Il sandwich è un materiale composito nato per la costruzione di manufatti leggeri, robusti e rigidi, utilizzato inizialmente nel settore aeronautico.

Nelle imbarcazioni in vetroresina a motore e a vela è da molti anni utilizzato in accoppiamento o in alternativa alla laminazione classica monolitica.

In sostanza, si tratta di una laminazione di vtr cui segue la posa di un pannello alleggerito (un tempo veniva utilizzato il legno di balsa) normalmente costituito da schiume sintetiche quali il PVC pretagliato a piccoli quadrarotti (come il Divinycell H 80), per consentirne la piegabilità e con forellini passanti per permettere una corretta infusione, e un altro strato laminato in vtr.

Tale metodo costruttivo, che ha bisogno di una buona progettazione, consente di evitare peso dove il laminato lavora di meno ossia al centro dello stesso – facendo lavorare le pelli esterne.

termanto

La delaminazione

Nelle parti immerse di un’imbarcazione però, soprattutto se questa è stata realizzata in modo approssimativo e non a infusione (procedimento che ha il vantaggio di comprimere e riempiere tutti i vuoti che si creano) può avere problemi di infiltrazioni tra gli strati, favorendo una delaminazione del composito e, nel caso del core in legno, il degrado dello stesso con perdita di resistenza e appesantimento anche importante dello scafo.

Anche in parti non immerse la delaminazione tra gli strati dovuta a sforzi o flessioni non calcolate penalizza le caratteristiche meccaniche del manufatto, provocando rotture. Per capire in una prima approssimazione dove possono esserci queste problematiche, è possibile esaminare eventuali piccoli rigonfiamenti o eccessive flessioni della vtr, evidenziati magari anche da lesioni del gelcoat (nei casi più gravi nell’opera viva) o da un appesantimento dello scafo dovuto alle infiltrazioni di acqua.

È anche possibile incaricare un tecnico specialista di effettuare un’analisi termografica dello scafo (nelle opportune condizioni di esame) che, grazie alla rilevazione di piccole differenze di calore, può evidenziare le zone con presenza di aria o acqua, sintomi del distacco tra le pelli e il core.

Da ricordare che le parti da verificare in un primo esame sono soprattutto quei fori nello scafo che non dovrebbero mai essere fatti nel composito, bensì essere presenti solo su parti laminate monoliticamente, ossia senza un core allegerito o con una zona spessorata in compensato marino o con piastre metalliche.

A meno di non avere grandi zone compromesse in una costruzione con sandwich mal eseguita o di con core in balsa o altri materiali di facile deterioramento che si polverizzano nelle zone di incollaggio (con costi di ripristino da valutare attentamente), nel caso in cui si rilevi una delaminazione o uno schiacciamento del sandwich in una buona costruzione è possibile risolvere il problema senza grandi difficoltà.

sandwich

Le riparazioni

Le due tipologie principali di riparazione che si possono esaminare sono:

  • scollamenti di composito su carena
  • scollamenti di composito su murate coperta ed arredi
  • compressione di composito in prossimità di passascafi, fissaggi ecc.

Scollamenti di composito nella carena

La prima cosa da fare è comprenderne la causa (fori , rotture, viti perse, sforzi eccessivi strutturali), quindi stimare l’estensione della problematica praticando qualche piccolo foro solo sulla pelle esterna, anche per farne uscire l’acqua o ancor meglio effettuando una verifica con termocamera.

Individuata e disegnata l’area interessata si provvede ad effettuare la rimozione progressiva della parte interessata, tagliando la sola pelle esterna con un flex, fino ad incontrare il composito sano.

Successivamente si rimuove il composito degradato o scollato e, dopo aver ben lavato con acqua tiepida (per rimuovere anche il sale), pulito con acetone e lasciato asciugare il tutto, si procede a sagomare nuovi pezzi di composito in pvc quadrangolare (dello stesso spessore).

Successivamente si procede a una scartavetratura della pelle interna rimanente e all’incollaggio con una resina vinilestere del nuovo core.

Una volta ben aderito quest’ultimo alla pelle interna (si deve evitare di lasciare bolle d’aria, anche aiutandosi con sistemi di pressione), si lamina sul core la nuova seconda pelle cercando di rispettare la stratificazione originaria presente e facendo una sovrapposizione adeguata alla vtr perimetrale, dove ovviamente si sarà rimosso lo strato di gelcoat per almeno 5/10 cm (a seconda dell’intervento) e leggermente anche il primo strato di vetro per consentire una adeguata adesione della nuova stratificazione.

Poi si procede con scartavetratura, stuccatura con stucco epossidico e finitura a gelcoat. Se si vuole essere ancora più prudenti, si può dare una passata di resina epossidica per assicurare la massima impermeabilità.

sovrastruttura a sandwich

Scollamenti di composito su murate, coperta e arredi

Tali problematiche sono generalmente dovute a sforzi eccessivi o a lavorazioni poco accurate in particolare su parti perimetrali (si pensi al bordo di un coperchio di gavone o di un mobile). Nei casi più semplici, ove non si è verificato un degrado del core ma solo un distacco parziale di una delle pelli, è possibile praticare delle iniezioni di resina poliestre, vinilestere o meglio epossidica e, aiutandosi con pesi o morsetti, comprimendo il tutto. Nei casi più gravi, invece, si dovrà procedere come per lo scafo.

Scollamenti del gelcoat
Scollamenti del gelcoat

Compressione di composito in prossimità di passascafo, fissaggi vari

Spesso si trovano (quasi sempre per lavorazioni successive) passascafi installati direttamente sul sandwich, il quale, dopo qualche tempo o per infiltrazioni o per il carico, anche dovuto al serraggio dello stesso componente, si comprime aggravando sempre più il problema.

In tal caso si deve smontare il componente, rimuovere il core danneggiato e sostituirlo con un pannellino di compensato marino – anche di spessore inferiore – da resinare alla pelle esterna e al sandwich perimetrale. Altra problematica è data da fori di viti o perni posti senza un rinforzo in legno o metallo annegato nel sandwich che possono provocare la rottura della pelle esterna (che è alquanto sottile) con infiltrazioni o compressione del sandwich.

Anche in tali casi, agendo dalla parte interna del composito, si deve provvedere a inserire un rinforzo in legno resinato o, in caso di parti soggette a sforzi importanti, una piastra in acciaio inox o ottone con foro filettato.

Spesso di può effettuare dal lato interno del sandwich un foro con una sega a tazza e con la stessa realizzare un “tondo” di compensato marino da inserire e resinare al posto della parte di sandwich rimossa. In caso di piccole viti di fissaggio non sottoposte a particolari sforzi e con minimi distacchi è possibile effettuare un’iniezione di resina (che incollerà nuovamente la pelle e otturerà il foro) e rimontare la vite riforando ove riempito con la resina.