Mille libbre di adrenalina

Golfo di San Lorenzo, Canada: siamo nel paradiso dei tonni giganti, dove pesci che da noi varrebbero una stagione qui sono considerati baby e dove il sogno di ogni pescatore è quello di ritrovarsi in canna un gigante da mille libbre.

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Consigli

E’ verso la fine di luglio che enormi banchi di aringhe arrivano nell’immenso bacino dai bassi fondali, portando al loro seguito – puntualissimi – i tonni giganti per il banchetto estivo. Ed è allora che nelle tipiche barche North Humberland Strait dei pescatori locali, le nasse per la pesca di astici e granchi vengono sbarcate per far posto alla sedia da combattimento, a grossi igloo per ghiaccio e pastura, a una capiente vasca per il vivo. Perché se i tonni giganti seguono affamati i grandi banchi di pesce foraggio, gli appassionati di pesca da tutto il globo inseguono i tonni e si riversano sulla costa atlantica canadese “guidati” da un’altrettanto bellissima “fame”: allamare e combattere un tonno gigante da 500 kg. Noi abbiamo fatto altrettanto.

Diario di viaggio

Metà settembre, è ora di partire. Direzione Halifax, da lì trasferimento ad Antigonish che sarà la nostra base operativa. L’indomani mattina all’alba partenza per Cribbon Point dove ci attendono il Capt. Josh Temple insieme ai fratelli Robert e Mark Boyd a bordo del nuovissimo “On the Hook”.

Sorprendentemente la prima giornata è caratterizzata da un sonoro cappotto. Facciamo oltre 50 miglia, ma rileviamo solo qualche sporadica marcatura e qualche grossa scodata in superfice.

La seconda giornata sembra uguale, fin quando a metà giornata una telefonata ci informa che di fronte a Ballantyne Cove c’è una grande attività in atto. Non mettiamo tempo in mezzo, via a manetta finché, arrivati sul posto, restiamo senza parole di fronte ad uno scandaglio che sembra impazzito. Ma questa è la Nova Scotia, un posto impareggiabile al mondo, dove in una manciata di minuti ti ritrovi in una situazione che non avresti mai immaginato e dove devi unire estro e competenza per misurarti con banchi di tonni giganti in frenesia che si agitano sotto la tua barca. Giusto il tempo di preparare la sedia, indossare il renale, calmare l’adrenalina che è già in subbuglio e mettere la lenza in acqua: la sfida ha inizio, pochi minuti e siamo già in combattimento con un gigante di oltre 700 libbre, e andremo avanti così per tutto il pomeriggio fino al rilascio del terzo pesce consentito dal rigido regolamento canadese.

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Via col vento

In un batter di ciglia, in questo mare la realtà di pesca può cambiare repentinamente. Così, al terzo giorno, quella terra che ci era apparsa ospitale e generosa prende aspetti del tutto diversi: un fortissimo vento ci costringe in porto, la terra splendida con cielo terso e mare calmo in poco tempo può trasformarsi in un posto da incubo, specialmente a mare. Uscire sarebbe imprudente.

A terra, però, il tempo non passa mai e bisogna darsi da fare. Può essere utile sapere che qui ogni centro commerciale è dotato di vasca con astici vivi dal costo accessibile (circa 25 euro al kg): un bel piatto di spaghetti all’astice e del buon vino, aiutano certamente a superare lo stress.

La mattina seguente, con mare ancora un po’ mosso, ci dirigiamo verso le poste delle reti per le aringhe. Qui, ogni barca che pratica la pesca al tonno ha il permesso di calare 200 metri di reti per approvvigionarsi di esche, ed è il sistema di pesca più comune da queste parti.

Il fatto interessante, è che di notte i tonni sostano frequentemente nei pressi della rete. Succede, allora, che salpando la rete – spesso piena all’inverosimile – molte aringhe si staccano e le scaglie lasciano una scia molto affascinante, luccicante e profumata, che fa impazzire i tonni che cascano nei tranelli… come tonni! La rete, infatti, viene issata in superfice e funge da ancora, scatenando in un attimo uno spettacolo da mozzare il fiato, facendo impazzire gli scandagli che si riempiono di marcature, e gli uomini che assistono a uno spettacolo unico di decine di tonni, di peso non inferiore ai 3 quintali, che iniziano a bollare attorno la barca.

Soprattutto per chi non è abituato a tanta abbondanza, l’adrenalina rischia di giocare brutti scherzi: cuori in tumulto più dell’acqua, pressione da cardiopalma nella certezza che la canna potrebbe partire da un momento all’altro, mentre sono tutti concentrati a scommettere sul peso del primo tonno che abboccherà.

