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Ogni volta che acquistiamo una barca usata, o dopo qualche anno di utilizzo della nostra, ci poniamo la classica domanda se sia il caso di riportare la carena “a zero”. In caso affermativo, ne scaturiscono tre questioni: il “quando”, il “come” e ”a che prezzo” (sempreché non ci si voglia cimentare in un laborioso fai-da-te).
Vediamo come affrontarle.

Antivegetativa con piastra di massa pitturata.

Quando

La valutazione della tempistica dipende sostanzialmente dal numero di strati di antivegetativa sovrapposti, da come è stata trattata la carena prima del periodico rifacimento annuale e/o se vogliamo utilizzare un prodotto antivegetativo completamente diverso. Per imbarcazioni molto performanti – sia a motore sia a vela – il trattamento a zero va eseguito con maggiore cadenza, poiché la finitura della carena incide sulle prestazioni.

Indicativamente, se i trattamenti annuali sono stati ben eseguiti, l’asportazione totale delle antivegetative andrebbe fatta ogni 7-8 anni, mentre con trattamenti approssimativi i tempi andrebbero accorciati a 3-4 anni.

Ovviamente stiamo parlando di carene in stato ordinario. Qualora da un esame visivo osservassimo grandi scardature, pezzi di antivegetativa che si staccano toccandoli con una stecca, bollature della pittura, dobbiamo procedere con l’asportazione totale indipendentemente da quanti anni siano passati. Peraltro, la sverniciatura della carena è molto utile per verificare le sue effettive condizioni, cioè per scoprire se sono presenti riparazioni, microfratture, problemi di osmosi ed eventuali trattamenti nascosti dai cicli di pitturazione successivi. Qualora si notino parti di gelcoat asportate o danneggiate, è necessario ripristinare la protezione dello stratificato in VTR mediante un ciclo epossidico e farla verificare da un tecnico.

Per le appendici di carena – in particolare per eliche, assi, timoni – il discorso è differente, in quanto la pulizia completa va svolta con maggiore frequenza poiché sono parti soggette a una continua maggiore usura, a più probabilità di distacchi della vernice e a notevoli problematiche di aggrappaggio. Vale qui la pena di sottolineare che le piastre di massa e gli zinchi non vanno mai pitturati, in quanto perderebbero del tutto la loro efficacia di protezione galvanica.

Carena con vari strati.

Come

Il corretto procedimento per un completo trattamento (asportazione vecchi strati, primerizzazione e nuova vernice) rappresenta un tema spesso trascurato. In particolare è molto importante prestare la massima attenzione all’integrità del gelcoat per non intaccarlo, riducendone lo spessore, o graffiarlo o, ancor peggio, asportarlo senza alcun motivo.

Le metodologie principali che possiamo utilizzare per una imbarcazione in VTR sono le seguenti.
Asportazione meccanica a stecca e raschietto: è la migliore, anche se richiede esperienza, manualità, molto tempo e quindi costi maggiori. Consiste nel lavaggio della carena con idropulitrice ad alta pressione e nella successiva asportazione dei vecchi strati di pittura utilizzando raschietto e stecca fino ad arrivare al gelcoat, senza rovinarlo, aiutandosi a volte con un riscaldatore a bassa temperatura o con pochissimo sverniciatore che sia chimicamente compatibile. Infine una leggerissima levigatura con carta a grana finissima. Dopo un ulteriore lavaggio, bisogna quindi procedere con il ciclo di primer (rapidamente) e i successivi 2 o 3 strati di antivegetativa secondo le indicazioni del produttore.

Asportazione chimica: vi si può ricorrere, anche se in subordine a quella meccanica. Comporta i vantaggi di non richiedere personale particolarmente esperto, di essere più rapida e, conseguentemente, di costare meno. Il procedimento consiste innanzi tutto nello scegliere uno sverniciatore per antivegetative da vtr (ad acqua) poco aggressivo e soprattutto compatibile con il gelcoat (scelta spesso trascurata da molti cantieri), da utilizzare secondo le modalità e le tempistiche prescritte per evitare danneggiamenti.

