Focus sul Contest 55 CS di Nico Caponetto il 29 Mag 2020 Scheda tecnica Lunghezza massima f.t. m 18,10 Lunghezza scafo m 17,00 Lunghezza al galleggiamento m 15,83 Larghezza massima m 5,02 Rapporto lunghezza/larghezza 3,3 Dislocamento kg 24.960 Deriva m 2,55 Tipo di armamento sloop (optional cutter) Albero alluminio con tre ordini di crocette (optional carbonio) Boma alluminio (optional carbonio) Vang rigido Bompresso fisso Sartiame Dyform (optional in tondino con armo in carbonio) Verricelli quattro verricelli sui paramare Superficie randa mq 92,75 Superficie genoa 106{2e3577d2bd6aebaa150c85c33fcd353783f1aa6c690283591e00ef60b3336fc8} mq 71 Motorizzazione Volvo Penta 150 HP Tipo di trasmissione linea d’asse Capacità serbatoio carburante 850 litri Capacità serbatoio acqua 725 litri Portata omologata 8 persone Progetto Judel/Vrolijk – interior design Wetzels Brown & Partners Costruttore Contest Yachts www.contestyachts.com info@contestyachts.com Importatore Nautigamma Sas www.nautigamma.com a.dalmas@nautigamma.com Categoria di progettazione CE A Ocean Prezzo base (Iva esclusa) 1.398.000 Euro La Gallery Descrizione della barca provata Una grande barca per la navigazione d’altura: linee moderne ma con un chiaro richiamo al classico e un attento uso del carbonio per ridurre pesi e ingombri al fine di ottenere le migliori performance. La continuità con il vecchio Contest 55, il cui progetto risale ormai a oltre vent’anni fa, si individua bene nella visione che caratterizza e accomuna tutte le barche del cantiere olandese, ossia quella dell’assenza di compromessi. I Contest sono barche destinate alle lunghe navigazioni, solide, costruite come se tutte dovessero fare il giro del mondo. Naturalmente non fa eccezione il nuovo 55 CS presentato a Düsseldorf lo scorso mese di gennaio. Anche i tratti essenziali della barca riflettono il pensiero originario da cui proviene: pozzetto centrale, poppa larga ma non in modo esasperato, baglio massimo a mezzanave, volumi e spazi interni che si adattano alle esigenze della navigazione e non il contrario. Nello stesso tempo ci troviamo però di fronte a una barca completamente diversa, poichè, con il passare degli anni, le nuove conoscenze sul piano progettuale e sull’uso dei materiali, hanno permesso a progettisti e costruttori di coniugare ancor meglio marinità e prestazioni, comfort e sicurezza, andando ben oltre gli slogan utili al marketing. Così le linee del nuovo Contest 55 CS, disegnate dallo studio Judel/Vrolijk, perdono gli slanci, soprattutto quello di prua, mentre il pozzetto rimane centrale e perfettamente protetto. Le sue dimensioni sono decisamente contenute, ma a differenza del vecchio modello, lo spazio è tutto dedicato agli ospiti. Diversa anche la timoneria, qui suddivista nelle due ruote che, servite da vere e proprie poltroncine, hanno sostituito l’unica ruota centrale che occupava davvero molto spazio. Alle spalle del timoniere si sviluppa una grande superficie libera sotto la quale si sviluppano la cabina armatoriale e il garage per il tender ma che può essere utilizzata con grande soddisfazione come zona prendisole, ben defilata rispetto alle manovre e, perciò, preferibile rispetto all’altra zona relax disponibile a pruavia dell’albero. Sul piano della costruzione fa la comparsa l’uso del carbonio per alcune parti strutturali – come i longheroni – in aggiunta alla stratificazione sottovuoto, già adottata da anni per tutti i modelli del cantiere, così come sottovuoto è il sistema di incollaggio dei filarotti di teak sulla coperta. Da parte sua, il carbonio ha permesso di ridurre le dimensioni di certi componenti, creando più volumi e altezze interne. Meno peso, più velocità ma stessi criteri di robustezza e rigidità certificati, come per tutte le barche Contest, dal Lloyd di Londra. Gli interni sono stati progettati dallo studio Wetzels Brown & Partners e ricalcano l’eleganza e l’impostazione già sperimentate sull’ammiraglia del cantiere, il Contest 85 Cs, di 26 metri. Qui siamo su uno scafo ben più piccolo, ma la sensazione di grande comodità è consentita anche dalla presenza standard di due sole cabine. Per la verità, sembra che non si perda più di tanto nella versione a tre, soprattutto tenendo conto che la deliziosa armatoriale di poppa, a tutto baglio, resta identica in entrambi i casi. Volume, aria, altezza e facilità di movimento risultano amplificati dalla luminosità consentita dalle ampie finestrature che circondano la tuga e da quelle poste nei punti cruciali dello scafo, nonchè dai sei grandi osteriggi che si aprono in coperta. Questo articolo ti è piaciuto? Condividilo!