Ma in fondo è proprio questo a fare la magia del paradiso dei “grander”: l’attesa. L’attesa per ammirare anche solo per un attimo quella meraviglia della natura al fianco della barca, per poi vederla ripartire subito dopo il rilascio. Questo sistema ha sicuramente aspetti affascinanti, ma ne ha anche di non proprio incoraggianti. Infatti, nelle prime fasi del combattimento è estremamente probabile che il tonno parta in direzione di una rete agganciandone una boa con il filo, e se questo accade, saranno soltanto l’abilità dell’equipaggio e un pizzico di fortuna, ad evitare la rottura.pesca

Vicini al sogno

La fortuna, appunto, quella che alla successiva giornata sembra averci abbandonati. Dopo il rilascio di un esemplare da 700 libbre, le altre due catture consentite si risolveranno con una slamata dopo 14 minuti e in una rottura dopo 12 minuti, e passeremo il resto della giornata a dissertare sul regolamento canadese, e cercando di fare alcuni sgombri vivi per l’indomani.

E’ l’ultima giornata e siamo fiduciosi, ma anche un tantino scocciati perché dei 9 pesci allamati finora siamo riusciti a vederne solo un paio sotto bordo, e neanche grossi. Ma la mattina inizia bene. Salpata la rete, cominciamo a vedere decine di pesci sfrecciare sotto la barca, e arriva subito il primo strike: 40 minuti di combattimento e rilasciamo un baby tonno, di poco sopra i 200 kg. Tornati sulla rete, dopo un paio di ore siamo di nuovo in combattimento. Il pesce dà alcune testate e comincia la sua fuga: nuota lentamente, ma tutta la sua forza è perfettamente trasmessa sulla canna dandoci sensazioni indimenticabili. Quasi sembra un grosso squalo per come tira, però il Capitano conferma sicuro: “Tuna!”.

Trascorre circa mezz’ora prima che il pesce salga in superficie, e dopo una sfuriata lo vediamo saltare a pelo d’acqua. E’ uno splendido esemplare, stimato oltre le 800 libbre. Riusciamo a portare il terminale fuori dall’acqua, ma il tonno riparte e dopo venti minuti arriva inesorabile la slamata. Con pesci di questa mole non puoi permetterti alcun errore, e uno dei più frequenti consiste nel non mantenere il filo nella giusta angolazione durante la fase finale del recupero. A causa delle dimensioni del pesce, l’amo molto spesso non si fissa in maniera corretta e quando l’angolo di trazione è molto ampio (per capirci, pesce vicino alla superficie, in posizione di nuoto normale e non di fianco come di solito accade al termine del combattimento) se il gigante gira la testa verso la canna è molto facile che l’amo perda la presa. Senza dimenticare che un tonno di queste dimensioni riesce letteralmente a masticare e rompere la punta di ami 10/0 pregiudicandone la tenuta.

Ultimi fuochi

Ritorniamo sul posto, e a dispetto delle tante marcature sullo scandaglio non succede nulla fino a metà pomeriggio. Cambiamo i terminali e scendiamo da 200 a180 libbre di carico. Attendiamo pazienti mentre nello scorrere delle ore riviviamo le emozioni del combattimento precedente, finché Il grido: “Run! Run! Run!” accompagnato dalla partenza a razzo del mulinello rianimano la barca, e in un attimo la danza ricomincia. Per evitare di rompere l’ennesimo terminale, decidiamo che se il pesce arriverà sotto bordo sarà tirato su solo con la canna, mentre il mate cercherà di tenere il terminale a distanza dalla barca, agevolandone con cautela il recupero. Dopo circa 30 minuti il terminale arriva a portata di mano, ma il pesce riparte. Il Capitano l’ha visto, e ci informa che si tratta di un bel pesce, non lungo ma “Chunky”, ovvero tozzo.

Prima di ammirare la sagoma di un rotondo esemplare stimato intorno alle 900 lbs ci vorrà un’altra mezz’ora di tira e molla, fino al rilascio, ma non prima di aver fatto finalmente un po’ di foto che aiuteranno a passare meglio l’inverno in attesa di tornare in questo paradiso. Al nostro amico Michel che, fermatosi in Nova Scotia una settimana più di noi, è riuscito a coronare il sogno del gigante da 1000 libbre, sogno reso immortale da uno splendido filmato, tutti i nostri auguri di… buona pesca!

Notizie Utili

Sono diversi i charter che operano nell’area. Noi ci siamo affidati alla PrimeTime Adventures del Capitano Josh Temple, conosciutissima ed apprezzata guida che di inverno opera anche a Tofino  in British Columbia, sulla costa ovest del Pacifico. La barca “On the Hook” è un nuovissimo  45” North Humberland Strait Style attrezzato con tecnologia di ultima generazione,  un po’ più largo dello standard utilizzato localmente, ma estremamente maneggevole. Il charter opera dalla Marina di Cribbon Point situata a circa 20 km dalla cittadina di Antigonish, che può essere utilizzata come comoda base per chi desidera stare in città ed è anche l’unico posto nei dintorni dove poter fare la spesa e dove mangiare ( Gabrieau’s Bistrò è il ristorante dove la sera si ritrovano i pescatori e lì potrete incontrare leggende come Cookie Murray, il patron di Pelagic o Tracy Melton). Se invece volete stare vicini, attorno alla Marina di Cribbon Point, ci sono diverse possibilità per l’affitto di cottage dotati di cucina o piccole villette proprio sopra la marina.

Contatti: Prime Time Adventures Capt. Josh TempleTel.: +1 250 266 1987 – www.primetimeadv.com