Utilizzando i necessari dispositivi di protezione e prevedendo il corretto smaltimento dei residui, il prodotto va steso sulla vecchia antivegetativa e, una volta trascorso il tempo prescritto, rimosso congiuntamente all’antivegetativa staccata/ammorbidita utilizzando una stecca (meglio se non metallica), una spazzola o l’idropulitrice ad alta pressione. Dopo si può procedere con il trattamento di primerizzazione e pittura previsto dai produttori. Nota bene: prima di procedere per il trattamento, è fortemente consigliabile applicare lo sverniciatore su una piccola parte secondaria della carena e verificare che questo, oltre all’antivegetativa, non intacchi o rammollisca anche il gelcoat sottostante.

Asportazione con sabbiatura: ai fini dell’eliminazione dell’antivegetativa, è un procedimento assolutamente da evitare su un’imbarcazione di vetroresina, poiché, quasi sempre, indipendentemente dalla tipologia di materiale utilizzato per sabbiare, provoca il danneggiamento del gelcoat (ciò non vale, ovviamente, se si tratta di un profondo trattamento antiosmosi). A volte si ricorre alla “idrosabbiatura”, che ha il vantaggio di non alzare polveri e perciò di essere più ecologica, ma anch’essa può provocare dei danni al gelcoat. Idem per la sabbiatura abrasiva a umido leggero.

Asportazione meccanica con levigatura: sempre meno utilizzata sia per la necessità di personale specializzato sia per la tossicità delle polveri sia per le protezioni da utilizzare, con tutto quel che ne consegue in termini di tempo e di costi. Consiste nella levigatura con orbitale, utilizzando carte di varie grane fino ad arrivare al gelcoat.

antivegetativa
Verifica strati

Quanto costa

Per valutare se il prezzo richiesto dal cantiere è corretto, dobbiamo innanzi tutto verificare che esso rispetti tutte le prescrizioni relative alla protezione dei lavoratori e dell’ambiente e che provveda allo smaltimento autorizzato dei residui, anche perché la responsabilità finale (anche penale) del trattamento è del proprietario dell’imbarcazione. Poi è bene rendersi conto dell’effettiva consistenza del lavoro in rapporto alle reali condizioni della carena. Perciò è il caso di esaminarla con attenzione, raschiando l’antivegetativa con una stecca per valutarne lo spessore, la quantità di strati e la tenuta, per avere un’idea orientativa circa le reali difficoltà di asportazione della vernice e metterli in relazione con il prezzo richiesto.

Esiste pure un calcolo approssimativo che offre se non altro un ordine di grandezza da prendere come possibile riferimento economico. Procediamo in questo modo: moltiplichiamo la lunghezza al galleggiamento dello scafo in metri per la sua larghezza sommata all’immersione e al prodotto risultante sottraiamo il 10{2e3577d2bd6aebaa150c85c33fcd353783f1aa6c690283591e00ef60b3336fc8}.

Il risultato ci dà l’idea dei metri quadrati da trattare. Nel caso di un’imbarcazione a vela, avendo compreso la deriva nella misura dell’immersione, dividiamo tale risultato per due. Con questo dato, richiediamo al cantiere un preventivo dettagliato al mq o a giorni/uomo, facendoci specificare tipo e marca dei materiali, eventuale nolo di attrezzature (idropulitrice, levigatrice ecc.), spese generali (smaltimento residui, pulizia, materiali di consumo ecc.) e tempo necessario a completare il lavoro. Ovviamente saranno stimati a parte alaggio, varo, sosta e altri eventuali lavori.

A titolo puramente orientativo, diciamo che, per un’imbarcazione che presenti un normale strato di antivegetativa, possiamo ritenere congruo un prezzo compreso tra 60 e 90 euro/mq (+ Iva), per l’asportazione meccanica a stecca, e tra i 40 e i 50 euro/mq (+ Iva), per asportazione chimica con sverniciatore ad acqua (15 euro/mq di costo per il solo sverniciatore). Ovviamente, anche nel confronto tra diversi preventivi, è necessario tener conto dell’ubicazione del cantiere.

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