Le costellazioni: Auriga di Nautica Editrice il 14 Lug 2016 AURIGA È una delle costellazioni più facilmente individuabili nel cielo invernale, da Dicembre fino a Marzo, e occupa un’area di 657 gradi quadrati. La stella più brillante è Capella (di magnitudine 0,1 riportata sul grafico complessivo del cielo stellato di gennaio che consente di individuare la posizione precisa della costellazione a metà mese), stella che si trova a 4500 anni luce di distanza dalla terra. Nella mitologia, Auriga è la costellazione del cocchiere, e le antiche mappe stellari la mostrano come un uomo che tiene sul braccio sinistro una piccola capra, mentre con la mano destra impugna una frusta. Sotto la capretta (identificata da Capella) si trovano altre tre caprette, (identificate dalle stelle zeta, epsilon ed eta), la frusta del cocchiere viene identificata con le dieci stelle psi 1-10, poste sul limitare della costellazione con i Gemelli e la Lince. Esistono varie versioni sul personaggio rappresentato da questa costellazione. La prima ritiene che si tratti di Erittonio, mitico re di Atene, prediletto dalla dea Atena, il primo uomo capace di attaccare quattro cavalli a un carro, a imitazione del carro del Sole. Ciò gli valse l’ammirazione di Zeus, che gli donò un posto tra le stelle. Un’altra versione, identifica l’Auriga con Mirtilo, il cocchiere di Enomao re di Elide. Enomao aveva una figlia bellissima, Ippodamia, ma chi avesse voluto sposarla doveva batterlo in una corsa con i carri, dalla quale si poteva uscire sposi se vincitori o condannati a morte se sconfitti. Quando si presentò Pelopio, che riuscì a vincere solo facendo manomettere il carro del re corrompendo il cocchiere Mirtilo. Dopo la vittoria, visto che anche Mirtilo era invaghito di Ippodamia, Pelopio lo uccise gettandolo in mare. Una terza ipotesi è quella che l’Auriga sia Ippolito il figlio di Teseo, di cui si innamorò perdutamente la matrigna Fedra. Ippolito la respinse e lei per la disperazione si suicidò, lasciando uno scritto in cui denunciava falsamente il giovane di averle recato violenza. Teseo allora scacciò il figlio, che poco dopo, mentre si allontanava sul suo carro, ebbe un incidente e morì. Questo articolo ti è piaciuto? Condividilo!