Crossover, menzione speciale al concorso Nauticontest di Andrea Mancini il 20 Dic 2024 di Andrea Mancini e Luca Mauro Sommario 1a MENZIONE SPECIALE al concorso NauticontestIntroduzioneLa barcaModularità ed ergonomiaScheda tecnicaL’allestimentoAttenzione al designÈ un’idea replicabile su altre barche?ConclusioniIl progettista: Mattia Romani 1a MENZIONE SPECIALE al concorso Nauticontest Progettista Mattia RomaniUniversità/Scuola di Specializzazione Università di GenovaCorso di Laurea/Master Laurea magistrale in Design Navale e NauticoAnno conseguimento titolo di studio 2023 Presentiamo un progetto che, pur non soddisfacendo le specifiche di completezza richieste per partecipare a Nauticontest, merita una menzione speciale perché ben fatto e interessante sotto vari punti di vista. Un progetto di un natante, che possiede obiettivi chiari e ben determinati. “Crossover”, punta a rendere dual-use una piccola barca a vela cabinata di 6,50 metri da regata oceanica – nello specifico un Mini Transat – grazie a un arredo modulare e smontabile con il quale è possibile trasformarla per un utilizzo crocieristico. Introduzione Un natante, in particolare una piccola barca a vela di 6,50 m cabinata, che possa trasformarsi a seconda delle esigenze dell’utente. Da qui il termine “Crossover”, termine oggi largamente utilizzato in molti settori di mercato per indicare l’unione in un solo mezzo delle caratteristiche tipiche di diversi veicoli, scelto dal giovane Yacht Designer Mattia Romani per l’oggetto della sua tesi di laurea del corso Magistrale di Design Navale & Nautico tenuto a La Spezia (SP) dall’Università di Genova e dal Politecnico di Milano. Una tesi dal titolo “Allestimenti versatili e removibili per natanti a vela dual-use”, perché Mattia si è concentrato fondamentalmente sugli arredi della barca, interni ed esterni, al modo per renderli modulari e quindi smontabili. Allo stesso tempo, ha lavorato anche sull’ergonomia, aspetto fondamentale anche in relazione alle piccole dimensioni della barca, e sul design, aspetto per nulla secondario soprattutto quando si parla di una barca da diporto. Sarà riuscito a conciliare questi tre aspetti? Con quale risultato? Andiamo a scoprirlo insieme. Le notevoli strutture della barca sono rimaste intatte condizionando profondamente il lavoro di sviluppo dei nuovi arredi La barca Per sviluppare il suo lavoro Mattia ha scelto una barca esistente, nello specifico il Wevo (mini) 6.5 del cantiere Cima Boats, una piccola barca a vela di 6,5 metri molto particolare perché costruita secondo i regolamenti e le specifiche tecniche della Mini Transat, la regata transatlantica in solitaria che parte da Les Sables d’Olonne in Francia per concludersi a Guadalupe, ai Caraibi, dopo 4.500 miglia di navigazione. Le figure mostrano, in sezione, come i nuovi arredi modulari siano stati sviluppati senza intervenire sulle strutture esistenti Una piccola barca caratterizzata dalla cosiddetta prua scow, ovvero una prua con volumi ampi e tondeggianti tipica dei Mini di ultima generazione che, oltre ad avere particolari proprietà idrodinamiche, aumenta considerevolmente l’abitabilità interna. Su questa barca, generalmente dotata di un allestimento molto specifico, idoneo per una regata oceanica in solitario, Mattia ha recepito la richiesta del cantiere dove stava svolgendo il suo tirocinio formativo pre-laurea che chiedeva di ideare degli arredi molto semplici e leggeri da poter inserire o rimuovere a bordo in autonomia per rendere possibile anche un utilizzo crocieristico. Quindi senza intervenire sulle parti strutturali né sull’armo velico, vincolo che poi ha definito disposizione e dimensioni interne ed esterne dei volumi di bordo. Date le dimensioni ridotte della barca, tale vincolo ha determinato anche la scelta di lasciare a vista le strutture dello scafo che sporgono, nello specifico 10 ordinate e due paramezzali che si uniscono a centro barca. Tali strutture sono state poi utilizzate anche per definire l’arredo e la sua disposizione, oltre che imporre particolari scelte ergonomiche condizionate dalla ridotta altezza sottocoperta. In pianta si può notare come i nuovi arredi modulari siano stati sviluppati senza intervenire sulle strutture esistenti