Stand up, la nuova frontiera di Nautica Editrice il 21 Ago 2016 La pesca del tonno in drifting ha ormai contagiato tutte le nostre coste. Il combattimento in piedi con questi pesci può essere veramente entusiasmante e raggiungere il massimo della sportività. La pesca in stand-up nasce da un’esigenza ben precisa, pompare grandi prede verticalmente. In pratica si rivela incredibilmente funzionante con tutti quei pesci che fuggono verso il fondo e che si bloccano a una certa profondità nuotando parallelamente alla barca. Nelle nostre acque questa è una caratteristica peculiare dei tonni. Il fusto di queste canne non solo è sensibilmente più corto di quelle tradizionali, data la spinta verticale che deve esercitare, ma si tratta nella maggior parte dei casi, di fusti a ripartizione. La caratteristica principale che devono avere è quella di distribuire la potenza di ritorno del fusto, proporzionalmente alla spinta esercitata, contraria al pesce. Nella pesca in stand-up la canna poggia sulle cosce e il mulinello si trova all’altezza dell’inguine, collegato ai ganci del renale o del giubbotto. Nell’azione di pompaggio le braccia non intervengono quasi per niente, bensì è il movimento del corpo a fare in modo che la canna si porti in posizione eretta creando la pompata. In pratica sono le ginocchia a flettersi facendo assumere al pescatore la posizione di “seduto” ed è il peso del corpo a controbilanciare la trazione del pesce. La canna viene avvicinata al pescatore mediante il giubbotto o il renale. Successivamente la canna, portata in posizione verticale, si raddrizza, avvicinando la preda al pescatore. Nei combattimenti con prede molto grandi intervengono anche le ginocchia, che aiutano a controbilanciare la trazione del pesce, poggiando contro la murata interna della barca e fungendo da perno. Da prove realizzate con un dinamometro si è constatato che se eseguita correttamente l’azione di pesca in stand-up permette al pescatore di esercitare la medesima trazione che eserciterebbe su una sedia da combattimento. Questo perché nella pompata portata all’estremo, è il peso del corpo a controbilanciare quello del pesce. Ne consegue che nel momento culmine della pompata il pescatore si trova completamente proteso all’indietro, in posizione seduta, retto soltanto dalla preda che gli imprime una forza contraria. In questo preciso momento, se la lenza si spezza, viene a mancare la forza controbilanciante e il pescatore inevitabilmente cade di schiena. Tale evento può portare danni non indifferenti se si considerano gli spazi non sempre agevoli di un pozzetto, magari con ingombri propri della barca o attrezzature da pesca lasciate in giro. I combattimenti estremi in stand-up andrebbero, per sicurezza, condotti sempre con un altro membro dell’equipaggio alle spalle del pescatore, in modo da reggerlo se la lenza si dovesse spezzare. È inoltre da tener presente che in alcune fasi del combattimento, il pescatore si trova sul bordo della barca, proteso verso l’acqua. In tali frangenti, specialmente se si combatte con un tonno di notevoli dimensioni, un indurimento improvvido della frizione, può significare finire in acqua. Logicamente, per controbilanciare il peso del pesce con il proprio, si deve poter contare su un carico di rottura della lenza almeno di 30 libbre. Nelle classi inferiori, l’azione di stand-up è molto ridotta e la pompata avviene con leggere flessioni delle gambe e con una minima trazione delle braccia. Nella pesca al tonno è consigliabile cominciare a condurre i combattimenti in stand-up, dopo aver preso una buona confidenza con tali prede, in diversi combattimenti sulla sedia. La stand-up oltre ad essere una sigla di identificazione per un certo tipo di canne, è un sistema di pesca vero e proprio. Ne consegue che deve essere messo in pratica secondo schemi ben precisi e non come una variante della pesca tradizionale. Per la pesca in stand-up si necessita di particolari cinture da combattimento, che anziché essere posizionale all’inguine, poggiano sulla parte superiore delle cosce. Alla cintura va abbinato il renale, ovvero una fascia che cinge i reni, con due moschettoni anteriori che andranno agganciati al mulinello durante il combattimento. Se invece di pompare esclusivamente con le gambe si decide di utilizzare in combinazione sia le gambe che le spalle, invece del renale, si può utilizzare un giubbotto classico, con i cinghiaggi di collegamento con il mulinello molto corti, in modo da sfruttare lo spostamento del busto contrariamente al pesce. Questo articolo ti è piaciuto? Condividilo!