Focus sul Grand Soleil 40 di Cantiere del Pardo

di Nico Caponetto il 28 Lug 2023

Sommario

Abbiamo provato il Grand Soleil 40 di Cantiere del Pardo

Due versioni, Performance e Race e due firme, quella di Matteo Polli e Nauta Design. Nasce così il nuovo Grand Soleil 40, che si ispira al 44 piedi per combattere nella fascia di mercato più affollata.

Le linee

“Le linee di carena sono un’evoluzione del concept studiato per il Gs 44”. Parola di Matteo Polli, l’architetto navale che si è occupato di sviluppare le linee d’acqua del nuovo 40 piedi di Cantiere del Pardo.

Parola alle cui spalle ce ne devono essere state a fiumi, visto che gli obiettivi del cantiere erano gli stessi perseguiti con il precedente modello, ma in questo caso in dimensioni più contenute, con tutti i maggiori problemi che ne derivano per cogliere un buon compromesso fra prestazioni ergonomia e abitabilità interna.

Ora, se ci si attiene alle comunicazioni ufficiali, può sembrare che mettere a discutere intorno a un tavolo un architetto navale, un designer di interni e i tecnici del cantiere significhi realizzare un ricevimento alla corte d’Inghilterra. In realtà, stando alle ammissioni fatte a “microfoni spenti”, si tratta di guerriglia pura.

Alla cui conclusione ognuno si ritrova ad avere conquistato e ceduto centimetri del suo territorio per mettere in acqua il risultato di un’idea che rappresenta l’evoluzione di quella precedente e non una sua copia in scala minore.

Il design

Nel caso del Grand Soleil 40, Matteo Polli, Massimo Gino di Nauta Design, e Gigi Servidati, cuore testa e anima di Del Pardo, hanno passato più di una notte in bianco a combattere per portare al salone di Cannes dello scorso anno una barca che ci ha entusiasmato.

Perché, quando si prende un progetto molto riuscito (il GS 44 ha vinto due mondiali ORC nel 2021 e nel 2022) e si scende di dimensione, il problema maggiore è quello di mantenere un equilibrio fra i volumi della carena, molto sportiva, e quello degli interni, affinché la prima non paghi un prezzo all’abitabilità e viceversa.

Matteo Polli ha disegnato uno scafo poco bagnato, con un’ottima lunghezza dinamica al galleggiamento e con entrate di prua molto sottili. La svasatura dell’opera morta, accentuata nella zona poppiera, oltre a incidere sulla lunghezza al galleggiamento ha permesso a Nauta Design di ricavare il massimo dell’abitabilità interna.

Attentissimo lo studio della coperta, affinché anche la sua progettazione potesse incidere in modo sensibile sulle prestazioni. In questo senso si inserisce la scelta di arretrare l’albero in modo da avere la lunghezza massima possibile della base delle vele di prua anche nel caso della versione Performance che prevede un fiocco autovirante.

“Abbiamo trovato le giuste proporzioni per avere una coperta ampia e funzionale sia in regata sia in crociera – spiega Massimo Gino, di Nauta Design – dove tutte le manovre studiate con l’architetto navale Matteo Polli e Cantiere del Pardo trovano posizioni e soluzioni ergonomiche, pratiche e funzionali per entrambi gli utilizzi.

In uno scafo leggero e filante siamo riusciti a inserire tutte le funzioni necessarie su un 40 piedi che, anche negli interni, sa offrire comfort e funzionalità. Dalla cabina al bagno del’larmatore, dalla cucina alla dinette, i volumi, gli stivaggi e tutte le funzioni sono precisi e ben dosati. Lo stile ricco e sobrio è quello ben collaudato e apprezzato a bordo di tutti i Grand Soleil”.

Gli interni

Sottocoperta il GS 40 prevede due opzioni: nella versione standard troviamo tre cabine e un bagno per offrire armadiature più spaziose e un’area di camminamento maggiore nella cabina armatoriale, mentre il layout opzionale prevede tre cabine e due bagni. La cucina è a murata e si sviluppa su una lunghezza di 2,60 metri.

La versione Race, oltre all’uso del carbonio, prevede un’ottimizzazione della coperta in cui sono stati inseriti 6 winch, due in più rispetto alla Performance, bompresso lungo, paterazzo idraulico e un pescaggio standard di 2,40 metri con lama in ghisa e siluro in piombo.