Modularità ed ergonomia Abbiamo detto che il concept progettuale studiato prevedeva la progettazione di un natante che possa essere “trasformato” a seconda dell’esigenza dell’utente attraverso lo sviluppo di un arredo interno ed esterno versatile. “Ho progettato – ci racconta Mattia – una nuova categoria d’imbarcazione mista definibile crossover. Ciò è stato possibile con la progettazione di un allestimento sia per esterno che interno. Sono partito da una barca già esistente per arrivare ad un prodotto finale utilizzabile sia nel campo di regata che in quello di crociera. Il risultato è una barca sufficientemente versatile come prefissato nell’obiettivo progettuale secondo un’idea dual-use.” L’idea di base, quindi, è quella di ampliare la tipologia di utenza di una barca così particolare come un Mini, rendendola idonea ad essere vissuta anche in contesti crocieristici, in famiglia o con gli amici, compreso il campeggio nautico. Scheda tecnica scheda tecnica Crossover L’allestimento L’allestimento è stato, quindi, studiato sulla base di criteri progettuali specifici, quali la trasformabilità, la facilità di montaggio, la semplicità di stivaggio degli elementi e, soprattutto, la completa smontabilità di tutti i componenti. “Il lavoro svolto si è concentrato nel considerare l’essenziale – continua Mattia. – Ho posto particolare attenzione alla valutazione degli spazi e al loro uso. Nella gestione dei volumi ho seguito uno studio strettamente ergonomico, senza trascurare la cura nei particolari e l’attenzione alla scelta dei materiali. La selezione di questi ultimi, sostenuta con occhio attento, è volta allo scopo di proporre un sistema più possibile green, di pratica montabilità e smontabilità, anche attraverso scelte di design studiate ad hoc.” Decisamente impegnativo concentrare e gestire nel poco spazio a disposizione su un Mini tutti gli elementi necessari per una vera riconversione della barca così da rendere possibile anche un uso crocieristico quanto più confortevole possibile. Non a caso, durante il suo studio, Mattia ha dovuto affrontare e risolvere alcune criticità, come il bagno, necessariamente posizionato sotto il tambuccio ma removibile per poterlo usare con maggiore comodità. Oppure, come il tavolo, pensato per un massimo di 4 persone, anch’esso removibile ma, soprattutto, già presente a bordo come piano delle cuccette. Un tavolo che è utilizzabile anche in pozzetto con stesso sistema di fissaggio. Proprio per il tavolo interno, Mattia ha poi studiato una ingegnosa soluzione per le sedute, estraibili dalla struttura, che pone i 4 commensali in diagonale rispetto al tavolo. Tali sedute sono di fatto delle mensole che vengono “estratte” in vari modi dagli arredi contigui (su binario, a compasso) in modo da occupare il minimo dello spazio quando non sono in uso. Sono anche state disegnate due “sedute-sacca” in cuoio a murata, ai lati del tavolo, pensate con il duplice scopo di essere utilizzate sia come cuccette di guardia, quando ad esempio la barca è in regata, sia per riporvi degli oggetti. Tabella pregi e difetti di Crossover Attenzione al design Decisamente interessante ed apprezzabile il lavoro svolto da Mattia in termini di design. Lavorare con i tanti vincoli progettuali di partenza, quali la modularità e smontabilità degli arredi, la trasformabilità di ambienti molto piccoli, mantenendo al contempo una buona ergonomia ed abitabilità complessiva, non era affatto facile, soprattutto se rapportiamo il tutto alle ridotte dimensioni di una barca come il Mini e la necessità di mantenere intatte le strutture esistenti. Nonostante tali problematiche, Mattia ha dato alla barca un nuovo look, minimalista e gradevole allo stesso tempo. In particolare, gli interni danno una sensazione di grande ampiezza grazie alla luminosità dell’ambiente, ai colori scelti, allo stile vagamente scandinavo degli arredi integrati con le strutture a vista della barca, arredi che, ricordiamolo, devono avere le necessarie caratteristiche per essere smontabili. Anche per gli esterni Mattia ha fatto un ottimo lavoro rendendo possibile la trasformazione di un pozzetto allestito per la navigazione in un bel pozzetto comodo da vivere in rada, con tanto di tavolino, tendalino integrato