Il cielo di novembre, le Leonidi di Nautica Editrice il 14 Lug 2016 IL CIELO DI NOVEMBRE Novembre è il mese delle Leonidi. Queste straordinarie meteore sono così chiamate poiché, a causa di un effetto meramente prospettico, sembrano irradiarsi tutte da un unico punto celeste, ubicato nella costellazione del Leone, visibile nella seconda parte della notte. Gli astronomi si aspettano che, martedì 17 novembre 2009, il nostro bel pianeta azzurro passi attraverso alcune nubi di meteoroidi. Esse risalgono agli anni 1466, 1533 e 1567, quando la cometa periodica 55P/Tempel-Tuttle, che origina questa spettacolare pioggia di stelle cadenti, venne a farci visita, passando al perielio. In base al modello elaborato da J. Vaubaillon, dovremmo lambire le polveri del 1567 alle 07:27 UT. L’incontro con la nuvola di meteoroidi del 1466, invece, è previsto per le 21:43 UT. Alle 21:50 UT, infine, dovrebbe essere la volta delle polveri del 1533. Lo studioso del Caltech si aspetta uno ZHR di 25 per la nube di meteoroidi del 1567, uno di 115 per le polveri del 1466 e uno di 80 per la nuvola di meteoroidi del 1533. Considerando i pochi minuti che separano le 21:43 UT dalle 21:50 UT, si giunge a uno ZHR di 195 (= 115+80), un valore di tutto rispetto. Le osservazioni condotte lo scorso anno, quando le polveri del 1466 diedero vita a un discreto outburst (ZHR = 130), sembrano suggerire un possibile ritardo, valutabile in circa 30-60 minuti, rispetto a quanto previsto dal modello elaborato da J. Vaubaillon. E. Lyytinen, M. Maslov, D. Moser e M. Sato si aspettano uno ZHR compreso fra 150 e 300. Per quel che concerne il tradizionale picco annuale o nodale, esso è atteso per le 15:10 UT di martedì 17 novembre 2009. La Luna, praticamente nuova, non arrecherà alcun disturbo, permettendo di cimentarsi nella ripresa fotografica. Le previsioni degli astronomi sembrano favorire gli osservatori ubicati in Asia. Un eventuale ritardo andrà a nostro vantaggio, in considerazione della posizione del radiante. Lo stesso discorso vale per la reale ampiezza del picco di attività. Se risulterà acuto e molto stretto, saremo decisamente svantaggiati, poiché il fenomeno avrà già avuto termine, quando la costellazione del Leone sarà alta sui nostri orizzonti. In ogni caso, trattandosi di nubi di meteoroidi rilasciati parecchi secoli fa, pare lecito attendersi una certa dispersione, cosa che farebbe pensare a dei picchi non troppo stretti. Per simulare quello che si potrebbe vedere da una data località, si può utilizzare l’Automatic Systematic Articulated Global Meteor Shower Fluxtimator di P. Jenniskens e D. Nugent (https://leonid.arc.nasa.gov/estimator.html). Usarlo è semplicissimo. Per prima cosa, bisogna selezionare lo sciame (“Shower” = “13 Leonids”). Fatto questo, si sceglie la “Location” più vicina, fra quelle disponibili. In alternativa, cliccando su “Other”, è possibile inserire le proprie coordinate geografiche (latitudine e longitudine). “Conditions” permette di scegliere fra: “Mountaintop”, “Countryside”, “Suburbs” e “Downtown”. Infine, occorre selezionare la data: “Nov” + “17-18” + “2009”. Il grafico che si ottiene, con “DST” (“Daylight Saving Time”) = “No”, mostra l’andamento del conteggio orario atteso (in ordinate) in funzione del tempo (in ascisse). Le ultime Perseidi Le Lacrime di San Lorenzo del 2009, di cui ci siamo occupati nel numero di agosto, si sono rivelate particolarmente copiose (ZHR = 166), con un profilo di attività caratterizzato dalla presenza di numerosi picchi, separati l’uno dall’altro. Glossario essenziale Perielio: è il punto dell’orbita più vicino al Sole. UT: indica l’Universal Time. ZHR: lo Zenithal Hourly Rate esprime il numero di meteore che un osservatore potrebbe vedere in un’ora, se si trovasse in condizioni ideali. Questo articolo ti è piaciuto? Condividilo!