giove.htm di Nautica Editrice il 14 Lug 2016 I PIANETI DEL SISTEMA SOLARE: GIOVE Il pianeta Giove, o forse sarebbe meglio dire il sistema composto dal pianeta e dai suoi satelliti, racchiude tali e tante curiosità e collegamenti con la storia dell’astronomia da richiedere un’attenzione particolare, motivo per cui abbiamo scelto di dividere in due parti la sua illustrazione. Giove ha un diametro che è superiore di 11 volte quello terrestre, ed una forma non propriamente circolare bensì leggermente ellittica schiacciata ai poli. Il motivo di tale forma è da ricercarsi nell’altissima velocità di rivoluzione intorno al proprio asse (una rivoluzione in circa otto ore) unita al fatto che la sua struttura, se si esclude il nucleo centrale, è sostanzialmente gassosa. Questo gigante è, infatti, un immenso globo di gas con una composizione simile a quella del sole: idrogeno ed elio, cui si aggiungono metano, ammoniaca, anidride carbonica e altri gas. Giove possiede un piccolo nucleo solido di roccia posto al centro della nube, ma date le sue dimensioni e le caratteristiche dell’atmosfera “gioviana” la tecnologia attualmente disponibile non consente l’invio di alcuna sonda per studiarne le caratteristiche. Di contro, le conoscenze sulle caratteristiche dell’atmosfera di questo pianeta si possono considerare sufficienti. Caratteristica principale sono i violentissimi uragani, generati dall’enorme velocità di rotazione unita alle dimensioni del pianeta. Basti pensare che una grande macchia rossa, effetto visibile degli uragani su questo pianeta, notata per la prima volta da Galileo, è ancora ben visibile pressappoco nella stessa posizione. Questo uragano è di forma ellittica e provoca una specie di “buco” nell’atmosfera superficiale, che consente di osservare anche parte degli stati interni dell’atmosfera di Giove. Un ultimo elemento che può essere utile per capire l’entità del fenomeno: il raggio del buco provocato da questo uragano è pari a una volta e mezzo il diametro terrestre. Se Giove è un pianeta dalle caratteristiche sorprendenti, anche lo spazio che lo circonda ed i satelliti che gli orbitano intorno non sono da meno. Nell’enorme spazio che separa Marte da Giove ci sarebbe posto per un altro pianeta. In questa zona, infatti, orbitano moltissimi oggetti ma troppo piccoli perché siano considerati dei pianeti veri e propri; il più grande di essi “Cerere” ha un diametro di soli 300 chilometri. Le forti perturbazioni gravitazionali dovute alla vicinanza del gigantesco Giove hanno impedito a un pianeta in via di formazione di compattarsi. I quattro satelliti di Giove, battezzati da Galileo Io, Europa, Ganimede e Callisto hanno dimensioni ragguardevoli, tanto che se non fossero stati accalappiati dalla formidabile forza gravitazionale del gigantesco pianeta, sarebbero dei pianeti veri e propri in orbita intorno al Sole. I satelliti di Giove sono talmente grandi da poter essere osservati anche a occhio nudo da chi possieda una vista particolarmente acuta. Al binocolo si presentano come puntini luminosi a destra e a sinistra del disco del pianeta. E’ molto raro vederli tutti e quattro contemporaneamente perché è facile che al momento dell’osservazione qualcuno di essi stia transitando dietro al pianeta intorno a cui orbitano. L’importanza storica dei satelliti di Giove fu di essere la prova evidente che non è la sola terra a costituire il centro attorno a cui ruotano altri corpi celesti. Gli stessi satelliti ebbero un ruolo fondamentale nella determinazione della velocità di propagazione della luce. L’astronomo Roemer costatò, infatti, che quando Giove si trovava nella parte della sua orbita più lontano dalla Terra, ossia quasi invisibile perché coperto dalla luce solare, i suoi satelliti sembravano seguire con ritardo di alcuni minuti il moto per essi previsto in base alla legge di gravità. Correttamente l’astronomo interpretò questo scarto come dovuto al tempo impiegato dalla luce per trasmettere a un osservatore terrestre l’informazione sulla posizione reale di un astro. Oltre a questi quattro satelliti, Giove possiede altri satelliti più piccoli, tanti da essere in numero sconosciuto, ed un anello non visibile dalla terra se non con telescopi spaziali. Questo articolo ti è piaciuto? Condividilo!