Raid Europeo 2022 del Club del Gommone di Milano di Ufficio stampa esterno il 21 Giu 2022 Un fuoribordo Suzuki DF200AP spinge per quasi 3.000 miglia il RIB Nuova Jolly Prince 22, con a bordo gli equipaggi del Club del Gommone di Milano, partito da Fiumicino (Roma) il 27 aprile e arrivato il 13 giugno a Basilea, nel cuore d’Europa Il fuoribordo Suzuki DF200AP è il protagonista del raid Europeo 2022. Il 200 HP di Suzuki, con motore a 4 cilindri in linea, 2.867 cc di cilindrata, in 43 giorni ha coperto 2.928 miglia, confermando le proprie doti: affidabilità, potenza, consumi contenuti e semplicità d’uso. Con l’arrivo a Basilea si è concluso il 13 giugno il Raid Europeo 2022 organizzato dal Club del Gommone di Milano in collaborazione con Suzuki e Nuova Jolly. Come ogni raid organizzato dal Club, lo scopo di quest’ultima “maratona nautica” non è stato sportivo ma quello di diffondere la passione per il mare e per la navigazione, dimostrando che, anche con un normale natante da diporto di media grandezza e un fuoribordo di serie, si può arrivare ovunque. Una rotta, quella dell’ultimo raid, fra Mediterraneo, fiumi e canali, per portare un messaggio di unione ai paesi europei incontrati lungo la rotta. Partito lo scorso 27 aprile dalla sede del Concessionario ufficiale Suzuki Giada ‘96 di Fiumicino, il raid è proseguito nelle sue tappe con una staffetta di nove equipaggi che si sono dati il cambio ai comandi del Nuova Jolly Prince 22 motorizzato con un fuoribordo Suzuki DF200AP. Il primo equipaggio, composto da Eugenio Severgnini, Carla Gnemmi, Davide Cella e Daniela Covati, ha navigato lungo la costa tirrenica per 239 miglia fino a raggiungere Genova, dove si è dato il cambio con il team composto da Angelo Villani, Clipper Telò, Stefano Rocca e Marco Mosca, che ha navigato per ulteriori 220 miglia fino a Marsiglia, con una sosta a Bordighera per effettuare il tagliando delle 20 ore al fuoribordo Suzuki presso Teknosea un Suzuki Point del Concessionario Ufficiale del Ponente Ligure “Marine Wizard” di Marina degli Aregai – Santo Stefano al Mare (IM). Da Marsiglia, il Nuova Jolly ha proseguito per altre 240 miglia fino a Tolosa con l’equipaggio composto da Virginio Gandini, Presidente del Club, Alberto Redaelli ed Enrico Bassignana, per quella che è risultata essere la tappa più lenta di tutto il raid. L’equipaggio, infatti, ha dovuto superare ben 63 chiuse – compresa quella di San Martin Lalande bloccata per un problema ai sensori – navigando entro i limiti dei 5 nodi/h imposti dalla normativa locale. Una volta raggiunta Tolosa, Virginio Gandini, Giuseppe Cervo, Ambrogio Fumagalli e Giuseppe Marinaro hanno preso il comando del gommone per compiere una delle tappe più complicate del raid, a causa di alcuni problemi incontrati lungo le 340 miglia di navigazione fino a Les Sables d’Olonne. A Castelnau, infatti, a causa del crollo di un ponte, l’equipaggio ha dovuto affidarsi a un carro gru per saltare dieci chiuse fino a Castelsarrasin, per poi proseguire fino a Port Blanes, a Bordeaux, dove un forte temporale con grandine, marea montante a nove nodi e vento contrario a quaranta nodi, ha ulteriormente rallentato la navigazione. Ma tra le varie peripezie, ci sono stati anche momenti magici come l’arrivo a Les Sables d’Olonne. “Essere arrivato a Les Sables d’Olonne e percorrere il canale da dove partono le più impegnative regate del mondo, come la Vandèe Globe, è stato il momento più felice del mio raid”, ha commentato Virginio Gandini, Presidente del Club del Gommone di Milano. Per le 339 miglia che separano Les Sables d’Olonne da Saint Malò, il gommone è passato sotto il comando di Franco Bodini, Gaetano Spadaccino e Maurizio Beltrami, per quella che poteva rappresentare la tappa più difficile di tutto il raid ma che invece, grazie alla meteo ottimale, si è conclusa addirittura in anticipo. Le 137 miglia che separano Les Sables d’Olonne da Benodet, in Bretagna, sono state le più veloci percorse durante l’intero raid, con l’equipaggio che ha spinto sulla manetta dal gas per arrivare in favore di marea, uno dei fenomeni che ha maggiormente condizionato questa tratta. “Sebbene già viste in altre occasioni, per noi diportisti mediterranei il fenomeno della marea è sempre impressionante. A Saint Malò è addirittura di circa 10 metri”, ha dichiarato l’equipaggio alla fine della tappa. Una volta raggiunta la meta, il Nuova Jolly ha accolto il team composto da Alberto Meraldi e Fabio Peschiera, che ha dovuto fare i conti con un grosso imprevisto nel completare le 362 miglia di navigazione fino a Parigi. Oltre a dover effettuare il normale cambio dell’olio motore, infatti, l’equipaggio ha urtato un ostacolo sommerso in prossimità della seconda chiusa sulla Senna. L’impatto è stato forte e nonostante la robustezza del fuoribordo ha causato la rottura del suo piede, costringendolo a una sosta imprevista a Vernon per la sostituzione completa dello stesso. Grazie all’aiuto diretto di Suzuki Italia, il problema è stato risolto in breve tempo. Dalla capitale francese, il team composto da Ottavio Comotti e Luca Mazzucconi, ha proseguito per 430 miglia fino a Londra, dove ha ormeggiato sotto