Fissati limiti UE all’inquinamento acustico marino di Simone Repetto il 26 Gen 2023 Balene, delfini e altri abitanti di quello che il grande oceanografo francese Jacques-Yves Cousteau definì “il mondo del silenzio” potranno contare su un’arma in più per limitare la propagazione dei suoni diffusi sott’acqua dalle attività umane che, per intensità, frequenza e durata, possono causare danni all’udito e disturbi comportamentali gravi, tra cui i ben noti fenomeni degli spiaggiamenti di massa. A fine novembre 2022, la Commissione Europea ha adottato un provvedimento importante per la protezione della fauna marina dal rumore subacqueo, introducendo per la prima volta a livello globale limiti all’inquinamento acustico basati su evidenze scientifiche, che riguardano i livelli massimi accettabili per il rumore “impulsivo” (come quello derivante dall’esplorazione e dall’estrazione di petrolio e gas) e “continuo” (in particolare emesso dalle unità navali). In base ai nuovi parametri, non più del 20{2e3577d2bd6aebaa150c85c33fcd353783f1aa6c690283591e00ef60b3336fc8} di una data area marina può essere esposta a rumore sottomarino continuo per un anno, non oltre il 20{2e3577d2bd6aebaa150c85c33fcd353783f1aa6c690283591e00ef60b3336fc8} di un habitat marino può essere esposto a rumore impulsivo in un dato giorno e non più del 10{2e3577d2bd6aebaa150c85c33fcd353783f1aa6c690283591e00ef60b3336fc8} in un anno. Il rumore sottomarino impulsivo si verifica in circa l’8{2e3577d2bd6aebaa150c85c33fcd353783f1aa6c690283591e00ef60b3336fc8} dei mari dell’UE: è particolarmente presente in vaste aree del Mar Baltico, del Mare del Nord, del Mar Celtico e nell’area del Mediterraneo. Il traffico marittimo è la principale fonte di rumore sottomarino continuo, interessando per il 27{2e3577d2bd6aebaa150c85c33fcd353783f1aa6c690283591e00ef60b3336fc8} il Mediterraneo (valore UE più elevato), seguito dal Mar Baltico col 19{2e3577d2bd6aebaa150c85c33fcd353783f1aa6c690283591e00ef60b3336fc8}, mentre solo il 9{2e3577d2bd6aebaa150c85c33fcd353783f1aa6c690283591e00ef60b3336fc8} dell’area marittima UE non è interessata. Gli stati membri dell’UE dovranno tenere conto di questi valori-soglia quando aggiorneranno le rispettive strategie per l’ambiente marino con azioni e misure specifiche volte alla riduzione del rumore generato dalle navi, prevedendo metodi per limitare quello impulsivo fin dalla progettazione o fissando restrizioni spaziali per le attività umane. Tali parametri sono stati definiti nell’ambito della Direttiva quadro sulla Strategia per l’Ambiente Marino 56/2008 della Commissione (che punta a proteggere i mari sotto diversi aspetti, tra cui biodiversità e inquinamento), con positive indicazioni per le convenzioni marittime regionali di valutazione dello stato degli ambienti marini, nonché presso l’Organizzazione Marittima Internazionale (IMO) per ridurre i livelli di rumore sommerso causato dalle navi. “L’UE si sta attivando oggi per proteggere meglio la vita marina dal rumore sottomarino. I nuovi limiti di inquinamento acustico basati su prove contribuiranno a ripristinare i nostri mari, guidandoci al contempo verso un utilizzo più sostenibile, in alleanza con la vita che ospitano”, ha dichiarato il commissario UE per l’Ambiente, gli Oceani e la Pesca Virginijus Sinkevičius. Quello adottato è un provvedimento significativo per aiutare gli Stati membri a raggiungere il cosiddetto “buono stato ambientale” (GES) per l’oceano, nell’ambito della loro giurisdizione. “E’ un primo passo necessario e atteso, che spinge finalmente ad agire per affrontare questo inquinante pervasivo e invisibile”, ha affermato Ilaria Di Silvestre, responsabile delle politiche e delle campagne dell’UE presso l’IFAW (Fondo internazionale per il benessere degli animali). “L’effettiva attuazione da parte degli Stati membri – ha aggiunto – è ora cruciale per adempiere agli impegni per proteggere la vita marina, ai sensi della direttiva quadro sulla strategia marina dell’UE. Se ben implementato, questo potrebbe costituire un precedente in tutto il mondo”. Dal punto di vista operativo, le aree marine saranno suddivise in “Marine Reporting Units”, che ciascun paese definirà autonomamente, e le soglie per il rumore saranno determinate in relazione alle specie indicatrici prescelte in quell’area. In proposito, l’IFAW ha lanciato la misura “Blue Speed”, con una petizione e una richiesta di adozione comunitaria di provvedimenti sulla riduzione la velocità delle navi, avendo calcolato che una diminuzione del 10{2e3577d2bd6aebaa150c85c33fcd353783f1aa6c690283591e00ef60b3336fc8} ridurrebbe di circa il 40{2e3577d2bd6aebaa150c85c33fcd353783f1aa6c690283591e00ef60b3336fc8} l’inquinamento acustico dell’oceano causato dalle spedizioni, del 50{2e3577d2bd6aebaa150c85c33fcd353783f1aa6c690283591e00ef60b3336fc8} il rischio di collisione tra navi e balene e del 13{2e3577d2bd6aebaa150c85c33fcd353783f1aa6c690283591e00ef60b3336fc8} le emissioni di gas a effetto serra derivanti dal trasporto marittimo, oltre a risparmiare sul carburante. Ma potrebbe non bastare, soprattutto se non verranno posti limiti e severi controlli alle emissioni sonore delle attività militari, da più parti indicate come responsabili di incidenti mortali diffusi e sistematici riguardanti i cetacei. Questo articolo ti è piaciuto? Condividilo!