La distanza delle esche nella traina d’altura di Nautica Editrice il 21 Ago 2016 Data la provenienza oceanica, ci siamo affidati prevalentemente all’esperienza di chi da anni traina in altura, miscelando le nozioni provenienti dagli Stati Uniti, dal Sud Africa e dal Sud America con quelle accumulate nei nostri mari dai pionieri di questa tecnica, che per primi hanno saputo affrontare l’incognita di una tecnica poco conosciuta e poco praticata. Le scuole di pensiero sono prevalentemente due: la prima usa minnow a una velocità di circa 5 nodi; la seconda sfrutta scie di vario tipo per proporre esche di superficie ad una velocità che varia dai 7 ai 10 nodi. La traina prettamente di superficie mirata ai tunnidi si basa prevalentemente all’attrazione che la scia prodotta dai motori e dai teaser produce dietro la barca. Questa è la prima cognizione che si deve avere. Partendo da questo sarà necessario calare in acqua dei teaser che lavorino a circa 10-15 metri da poppa, ovvero dietro la prima onda prodotta dai motori, e una prima batteria di esche immediatamente dietro la scia dei teaser. A scalare le esche più esterne si allontanano gradatamente dai teaser, creando una sorta di cono con vertice a poppa. Disponendo di outrigger, le esche più esterne dovranno essere allontanate di circa 70-80 metri per pescare fuori scia, in modo da insidiare anche i pesci che non vengono attratti dalla scia. La traina con i minnow è invece più tranquilla e pulita. La batteria di canne si posiziona sempre a V con vertice a poppa, ma non è necessario l’ausilio di teaser. Utilizzando i minnow bisogna sempre calarne uno o due in mezzo alla schiuma dei motori, in modo che peschino a non più di dieci metri da poppa. Sulla velocità di traina c’è da considerare che i minnow, se ci troviamo in presenza di onda formata, tendono a uscire dall’acqua oltre una certa velocità. Di conseguenza, in tale situazione, sarà necessario piombare con 200-300 grammi per ovviare all’inconveniente. Nel calare le esche è sempre importante considerare che nelle curve strette le esche interne dovranno passare sotto le lenze di quelle più esterne, quindi bisognerà ottimizzare le distanze tra le esche e l’altezza delle canne. Negli ultimi tempi, soprattutto insidiando tonni di branco, si sono rivelate molti catturanti le esche trainate a brevissima distanza da poppa. Nonostante sembri un paradosso, i tonni arrivano ad attaccare le esche trainate nella turbolenza delle eliche. In considerazione di questo è sempre preferibile avere una o due esche che lavorino a non più di 10 metri dalla poppa. Se si verificano catture a tale distanza, è preferibile avvicinare alla poppa tutte le esche. Nella traina alle alalunghe il discorso cambia radicalmente. L’esperienza ha dimostrato che danno i migliori risultati le esche lontane dalla poppa, quindi averne un paio a 70-80 metri di distanza è sempre preferibile. C’è da considerare poi che alcune esche lavorano bene anche nella turbolenza, mentre altre non reggono la velocità di traina nella schiuma. Questo è un altro parametro su cui basarsi nella distanza da dare alle esche in pesca. Le esche che hanno dato i migliori risultati, in particolar modo nella scia della barca, sono stati i kona, con testa metallica o plastica, che presentano dei fori passanti sulla parte anteriore, denominate jet. Tali esche lasciano una scia di bollicine dietro di sé che, probabilmente, ha un potere molto attirante per i tonni. I kona vanno montati con terminali di diametro non inferiore allo 0,70 e con ami dritti da tonno. La lunghezza del terminale è di circa due metri con canne di lunghezza tradizionale e di un metro e mezzo con canne corte. Oltre ai jet, hanno dato ottimi risultati anche kona con testa piatta inclinata, con testa concava, a ogiva pesante e ovviamente i minnow. Questo articolo ti è piaciuto? Condividilo!