Focus sull’Azimut Magellano 60 di Daniele Carnevali il 4 Set 2023 Sommario Abbiamo provato il Magellano 60 di Azimut YachtsOltre 18 metri di YachtI consumiLa scheda tecnicaLa gallery Abbiamo provato il Magellano 60 di Azimut Yachts Debutterà ufficialmente al Cannes Yachting Festival 2023, ma noi di “Nautica” abbiamo avuto l’opportunità di saggiare le doti di questo yacht in una calda giornata di fine luglio. Stiamo parlando del Magellano 60, il nuovo modello di ingresso alla flotta dei crossover Azimut. Oltre 18 metri di Yacht Difficile parlare di “entry level” quando si tratta di uno yacht di oltre 18 metri, dai volumi più grandi della categoria. Eppure, all’interno della famiglia dei crossover Magellano, nata nel 2007, il Magellano 60 rappresenta il modello con cui gli armatori possono approcciare questa particolare – anche se ormai non più inedita – esperienza di navigazione. Particolare perché con la serie Magellano ha fatto il suo debutto anche una nuova tipologia di carena, la semiplanante definita dal cantiere “Dual Mode”, capace di navigare efficacemente sia nel range dislocante sia in quello planante e, perciò, in grado di poter variare l’esperienza in crociera a seconda delle singole necessità. Si può planare fino alla velocità massima per raggiungere rapidamente la meta prestabilita, come può esserlo un porto di destinazione, per poi nei giorni successivi destreggiarsi tra le calette in una comoda andatura dislocante, senza alzare onde che possano infastidire gli altri diportisti, con il minimo rumore e con il minimo consumo di carburante. I consumi E a proposito di consumi, con questa unità del Magellano 60 debutta nella nautica da diporto il biocarburante HVOlution di Eni Sustainable Mobility, un carburante 100{2e3577d2bd6aebaa150c85c33fcd353783f1aa6c690283591e00ef60b3336fc8} di materie prime rinnovabili fornito esclusivamente ad Azimut che, in combinazione con la carena Dual Mode, ha permesso allo yacht di ridurre le emissioni di CO2 di oltre l’80{2e3577d2bd6aebaa150c85c33fcd353783f1aa6c690283591e00ef60b3336fc8} rispetto a un modello dalle caratteristiche simili ma alimentato a gasolio fossile. La scheda tecnica Non ne risentono di certo le prestazioni: nel corso del test, svolto su mare quasi calmo con ben 11 persone a bordo e 3/4 di carichi liquidi, la barca – spinta da una coppia di MAN i6 da 730 HP – ha raggiunto 25,8 nodi, dimostrando che i 26 nodi dichiarati dal cantiere sono più che veritieri, con un consumo a 18 nodi di velocità di crociera di 190 litri/ora, per un’autonomia di circa 345 miglia. Al timone il Magellano ha una risposta sincera, a metà strada tra il dislocante e il planante. A velocità sostenuta accosta in maniera equilibrata, né troppo rapida né lenta, senza mai raggiungere inclinazioni che possano mettere a repentaglio le stoviglie di bordo. In dislocamento o a barca quasi ferma abbiamo apprezzato la stabilità, rimasta pressoché invariata anche disattivando il Seakeeper installato su questa unità. Analizzando l’estetica di questo yacht, è evidente la volontà del cantiere e di Ken Freivokh di mantenere la continuità stilistica con i primi modelli, a partire dai cosiddetti flabelli in teak che sono il segno distintivo dell’intera gamma, presentando allo stesso tempo linee più spigolose e contemporanee. Sul Magellano 60 troviamo, inoltre, proporzioni rielaborate per offrire maggiori volumi interni e soluzioni che aumentano la percezione del contatto con la natura esterna, dalle vetrate a tutta altezza alla Infinity Terrace del pozzetto con il parapetto in vetro trasparente, cuore della vita di bordo dello yacht. Qui due divani speculari, posti per chiglia proprio per non ostacolare la vista verso poppa, sono abbinati a un tavolo modulare e sono serviti da un mobile bar che non è altro che l’estensione, una volta aperte tutte le porte a vetro, della cucina interna. Il tutto all’ombra di un fly di ampie dimensioni che ospita una zona relax, un living e la timoneria esterna, a loro volta protetti da un T-top. Una terza area conviviale si trova a prua, con una lounge e un grande prendisole. Per quanto riguarda gli interni, come già anticipato, all’ingresso troviamo la cucina e poi, salendo un gradino, un open space con salottino sulla sinistra e dinette convertibile sul lato opposto, più la timoneria principale. La zona notte è tutta sottocoperta e si articola in tre cabine, con armatoriale centrale a tutto baglio, una con letti separati sulla dritta e una Vip a prua, ciascuna con il proprio locale toilette. L’alloggio per l’equipaggio si trova a poppa con accesso indipendente. Per le finiture è stato scelto il rovere Cinder spazzolato dalle coloriture grigio calde, abbinato a laccati bianco e avorio, con dettagli bronzei e superfici in paglia di Vienna, il tutto per creare un’atmosfera calma e naturale. La gallery Questo articolo ti è piaciuto? Condividilo!