Focus sul Tofinou 9.7 di Latitude 46 Yachts di Nico Caponetto il 1 Mar 2021 Scheda tecnica Lunghezza massima f.t. m 9,82 Lunghezza scafo m 9,15 Larghezza massima m 2,99 Rapporto lunghezza/larghezza 3,06 Deriva standard m 2 Deriva basculante m 1,22-2 Deriva telescopica m 0,9-2,10 Dislocamento Kg 2.300 Tipo di armamento sloop Albero in alluminio con un ordine di crocette Boma in alluminio Vang rigido con paranco interno Bompresso fisso Sartiame spiroidale Verricelli 2 winch su supporti interni al pozzetto, 2 winch sulla tuga Superficie randa mq 28 Superficie fiocco autovirante mq 20 Superficie gennaker mq 80 Superficie Code 0 mq 40 Motorizzazione 15 HP Tipo di trasmissione S-Drive Capacità serbatoio carburante 25 litri Capacità serbatoio acqua 50 litri Portata omologata 6 persone Progetto Peugeot Design Michele Molino (architettura navale) Costruttore Latitude 46 Yachts Constr. Ile de Ré – Francia latitude-46@classic-boats.com https://tofinou.com Importatore YachtSinergy, Cala Galera tel. 335 22 07 42 Categoria di progettazione CE C Prezzo base (Iva esclusa) 135.000 Euro La gallery Descrizione della barca provata Si colloca nella fascia dei natanti, l’ultimo nato del cantiere francese Latitude 46. Le linee classiche e l’estrema attenzione alle rifiniture, sono il marchio di fabbrica per questo day cruiser dalla bellezza d’altri tempi. L’alleanza progettuale fra mondo dell’auto e quello dello yachting non ha sempre condotto a risultati eclatanti. Spesso sfugge anche la necessità di questo connubio sul piano del design, considerando che chi va per mare probabilmente ama di più le differenze fra un’auto e una barca che le similitudini. Nel caso del Tofinou 9.7, le obiezioni sono state azzerate dal risultato. Video originale del cantiere La collaborazione fra Peugeot Design e il cantiere bretone ha portato alla luce una barca davvero bella, che mantiene tutta l’eleganza e la semplicità tipiche dei Tofinou, con qualche nota di modernità che si inserisce perfettamente nel solco più classico tracciato dalla produzione del cantiere. C’è da dire che lo studio del leone rampante ha sempre avuto un approccio globale al design, cimentandosi in ambiti anche molto diversi da quello dell’automobile; inoltre, l’architettura navale è stata curata da Michele Molino, che aveva dichiarato come la barca fosse il “frutto di un lungo lavoro di progettazione con tecnologie adottate prese in prestito dal mondo del maxi per essere in grado di combinare prestazioni e affidabilità“. Fatto sta che questa contaminazione fra culture e competenze diverse ha dato vita a una barca in cui la coesistenza fra materiali e stili classici e innovativi rappresenta il valore aggiunto. La costruzione dello scafo è in sandwich di PVC con resina vinilestere, con parti in pieno nella zona della chiglia e rinforzi in acciaio. Anche la coperta è realizzata con un sandwich rivestito di teak spesso 8 millimetri che viene fissato con un procedimento di incollaggio sottovuoto. Non mancano importanti inserti di mogano, materiale tipico dei Tofinou, come il rivestimento della tuga appena accennata, quasi a rappresentare una lieve curvatura della coperta. La carena più larga rispetto a quelle più tradizionali del cantiere, ha permesso di migliorare l’ergonomia del pozzetto e la circolazione sul ponte sia in un’ottica di regata sia in quella più croceristica. L’idea è comunque quella di permettere una condizione in solitaria, grazie alla presenza del fiocco autovirante e alla posizione della scotta di randa, giusto alle spalle del timoniere, e quelle del fiocco, rinviate ai winch collocati a pochi centimetri dalla posizione che il timoniere assume sopra o sotto vento. L’armo è a 7/8 con un ordine di crocette e presa di terzaruoli diretta. A prua, oltre al fiocco rollabile con il tamburo sotto il livello del ponte, è fissata una delfiniera in carbonio cui si può murare un code 0 rollabile. Essenziali, ma estremamente curati nelle rifiniture, gli interni sono coerentemente impostati per un uso giornaliero della barca. Quindi due cuccette laterali a prua e due divani, un mobile cucina e un bagno chimico. Sotto i gradini c’è l’accesso al motore entrobordo da 15 HP con elica a pale abbattibili e trasmissione sail drive. Tre le possibili scelte per la chiglia: fissa, basculante o telescopia, con pescaggio che varia da 0,90 a 2 metri. Anche la pala del timone può essere doppia o singola, scelta, quest’ultima, che bene si associa a quella di una chiglia fissa in cui il pescaggio è maggiore. Questo articolo ti è piaciuto? Condividilo!