La storica regata oceanica Transat Jacques Vabre cambia nome e sponsor, diventando ufficialmente Transat Café L’Or, ma resta una delle competizioni più affascinanti e impegnative del mondo della vela. La partenza è avvenuta il 26 ottobre dal porto di Le Havre, in Francia: 74 equipaggi si sono lanciati in mare per affrontare l’Atlantico e raggiungere Fort-de-France, in Martinica, dopo migliaia di miglia di navigazione.

Le imbarcazioni in gara sono suddivise in quattro categorie: Ultim, i giganteschi catamarani di 32 metri che percorreranno circa 6.200 miglia; Ocean Fifty, monoscafi di 15 metri che copriranno 4.600 miglia; Imoca 60, monoscafi di 60 piedi per un percorso di 4.350 miglia; e infine i più piccoli Class40, che seguiranno la rotta più diretta attraverso le Azzorre, per un totale di 3.750 miglia.

L’Italia vanta una rappresentanza d’eccellenza con otto velisti impegnati nelle diverse categorie:

  • Ambrogio Beccaria sull’Imoca Alla Grande Mapei insieme a Thomas Ruyant

  • Francesca Clapcich sull’Open 60 11th Hour Racing con Will Harris

  • Luca Rosetti e Matteo Sericano sul Class40 Maccaferri Futura

  • Andrea Fornaro e Alessandro Torresani su Influence2

  • Alberto Riva con Benoit Sineau sul Ekinox

  • Pietro Luciani con William Mathelin-Moreaux su Les Invincibles 2

Un gruppo eterogeneo, tra veterani delle traversate oceaniche e nuove promesse della vela italiana, che porteranno i colori del nostro Paese in una delle prove più dure e spettacolari del calendario internazionale.

Gli appassionati possono seguire in tempo reale l’avanzamento delle barche sul sito ufficiale www.transatcafelor.org, dove sono disponibili mappe e aggiornamenti di posizione. I primi arrivi sono previsti intorno al 5 novembre, ma le condizioni meteo potrebbero riscrivere i tempi.

Già oggi, 27 ottobre, il maltempo nel Golfo di Biscaglia ha messo alla prova gli equipaggi: i Class40 sono stati costretti dal comitato di regata a fermare la corsa e cercare riparo a La Coruña, in Spagna, per evitare una burrasca in arrivo. Una decisione prudente che conferma quanto questa regata resti, anche con un nuovo nome, una sfida estrema di coraggio, resistenza e mare aperto.