Come curare ferite, punture, tracine, ricci, meduse di Nautica Editrice il 14 Giu 2021 La maggioranza delle lesioni da animali marini non sono pericolose per la vita e provocano solo lievi disturbi, ma è indispensabile imparare a identificare ed evitare le forme di vita marina potenzialmente pericolose. Sommario La tracina (Trachinus Vipera)Ricci di marePunture da pesci velenosiMorsi e attacchiTaglio da coralloPunture di MeduseAvvelenamenti da pesceMolluschi La tracina (Trachinus Vipera) È un pesce comune dei fondali sabbiosi sia in mare aperto che vicino alla riva; facilmente viene disturbata dai bagnanti che possono riportare una puntura della pianta del piede da parte della spina dorsale del pesce. Il dolore acuto, profondo, frequentemente irradiato alla parte prossimale dell’arto è la caratteristica principale della sua puntura. Il dolore raggiunge l’acme di intensità entro 30 minuti dalla puntura e poi lentamente diminuisce, ma una certa dolenzia della parte interessata può persistere fino a 24 ore, a volte con residuo di formicolii e altre alterazioni della sensibilità. Cosa fare? La ferita va lavata con acqua dolce e detersa dalle eventuali impurità. Successivamente la parte interessata deve essere immersa per 30-60 minuti nell’acqua più calda che il paziente può sopportare; la tossina responsabile della sintomatologia dolorosa viene infatti inattivata dal calore. Ricci di mare Sono gli organismi marini più diffusi sulle coste del Mediterraneo e quelli nei quali è forse capitato di imbattersi maggiormente; per evitarli è utile calzare scarpe di gomma, in spiaggia e in acqua. La puntura degli aculei di un riccio di mare può causare dolore e bruciore, soprattutto se le spine si spezzano all’interno della pelle. Cosa fare? Sciacquare bene la parte colpita con acqua di mare e disinfettarla, quindi cercare di estrarre la spina dalla cute. È meglio evitare di utilizzare le dita se si ha a disposizione una pinzetta. Se la spina è in profondità si può applicare aceto per scioglierla. Punture da pesci velenosi Alcune centinaia di specie di pesci sono provviste di aculei o spine connessi a ghiandole produttrici di sostanze irritanti che, se inoculate nella cute umana, sono responsabili di dolore acuto, edema e, a volte, necrosi circoscritte. È il caso di vari pesci comuni nei nostri mari (razza, pesce- ragno, pesce-gatto, scorfano, etc.) e di molti pesci dimoranti nei mari tropicali, come il pesce-pietra e i grandi dasiatidi, che possono indurre una sintomatologia generale di tipo prevalentemente cardio e neurotossico, sovente con convulsioni e shock. I segni e i sintomi di una puntura da spine di pesce includono immediato forte dolore, una puntura o una più grande lacerazione, la colorazione violacea o nera della cute, il sanguinamento, la nausea, il vomito, il rigonfiamento della parte colpita, lo shock e l’arresto cardio-respiratorio Cosa fare? Se la spina è visibile, è opportuno rimuoverla con l’aiuto di pinze chirurgiche o estetiche e irrorare la ferita con acqua dolce o soluzione salina. Per inattivare il veleno, la zona ferita dovrebbe essere immersa in acqua calda (massimo 45°C) per 30-90 minuti. Far valutare la situazione da un medico e controllare l’infortunato per l’eventuale insorgenza di reazioni allergiche o infezioni della ferita. Se la puntura è di pesce pietra, sarà necessario iniettare l’antiveleno specifico. Morsi e attacchi Anche se un attacco e un morso possono essere terrorizzanti, la maggioranza delle lesioni non è pericolosa per la vita e richiede solo un normale primo soccorso. Cosa fare? La prima preoccupazione dopo un morso deve essere quella di prevenire ulteriori lesioni e di uscire dall’acqua. Controllare e assicurare le funzioni vitali. Indossare indumenti protettivi e guanti se si assiste qualcuno che sta sanguinando. Per controllare l’emorragia, applicare una medicazione secca e sterile sulla ferita e applicare pressione diretta. Se la ferita è a carico di un’estremità, elevarla. Se l’emorragia continua, controllare il posizionamento della medicazione e aumentare la pressione diretta, senza rimuovere le medicazioni o le garze già imbevute di sangue, fino a quando il sanguinamento non sia cessato. Se è impossibile controllare l’emorragia, applicare pressione sui punti arteriosi di pressione dell’arto interessato per un periodo