La manutenzione del salpancora di Francesco Baratta il 28 Feb 2024 Uno degli errori più comuni e dalle conseguenze imprevedibili è quello di considerare il verricello salpancora come un accessorio dal funzionamento sicuro e puntuale che, tra l’altro, non richiede manutenzione. Non è così e, come accade in molti altri casi, lo si scopre nel momento meno opportuno. La struttura del salpancora Ovviamente la prima cosa da fare è conoscerne la struttura, partendo dai suoi componenti principali: la campana, per tesare le cime; il barbotin, per “agguantare” le maglie della catena e manovrarla; il guida catena, per orientare correttamente la catena rispetto al pozzo che la contiene; la frizione, per regolare lo slittamento o per mettere in azione solo la campana; l’asse di trasmissione con cuscinetti e para-acqua; la scatola di riduzione (in bagno d’olio); il motore elettrico o idraulico (che può essere o in coperta o sottocoperta); le connessioni elettriche con relè, magnetotermico di protezione e stacca batteria; gli accessori (contacatena, pulsantiere, telecomando – familiarmente chiamato “musichiere”- eccetera). Tutto il meccanismo è sottoposto a: rilevanti sforzi meccanici di lavoro ordinario; sovraccarichi accidentali congiuntamente al musone e al sistema di ancoraggio (sforzi che vengono trasmessi anche alla coperta); importanti assorbimenti di energia; forte esposizione agli agenti atmosferici, all’acqua di mare, alla polvere. Per questo insieme di motivi, è necessario prevedere un adeguato programma manutentivo che, qualora trascurato, può portare al blocco o al malfunzionamento del sistema in momenti di potenziale pericolo: si pensi alla necessità di salpare rapidamente nel caso di un improvviso groppo di vento; allo scarico accidentale di tutta la catena con l’imbarcazione in moto, con potenziali danni allo scafo e alle trasmissioni; un blocco con conseguente sovraccarico elettrico che, in mancanza di adeguate e funzionanti protezioni, possa scatenare un incendio. Tutti inconvenienti gravi che possono provocare danni a persone e a cose. Ricordiamo pure che bisogna sempre fare attenzione mentre il verricello è in funzione: dunque, per esempio, mai utilizzare le mani per sbloccare un barbotin ma usare un cacciavite, un martello o, meglio ancora, un paletto di ferro da utilizzare in situazioni come questa. Consigli periodici di manutenzione Sulla base di tali considerazioni dobbiamo prevedere: Ad ogni ancoraggio: levare e inserire sempre il blocco catena per evitare sforzi sulla meccanica del verricello; verificare a vista che tutte le pulegge sul musone ruotino correttamente e che la catena sia pulita, ordinata, non ossidata e senza torsioni o ribaltamenti nel relativo pozzo; prestare attenzione ai rumori anomali; staccare sempre l’alimentazione dopo l’utilizzo; effettuare una pulizia di tutto l’insieme con acqua dolce a fine giornata. Mensilmente: ispezionare il serraggio di perni e viti; verificare l’allineamento del guidacatena sulla gola del barbotin (in particolare, in caso di fuoriuscita di catena o di arrotolamento questo si può piegare, nel qual caso deve essere smontato e raddrizzato prima di qualsiasi ulteriore funzionamento); pulire da sabbia, alghe o sale; verificare il serraggio adeguato del volantino della frizione (deve “sfrizionare” con l’ancora issata e bloccata, ma mai quando la si salpa); verificare il corretto funzionamento del lavacatena (che ha anche la funzione di lubrificarla); controllare che lo scarico acqua del pozzo della catena non sia ostruito; verificare la precisione del contametri, se presente; controllare il serraggio e l’integrità delle connessioni elettriche (che devono sempre essere protette da cappucci isolanti) e le relative protezioni dall’acqua. Annualmente: staccare la catena e, facendo funzionare il verricello a vuoto, prestare attenzione a eventuali vibrazioni o rumori che possano essere causati da cuscinetti o ingranaggi danneggiati; procedere alla taratura del contametri, confrontando la misura riportata dallo strumento con l’effettiva lunghezza di catena filata, controllando il relativo sensore magnetico (posto nella parte fissa o esternamente) e la calamita posta nel barbotin (parte rotante) con i relativi cablaggi; verificare l’efficacia delle protezioni elettriche e l’integrità dei cavi con il serraggio, la pulizia e la lubrificazione