World Sailing, i nodi al pettine di Roberto Neglia il 30 Apr 2020 Torna al sommario Andersen alle prove di golpe? Sono passati quasi quattro anni dall’elezione dell’attuale vertice della Federazione mondiale della vela e credo si possa fare una valutazione obiettiva. Democrazia interna strattonata, alcune decisioni adottate con modalità opache e soprattutto rischio fallimento finanziario. Ci spiace per il danese Kim Andersen, ma non troviamo una solida valida ragione per salvare la sua gestione. Ci appare dunque inverosimile che proprio il presidente di World Sailing stia pensando di posticipare di un anno l’Assemblea Elettiva prevista per il 1° novembre 2020. In questo modo prolungando il proprio mandato di un anno. La motivazione formale farebbe leva sul posticipo dei Giochi Olimpici di Tokyo all’estate 2021, da un lato, e sulle presunte difficoltà logistiche per i grandi elettori di raggiungere Abu Dhabi (a novembre?). Intanto il candidato concorrente di Andersen, lo spagnolo Gerardo Seeliger, ha squarciato il velo sui costi esorbitanti della sede di World Sailing di Londra, divenuti ancor più insostenibili proprio a causa del rinvio dei Giochi e conseguentemente della quota parte dei fondi olimpici che spettavano alla vela. Dunque è serio il rischio default. Purtroppo il mini golpe del danese rischia di andare in porto se i governi nazionali adottassero precauzionalmente la scelta di rinviare le elezioni delle federazioni nazionali. In Italia lo statuto del CONI prevede che le cariche si rinnovino dopo i Giochi Olimpici, come ha recentemente ricordato il suo presidente, Giovanni Malagò. La legge sui mandati – che è una legge dello stato – però parla solo di quattro anni e non fa riferimento diretto alle Olimpiadi. Ci si attende dunque una presa di posizione del governo, che dovrà arrivare entro metà maggio perché diversamente scattano i tempi di convocazione delle assemblee elettive. La posizione del CIO, secondo indiscrezioni, potrebbe essere una stabilizzazione dei vertici, una bella scialuppa di salvataggio per “Kim il Disastroso”, la cui conferma vorrebbe dire inevitabilmente il rinvio di ogni decisione sul riassetto della governance, che oltre quello della gestione finanziaria, è il vero altro problema della federazione mondiale. O, peggio ancora, un’accelerazione nella direzione voluta dall’attuale presidente, favorevole alla cancellazione di fatto del Council per concentrare le decisioni nel Board. Quando sentiamo parlare di cambiare l’armo di una barca olimpica a un anno dai Giochi, ci chiediamo se il vero nodo sia invece il potere che alcune lobby delle Classi, e più in generale il business, esercitano sulla dirigenza e sull’intera Federazione mondiale. Questo articolo ti è piaciuto? Condividilo!
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