fino a 60 secondi e poi rilasciare la pressione gradualmente. Una volta che l’emorragia sia finita, bendare la ferita, stringendo abbastanza, ma evitando di ostacolare la circolazione. Taglio da corallo È la lesione da animali marini più frequente. Cosa fare? Pulire i tagli da corallo accuratamente. Irrorare e strofinare la ferita a fondo con acqua dolce o soluzione salina, rimuovere ogni detrito visibile. Coprire con una medicazione sterile e bendare. Controllare l’eventuale insorgenza di reazioni allergiche o infezioni, controllando l’eventuale comparsa di segni come gonfiore, arrossamento, odore fetido, febbre, pus e gonfiore ghiandolare. Può essere indicata l’applicazione di una crema antibiotica a base di bacitracina sulla ferita. Punture di Meduse Il sistema che permette alla medusa di pungere la pelle dell’uomo si chiama nematocisti; il contatto provoca irritazione e arrossamento della cute e si avverte una sensazione di dolore e prurito. La reazione alle punture è molto variabile e va dalla leggera irritazione con prurito fino all’arresto cardio-respiratorio. Anche le attinie (anemoni di mare) possono essere causa di reazioni cutanee orticarioidi. Cosa fare? Sciacquate immediatamente l’area dolorante con acqua salata; non usate acqua dolce, che attiverebbe le cellule urticanti non ancora rotte. Non sfregate la pelle. Alleviate il dolore sciacquando l’area con una delle sostanze indicate di seguito: Alcol denaturato, vino, liquori o qualsiasi altro liquido alcolico che abbiate sottomano; Aceto; Ammoniaca – un vecchio trucco delle popolazioni marinare è tamponare la zona con l’urina della persona lesionata. Se ci sono tentacoli attaccati alla pelle vanno tolti proteggendo le mani con un panno o un tovagliolo di carta, usando della crema da barba e radendo via i tentacoli con dolcezza, oppure applicando una pasta di sabbia e acqua salata o di bicarbonato e acqua di mare; quindi grattando via i tentacoli con un coltello, una carta di credito di plastica o qualche altro strumento affilato. Somministrate antistaminici, crema all’idrocortisone e antidolorifici. Per ridurre il dolore applicate ghiaccio o un impacco freddo. Fate un’antitetanica o assicuratevi che la vostra vaccinazione antitetanica sia ancora valida. Leggi anche: Perchè ci sono tante meduse nel Mediterraneo? Come non farsi pungere dalle Meduse Avvelenamenti da pesce Molti pesci, principalmente gli sgombroidi e la ciguatera, possono essere tossici e le intossicazioni alimentari da pesce sono comuni. Segni e sintomi variano con la tossina o il veleno e possono includere reazioni allergiche, diarrea, vomito, nausea, cefalea, vertigini, dolori, crampi e bruciori addominali, brividi, febbre, paralisi, dolori muscolo-articolari, formicolio intorno alle labbra e inversione della sensibilità per il caldo e il freddo. Cosa fare? Controllare i segni vitali, se necessario iniziare la rianimazione cardiopolmonare. Controllare eventuali reazioni allergiche. Se il sub è cosciente e lucido, può essere utile indurre il vomito. Conservare il pesce – o il vomito – per un’analisi tossicologica successiva. Molluschi Tra i Molluschi, i Neogasteropodi del genere Conus, che colonizzano le barriere coralline tropicali, sono dotati di un rostro che proiettano “a dardo” nei tessuti della vittima e attraverso il quale inoculano in profondità il veleno. Nell’uomo la puntura provoca, oltre a forte dolore e cospicuo edema locale, anche allarmanti sintomi neurotossici. Seri disturbi neurologici possono essere causati anche dal morso di un cefalopode abbastanza comune nei mari australiani, l’Octopus maculosus, fornito di un grosso e solido “becco”. Infine, è bene ricordare che in mitili e ostriche possono, in certe condizioni, accumularsi tossine termostabili – prodotte da protozoi di cui questi molluschi si nutrono – che possono dar luogo a turbe neurologiche di gravità assai variabile. Per ulteriori informazioni e aggiornamenti potete contattare i Centri Antiveleni a disposizione dei cittadini 24 ore al giorno: Roma, Policlinico Gemelli, tel. 063054343 Roma, Policlinico Umberto I, tel. 0649978000 Firenze, Ospedale Careggi, tel. 055 794 7819 Milano, Ospedale Niguarda, tel. 02 6610 1029 Indirizzi dei Centri Antiveleni in Italia Questo articolo ti è piaciuto? Condividilo!
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