Cantiere del Pardo: mezzo secolo sulla cresta dell’onda di Roberto Franzoni il 26 Lug 2023 Ha compiuto i suoi primi 50 anni il cantiere che ha impersonato la vela italiana per decenni. E col nuovo secolo sta impersonando pure la nautica a motore. di Roberto Franzoni Foto di Alberto Cocchi e Andrea Carloni Era il 1973, quando a Bologna un giovane di buona famiglia, della società bolognese più in vista, amante del mare e delle barche a vela, Giuseppe Giuliani Ricci, dopo aver rilevato un cantiere che costruiva barche di Dick Carter, ha l’intuizione di lanciare sul mercato una barca innovativa, a suo modo rivoluzionaria, disegnata dal progettista più libero e anticonvenzionale del momento: Jean-Marie Finot. Nasce il Grand Soleil 34 ed è subito un successo senza pari. Dal 1973 al 1983 ne vengono costruiti 290 esemplari in versione regata e crociera. Con il caratteristico oblò circolare a poppa proietta il Cantiere del Pardo nella fascia medio-alta del mercato. I Grand Soleil prodotti in cinquant’anni sono più di 5 mila e l’evoluzione della gamma negli anni ha in molti casi anticipato soluzioni di design poi adottate dal mercato, di cui queste imbarcazioni sono state testimoni e protagoniste, essendo state concepite dai progettisti più celebri di ogni epoca. Da Jean-Marie Finot per arrivare ai consolidati team progettuali di oggi come quello costituito da Polli-Lostuzzi-Nauta Design. Altrettanto iconici sono i GS 39 e 343 disegnati da Alain Jézéquel o i GS 52, GS 45 e GS 42, nati dalla collaborazione con Germán Frers, che durò dal 1987 al 1989. Tre anni dopo Cantiere del Pardo varò il GS Maxi One a firma di Bruce Farr. Sulla scia dei grandi progettisti di America’s Cup, Cantiere del Pardo si affida anche a Doug Peterson per il GS 50, mentre, nella seconda metà degli anni ’90, arrivano tre modelli nati dalla collaborazione con lo studio dei fratelli Japec e Jernei Jakopin: il GS 37 nel 1996, il GS 46.3 nel 1997 e il GS 43 nel 1998. Con il nuovo millennio, fanno il loro ingresso altri famosi yacht designer come Massimo Paperini, che firma il Grand Soleil 40, uno dei modelli di maggior successo del cantiere con circa 230 esemplari prodotti; Philippe Briand, che progetta il GS 56, e lo studio Judel/Vrolijk, cui si devono il GS 44 Race, vincitore del Fastnet nel 2003, e i modelli di serie GS 45 e GS 50. Dal 2011 Cantiere del Pardo si è avvalso di soli progettisti italiani. Dopo Paperini e Luca Brenta, che aveva disegnato il GS 54 nel 2007, è stata la volta di Claudio Maletto, che ha firmato il GS 39 e il GS 43. Nel 2013 Marco Lostuzzi presentò il Grand Soleil 46 LC, il cui acronimo significa “Long Cruise”, con il punto di scotta randa posizionato su un rollbar in carbonio, un progetto di grande successo che ha siglato l’inizio di una collaborazione continuativa: Lostuzzi, infatti, ha firmato insieme a Nauta Design anche il GS 48. Il 2020 segna il debutto di Matteo Polli, che, dopo il fortunato GS 44 disegnato con Nauta Design e vincitore di due mondiali ORC, ha firmato altri tre progetti, il GS 40, il GS 72 in entrambe le versioni Performance e Long Cruise, frutto del lavoro congiunto di Polli, Lostuzzi e Nauta e del GS 65 LC che andrà in acqua nei prossimi mesi. Il GS 72 si avvale della grande esperienza professionale di Franco Corazza, project manager di tutti i modelli Grand Soleil sopra i 60-piedi. Non sono molti i marchi nautici che possono vantare una carriera lunga e fortunata come quella di Cantiere del Pardo che, dopo aver scritto 50 anni di storia della nautica a vela, è ancora un punto di riferimento a livello internazionale grazie anche alla messa in linea di una fortunatissima gamma a motore che sta raccogliendo ancor più successo delle barche a vela del periodo d’oro. Dopo numerose traversie, oggi il cantiere è saldamente guidato dal Ceo Fabio Planamente e dal presidente Gigi Servidati, e rappresenta l’esempio calzante di un’impresa italiana di successo