Il binocolo nell’osservazione astronomica di Nautica Editrice il 14 Lug 2016 IL BINOCOLO NELL’OSSERVAZIONE ASTRONOMICA Fra gli strumenti ottici di cui usualmente dispongono i diportisti, c’è senza alcun dubbio il binocolo, fedele compagno di tante avventure. Nell’osservazione astronomica, un buon 7×50 mm è in grado di regalarci grandi emozioni, purché: abbia lenti e prismi di ottima qualità, oltre a una meccanica assolutamente ineccepibile; venga utilizzato sotto cieli limpidi e bui, ormai sempre più rari; sia montato su un bel cavalletto fotografico (oppure su un altro supporto, purché sia del tutto equivalente). Con uno strumento del genere, diventa possibile ammirare svariate dozzine di ammassi stellari aperti e globulari, nebulose diffuse e planetarie, oltre a un buon numero di galassie. Rispetto ai piccoli telescopi, i binocoli offrono una visione maggiormente panoramica, che consente di abbracciare campi stellari particolarmente ampi. Ciò fa del binocolo uno strumento unico, assolutamente insostituibile nell’osservazione delle grandi comete (sono così poche!), che hanno code di svariati gradi. Un binocolo di buona qualità produce immagini nitide e ben contrastate, esenti da aberrazioni, siano esse cromatiche o geometriche (astigmatismo, coma, curvatura di campo e distorsione). I migliori binocoli hanno prismi di vetro BAK-4 e obiettivi apocromatici o di vetro ED (Extra low Dispersion). Il Presepe Fra gli oggetti del cielo invernale da osservare con un buon binocolo, c’è senza alcun dubbio il celebre ammasso stellare aperto M 44 (NGC 2632), noto come “il Presepe” o “l’Alveare”. Situato nella piccola costellazione zodiacale del Cancro, può essere individuato anche a occhio nudo, purché se ne vada alla ricerca lontano dalle fastidiose luci cittadine. Se osservato senza alcuno strumento, M 44 appare simile a una vaga macchia di luce, che sembra quasi sospesa fra le stelle del cielo. Con un buon binocolo, è possibile risolverlo in una miriade di stelle. Già noto ai Greci e agli antichi Romani, questo ammasso stellare aperto fu incluso nel catalogo redatto da Charles Messier, il 4 marzo 1769. Stando ai dati astrometrici raccolti dal satellite Hipparcos, dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), M 44 è situato a 577 anni luce dalla Terra, una distanza analoga a quella di un altro grande ammasso stellare aperto, perfettamente visibile a occhio nudo: le Iadi, che si trovano nella costellazione zodiacale del Toro. Questi due oggetti presentano anche altre analogie ed è probabile che siano nati dalla medesima nebulosa diffusa (età: 730 milioni di anni per M 44, 790 milioni di anni per le Iadi). Una curiosità: “il Presepe” fu uno dei primi oggetti a essere osservati da Galileo Galilei, nel 1609, per mezzo del suo cannocchiale. La maratona Messier Consiste nel cercare di osservare il maggior numero dei 110 oggetti del catalogo Messier in una sola notte. Molti astrofili si cimentano in questo genere d’impresa almeno una volta nella loro vita. In realtà, originariamente il catalogo Messier conteneva centotré oggetti. In un secondo tempo, esso fu esteso a centodieci oggetti deboli. Come sono state le Leonidi del 2009 Sebbene la loro attività sia stata cospicua (ZHR > 80) e degna di nota, la frequenza delle Leonidi non ha raggiunto i livelli delle più rosee previsioni, che parlavano di qualche centinaio di “cadute” in un’ora. Questo articolo ti è piaciuto? Condividilo!