il Tower Bridge, ma non prima di aver avvistato le bianche scogliere di Dover. “Siamo stati mesi in lista di attesa per vederci assegnare un posto barca a Londra, ma è normale dato che volevamo ormeggiare in pieno centro, sotto il Tower Bridge, durante i festeggiamenti per il Giubileo della Regina. In generale non abbiamo incontrato problemi con gli ormeggi in nessun porto e i posti barca avevano anche un costo relativamente basso, tra i 15 e i 20 euro a notte. Nelle marine sui canali abbiamo pagato solo una volta, 16 euro, a Capestang”, hanno detto gli organizzatori del Club del Gommone. L’ottavo team composto da Alessandro di Lelio, Danilo Redaelli e Giuseppe Cervo ha preso i comandi del Nuova Jolly Prince 22 per le 280 miglia della tappa tra Londra ed Amsterdam, in cui ha incontrato una meteo pessima che lo ha costretto a fermarsi a Ramsgate in attesa di miglioramento. Qui, non trovando la disponibilità di camere negli alberghi limitrofi, l’equipaggio ha dovuto dormire a bordo. Fortunatamente, tornato il bel tempo, il team ha proseguito fino a completare una delle tappe più costose dell’intero raid, dato il costo della benzina di 3 euro al litro che ha dovuto sostenere per il pieno a Ijmuiden Port. Da Amsterdam in poi, il gommone è passato nelle mani di Carmine Fariello e Patrizia Fariello, che hanno compiuto la navigazione più lunga di tutto il raid, 478 miglia fluviali, controcorrente (fino a 9 nodi) fino a Basilea, in Svizzera, con tappa a Strasburgo per la foto di rito davanti al Parlamento Europeo. In questa tappa, e in particolare nelle 140 miglia di navigazione tra Saint Goar e Strasburgo, il fuoribordo Suzuki DF200AP ha mostrato tutta la sua affidabilità, navigando per oltre 10 ore senza mai essere spento. Da Basilea, il gommone ha fatto rientro a Rosenau, in Francia, per l’alaggio e il completamento definitivo del Raid Europeo 2022. In totale, i team hanno navigato per 2.928 miglia nautiche, consumando 2.985 litri di carburante, con un consumo medio di 0.9 litri miglio, che saliva a 1,3 litri miglio solo in occasione di navigazioni con marea contraria. E dopo il Radi Europeo, il Club del Gommone sta già pensando alle prossime avventure: nel 2023 sarà impegnato in un tour italiano rivolto alla sensibilizzazione contro l’inquinamento del mare causato dalle microplastiche; nel 2024, invece, sarà impegnato in un raid dalle finalità sportive. Al termine del Raid, Il Presidente del Club del Gommone Virginio Gandini ha voluto dedicare un pensiero a tutti gli equipaggi e ai partner di questa impegnativa e affascinante avventura: “Raid Europeo 2022 – 2.900 miglia, 43 giorni di navigazione effettiva attraverso mari, canali e fiumi di buona parte dell’Europa. Una magnifica avventura che resterà sulle nostre pagine web quasi fosse un portolano, al servizio di chi vorrà ripercorrerla tutta o in parte superando interrogativi e regolamenti necessari per una buona riuscita. Orgoglioso degli equipaggi partecipanti, alcuni già veterani altri nuovi, tutti entusiasti di questa nuova esperienza dove hanno espresso vero spirito di gruppo. Ringrazio nuovamente Suzuki per averci affidato il DF200AP, fuoribordo che ha girato quasi ininterrottamente tutti i giorni macinando miglia su miglia con qualsiasi condizione meteo e dai consumi contenuti. Così come ringrazio Nuova Jolly Marine per il Prince 22, un battello di appena sei metri e venti, dotato di spazi confortevoli a bordo e con una carena dolcissima e, l’ormai altro nostro partner storico, Navico Simrad per tutta l’elettronica di bordo, compreso il nuovissimo Chartplotter NSX”. Alcune informazioni tecniche sul fuoribordo Suzuki DF200AP Questo 200 HP di Suzuki ha un’architettura con quattro cilindri in linea che vanta prestazioni paragonabili a quelle di un V6, ma con i vantaggi in termini dimensionali e di peso. Per questo con i suoi 225 kg è il 200 HP più leggero oggi presente sul mercato, pesando oltre il 12{2e3577d2bd6aebaa150c85c33fcd353783f1aa6c690283591e00ef60b3336fc8} in meno rispetto gli attuali modelli V6 di pari potenza. Oltre a tale caratteristica, questo fuoribordo Suzuki porta con sé alcune soluzioni tecniche d’avanguardia tra le quali ricordiamo: vanta una presa d’aria diretta di nuova concezione e la fasatura variabile delle valvole, per una maggiore efficienza termica e prestazioni elevate a tutti i règimi; ha 2.867 cc di cilindrata, dunque è un vero “Big Block”, con rapporto di compressione più elevato rispetto alla norma, per garantire accelerazioni fulminee, grazie a valori di coppia elevati già ai bassi règimi; è dotato di tecnologia #consumameno (Suzuki Lean Burn), a combustione magra, per ottimizzare il rendimento e ottenere un significativo contenimento delle emissioni e dei consumi fino al 14{2e3577d2bd6aebaa150c85c33fcd353783f1aa6c690283591e00ef60b3336fc8} in meno rispetto a un motore di pari cilindrata senza dispositivo; grazie alla presenza di una potente centralina a 32 bit, il motore gode di un sistema di monitoraggio di tutte le funzioni e del controllo interno dei parametri operativi in tempo reale, per garantire la massima affidabilità. 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