che, grazie alle sue radici profonde e solide, ha guardato con fiducia al futuro e alle nuove sfide, coniugando sempre innovazione e tradizione. “Nella ricca e complessa storia del Cantiere del Pardo – dichiara Planamente – ci sono alcune pietre miliari coincidenti con le fasi in cui l’azienda ha dimostrato di sapersi adattare ai cambiamenti per diventare un fiore all’occhiello dell’industria cantieristica italiana: dapprima il ‘passaggio di timone’ da Giuseppe Giuliani a una serie di fondi; poi la ripartenza nel 2014, dopo il periodo più buio della nautica, e infine quella del triennio 2015-2017, coincidente con il lancio della gamma a vela Long Cruise e, poco dopo, con la nascita del marchio Pardo Yachts che ci ha traghettato nel mondo del motore, dandoci la linfa per guardare avanti con fiducia e crescere sempre di più”. Infatti Cantiere del Pardo ha deciso nel 2016 di scrivere un altro capitolo della sua lunga storia aprendosi al segmento degli yacht a motore. “L’idea di costruire una barca a motore c’era da tempo, perché la nostra passione nautica è sempre stata a 360 gradi – spiega Gigi Servidati – così, quando è nata l’esigenza di far crescere il cantiere, Fabio e io abbiamo pensato di introdurre delle novità importanti”. Il risultato è Pardo Yachts, un brand capace di conquistare in brevissimo tempo i mercati italiani ed esteri. La barca che segna il debutto di Cantiere del Pardo nella fascia motore è il Pardo 43, un 13 metri con carena ottimizzata per le propulsioni IPS progettata da Maurizio Zuccheri, che sin dal suo esordio a Cannes viene venduta in trenta esemplari che diventeranno 270 in soli sei anni. Il successo clamoroso spinge il cantiere ad aumentare la gamma con i modelli Pardo 50 e Pardo 38 e diversificarla per rispondere alle sempre crescenti richieste degli armatori con le linee Endurance e GT. L’Endurance 60 è il frutto del lavoro congiunto di Cantiere del Pardo, dell’architetto navale Davide Leone e di Nauta Design, lo studio che ha firmato gli interni. Seguirà nel 2024 Endurance 72 che Davide Leone considera il suo progetto migliore. La linea GT, lanciata nel 2022 con il GT 52, opera di Nauta Design, si può considerare una via di mezzo tra le precedenti, perché propone una versione chiusa dei Pardo, offrendo, contemporaneamente, interni più vivibili, con una comoda dinette e tre cabine, per mantenere il family feeling del cantiere. Nel 2020 Servidati e Planamente decidono di acquisire il brand olandese VanDutch che, con la firma di Mulder Design, realizzava yacht di grande fascino, simboli di uno stile di vita raffinato e senza tempo. I modelli VanDutch Yachts finora prodotti dal Cantiere del Pardo sono il VD32, il VD40, il VD48 e il VD56, cui seguirà un modello di 75 piedi. La “rotta a motore” intrapresa da Cantiere del Pardo è già costellata di importanti riconoscimenti (uno fra tutti il rinnovo della partnership con Luna Rossa Prada Pirelli come fornitore ufficiale del team per la 37a America’s Cup). Con una tre giorni ricca di eventi dal 23 al 25 giugno, svoltisi a Portopiccolo, Trieste, il Cantiere del Pardo ha festeggiato i suoi primi 50 anni di attività e di successi raccogliendo intorno a sé progettisti, dealer da tutto il mondo, dalla Thailandia agli Stati Uniti, personaggi di spicco nel mondo della nautica, tra cui Mauro Pelaschier e Max Sirena, e armatori italiani e internazionali. I festeggiamenti si sono aperti con una cena di gala, svoltasi nella splendida cornice della Baia di Sistiana, per proseguire nei due giorni successivi con la tradizionale Grand Soleil Cup, alla sua 21a edizione, e per la prima volta il Pardo Water Rally riservato alle barche a motore. Storia lunga e ricca quella di Cantiere del Pardo, a cui resta ancora molto da scrivere, navigando su rotte non ancora esplorate, con il costante impegno di mantenere quell’eccellenza che è stata il suo faro-guida per 50 anni. Questo articolo ti è piaciuto? Condividilo!