Nautica 713 Settembre 2021

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L’editoriale

SETTEMBRE, CAPODANNO DELLA NAUTICA

Lo aspettiamo con trepidazione, speranza, voglia di fare e un pizzico di ansia. È il mese di settembre, quello che per tutti segna un mucchio di cose che possono riassumersi nei concetti di fine-vacanza e di inizio-anno lavorativo. In più, per noi della nautica da diporto mediterranea, è il mese dei classici saloni internazionali: Cannes, Genova e Monaco in rapida successione. Che cosa significhi questo, soprattutto nell’era che molti pretendono di definire post-Covid, è presto detto: il ritorno al contatto diretto con il pubblico. Perché un conto è visitare una barca su Zoom, ben altro è salirci sopra, possibilmente potendo valutare l’effetto del proprio peso sul suo galleggiamento. Insomma, non solo vista e udito su un monitor piatto, come siamo stati costretti ad abituarci nei mesi passati, ma una completa riappropriazione di tutti e cinque i sensi in un ambiente tridimensionale, tangibile, reale.
Mettendo da parte l’inflazionata poesia del ritorno alla normalità, che come tale – non illudiamoci – è ancora di là da venire, per gli operatori si apre comunque un periodo la cui complessità è direttamente proporzionale al volume aziendale o, se preferite, al repertorio da mostrare al mercato. Questo perché la partecipazione a un salone costituisce un impegno impressionante. Figuriamoci se i saloni sono due – cioè i classici Cannes e Genova – o addirittura tre, con l’aggiunta di Monte Carlo per chi ha la necessità di proporsi anche al mondo dei superyacht.

I problemi da affrontare sono diversi ma strettamente interconnessi: per quanto riguarda l’aspetto economico, basti pensare che per la maggior parte delle aziende l’unità di misura – sottolineo, l’unità di misura e non il totale – è il centinaio di migliaia di Euro; per alcuni, è il milione. Questo anche perché il costo della partecipazione comprende voci che vanno ben al di là dei metri quadrati di stand. Per esempio c’è da valutare l’impatto che la necessaria distrazione di forza-lavoro qualificata verso quell’evento ha, per forza di cose, sulla normale gestione aziendale. Ecco perché, un po’ paradossalmente, alcuni operatori sembrano inclini a considerare la raffica dei saloni settembrini come un freno alla produttività piuttosto che come un’occasione di promozione e quindi di vendita. Qualcuno ci ha pure confessato – chiedendoci di rispettarne l’anonimato – di aver lavorato meravigliosamente bene, ottenendo risultati insperati, nel lungo periodo durante il quale l’unico salone accessibile, fra i tre sunnominati, è stato quello di Genova 2020. E se è vero che l’anno “fiscale” appena incominciato sarà contraddistinto da importanti scelte selettive, questo potrebbe essere un segnale più che augurale per la 61a edizione del salone ligure che, in calendario dal 16 al 21 di questo mese, promette di diventare – sono le parole pronunciate dal presidente di Confindustria Nautica, Saverio Cecchi, nel corso della conferenza stampa di presentazione, manco a dirlo svoltasi su Zoom – il più bello del mondo.
Corradino Corbò

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