nel boma, per arrivare al piccolo barbecue a sbalzo fuoribordo. Nonostante, ricordiamolo sempre, siamo su una piccola barca di soli 6.5 m dove gli spazi sono ridotti al minimo, soprattutto quando si vuole perseguire l’ambizioso obiettivo di una barca dual-use. È un’idea replicabile su altre barche? L’idea iniziale di Mattia di creare una proposta di arredo modulare con soluzioni versatili, univoche e utilizzabili per una serie di imbarcazioni tra loro differenti, si è scontrata subito con le difficoltà legate alla disomogeneità delle barche da diporto, tanto più quando si tratta di barche piccole come un Mini dove i volumi a disposizione sono estremamente ridotti. “È difficile – ci dice Mattia – riuscire ad elaborare le stesse soluzioni per ambienti così ridotti. Anche dallo studio effettuato nella tesi sulle tiny house o i monolocali, ma anche su camper e auto, ho notato come il prodotto venga studiato nel particolare per adattarsi a quella specifica situazione”. Infatti, allo stato attuale è praticamente impossibile adattare lo stesso arredo immaginato su un dato natante su un altro che, pur avendo caratteristiche morfologiche similari, sarà dimensionalmente diverso per stile, geometrie, strutture. Per raggiungere questo obiettivo ci sarebbe bisogno di una standardizzazione generalizzata poco realistica con gli attuali numeri di produzione delle barche. “Forse – conclude Mattia – un primo passo in tal senso potrebbe essere quello di disegnare e produrre solo alcuni elementi interni validi per più tipologie, visto che avere stessa disposizione di layout e stesse soluzioni modulari è un’ipotesi poco realistica. Ciò premesso, nulla impedisce che, attraverso lo studio e la sperimentazione, non si possa arrivare a trovare la soluzione più adatta. Quello che per me è emerso, è che esiste una chiara necessità di avvicinarsi a questo concetto, sia per un cantiere che immette sul mercato una nuova tipologia di imbarcazione dual-use, sia in ottica di refitting pensando ad una barca già esistente, come proposto nella mia tesi”. Conclusioni L’obiettivo di rendere “dual-use” una piccola barca a vela cabinata di soli 6,5 m – e così specifica come un Mini Transat – certamente è stato raggiunto con un risultato interessante dal punto di vista funzionale e apprezzabile da quello estetico. Non è stato facile gestire nel poco spazio a disposizione tutti gli elementi necessari per una vera riconversione di una barca da regata così da renderne possibile un uso crocieristico quanto più confortevole possibile. Ma gli arredi disegnati da Mattia, oltre ad essere modulari e removibili, sono frutto di attenti studi ergonomici quanto mai necessari quando ci si trova a lavorare in volumi così ridotti. Il tutto con un design minimalista molto elegante che non ha intaccato la funzionalità complessiva. Certo, l’obiettivo iniziale di disegnare degli arredi “universali”, adatti a diverse imbarcazioni, è stato vanificato dalla realtà della nautica fatta di barche tutte diverse una dall’altra. Ma lo studio condotto ha comunque permesso di identificare una soluzione che consente a un cantiere di proporre ai propri clienti una barca “dual-use”, una barca utilizzabile sia per la regata oceanica sia per una piccola crociera con gli amici. Una soluzione concreta e reale, facilmente attuabile, che non comporta chissà quali aggravi di costi ma che permette di “duplicare” la barca. In termini di utilizzo, ovviamente. Per maggiori informazioni: mattiaromani9@gmail.com Il progettista: Mattia Romani il progettista Mattia Romani Mattia Romani è nato e cresciuto a Roma dove, dopo gli studi liceali, ha conseguito la laurea in disegno industriale. Successivamente, seguendo l’istinto che lo portava verso il mare e verso lo studio dell’architettura navale, Mattia si è spostato a La Spezia per frequentare il corso di Laurea Magistrale in Design Navale e Nautico conseguita nel 2023. Oggi, dopo aver svolto due tirocini presso il cantiere C-Catamarans di Fiumicino e Cima Boats di Grosseto, ed aver lavorato in un’azienda di arredo navale nei dintorni di Roma, lavora nell’ufficio artistico del cantiere Mangusta a Pisa. Questo articolo ti è piaciuto? Condividilo!
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