width="567"] Il Beagle apparteneva a una classe di navi poco fortunata che la Royal Navy voleva destinare a compiti di servizio, fra cui anche la ricerca scientifica. Nonostante fosse assai poco considerato per le sue qualità marine, il Beagle circumnavigò il globo in cinque anni di ricerche scientifiche e cartografiche.[/caption] Il “Beagle” non era una nave da strapparsi i capelli quanto a bellezza di linee e qualità marine. Era stato commissionato il 13 giugno 1817 come parte di un ordine totale di 115 navi che formavano la Cherokee Class e messo in lavorazione l’anno successivo presso i Woolwich Dockyard al costo prestabilito di 7.803 sterline. Il Beagle, che fu poi varato l’11 maggio del 1820, apparteneva a una serie di navi destinate a servire la Royal Navy per i piccoli trasporti interni, per ricerche scientifiche e geografiche, o per compiti di servizio, pur essendo armate con un numero variabile di cannoni (come nel caso del Beagle che, nella sua seconda spedizione, quella che ospitò Darwin, di cannoni ne aveva sei) per essere pronte a eventuali impieghi bellici. La Cherokee Class fu concepita da Sir Henry Peake al fine di ottenere navi agili e snelle adatte a operare anche in acque basse, ma il suo progetto non deve aver avuto un gran successo presso i marinai, visto che queste unità furono presto denominate “coffin brigs”, dove “brigs” sta per brigantino e “coffin” sta per bara. In effetti molte di esse affondarono ma - riportano le cronache - più per l’inadeguatezza dei compiti loro assegnati che per difetti di progetto o di costruzione. Però è anche vero che il loro bordo libero basso e la struttura flush-deck facilitavano le imbarcate d’acqua, la quale poi faticava a scivolar via a causa delle massicce impavesate. In parole povere, le Cherokee erano una sorta di bagnarole, tanto che William James, nella sua Naval History, si chiedeva per quale ragione la Royal Navy continuasse a investire in quella che definiva “inutile classe”: vuoi vedere che c’era una storia di mazzette anche lì? [button title="Leggi tutto l'articolo" url="https://www.nautica.it/mio-account/?wcm_redirect_to=post&wcm_redirect_id=113387&" type="secondary"] [button title="Abbonati" url="https://www.nautica.it/nautica-superyachts-formato-digiltale/" type="secondary"] di Stefano Navarrini il 31 Ago 2021 Continua a leggere