dei contatti (i contatti mal serrati e/o ossidati possono provocare sovraccarichi con malfunzionamenti o inneschi di incendio); controllare il livello dell’olio attraverso l’indicatore ottico (se presente) sul riduttore; verificare che non vi siano incrostazioni di sale o ossidazioni interne, sul motore e sulla componentistica elettrica, dovute all’acqua di mare penetrata dalla cubia o dal coperchio del gavone o per altre vie (in questi casi, bisogna eliminare tale ingresso accidentale); fondamentale controllare che in trazione, con l’ancora bloccata sul musone, la coperta o la base di installazione dello stesso verricello o del musone non flettano. Ogni 7/8 anni: provvedere alla sostituzione dell’olio di lubrificazione della scatola ingranaggi (a meno che non sia del tipo a lubrificazione permanente). Per far ciò è necessario disassemblare motore e scatola riduzione e scaricare tutto l’olio (anche il fondo) in un recipiente pulito anche per osservare l’eventuale presenza di residui acciaiosi, di gomma, acqua o altro, indicanti possibili problematiche. È comunque consigliabile aprire la scatola riduttore per una verifica a vista. L’olio lubrificante deve avere viscosità ISO 220 (molto densa, per ingranaggi funzionanti in condizioni di carico gravose) o, comunque, come indicato dal costruttore. Occorre anche verificare l’integrità dei paracqua e dei paraoli presenti. In particolare, per i verricelli con motore sottocoperta, è necessario smontare la base del verricello sulla coperta (quindi motore e scatola riduttore, oltre a campana e sub componenti connessi), controllare il paracqua e il sottostante cuscinetto sull’asse di trasmissione verticale ed eventualmente sostituirlo con uno uguale o simile (sia i paraoli sia i paracqua e i cuscinetti sono generalmente acquistabili per pochi euro nei negozi di ricambi meccanici; per non sbagliare, portare come modelli quelli vecchi o prendere correttamente le misure). Qualora si debba sostituire il cuscinetto, dopo aver sfilato l’asse e i seeger o circlip (ossia gli anelli in acciaio di blocco, che devono essere inox), è necessario utilizzare un estrattore per cuscinetti e/o una pistola riscaldatrice o portare il pezzo a un’officina meccanica per procedere al disassemblaggio, facendo attenzione a non rigare l’asse e il relativo alloggiamento. Altrettanto, per rimontare i cuscinetti può essere necessario riscaldare il componente esterno in modo che si dilati, facendo attenzione a non danneggiare eventuali parti in gomma. Contemporaneamente è necessario manutenere il motore elettrico, smontando il coperchio posteriore per controllare lo stato delle spazzole, semplicemente muovendole nella loro guida e verificando che non siano lesionate o consumate e che i cavi di collegamento siano integri e ben flessibili. Si verifichi altresì lo stato dei cuscinetti e si provveda alla relativa lubrificazione. Infine è opportuno rimuovere eventuali ossidazioni e procedere con una verniciatura esterna. Ovviamente, prima del riassemblaggio, è necessario rimuovere sporcizia o vecchi lubrificanti e applicare nuovo grasso al litio protettivo, ovunque necessario. Eventuali perni e filettature ossidate o sporche di sale vanno pulite e lubrificate. È utile anche controllare i restanti componenti del sistema, ossia perni, guide e boccole del musone, eventuali saldature e tenute della cubia (se presente) nonché lo stato della catena e del giunto di collegamento all’ancora, che va smontato e rimontato utilizzando un liquido frenafiletti forte. Eventi accidentali In caso di forti sovraccarichi o continui sovrasforzi è sempre necessario verificare l’intero verricello mediante un completo smontaggio. È importante ricordare che, poiché il motore elettrico non ha un suo proprio sistema di raffreddamento, qualora venga calata la catena su fondali molto alti, il recupero comporta necessariamente il tiro di un peso assai elevato (per valutarlo, basta moltiplicare la profondità per il peso a metro della catena ed aggiungere il peso dell’ancora) con il conseguente riscaldamento e sforzo del motore. Perciò, in questi casi, è bene salpare a più riprese. Infine, qualora si noti una diminuzione di potenza o blocchi intermittenti, è possibile che parte dell’avvolgimento elettrico sia danneggiato, rendendo necessaria un’immediata verifica. Questo articolo ti è piaciuto? Condividilo!