Punto nave col radar di Nautica Editrice il 26 Ago 2016 PUNTO-NAVE COL RADAR Ci sono giunte alcune richieste in merito all’uso del radar, strumento che si sta sempre più diffondendo anche fra i navigatori minimi (grazie a un onere economico più allegerito rispetto al passato e alla produzione di radar veramente di pochissimo ingombro, quasi giocattoli), ossia quelli delle imbarcazioni che con le nuove disposizioni possono essere considerati natanti ma che hanno facoltà di allontanarsi dalla costa fino a perderla di vista. Del radar ci siamo occupati in parecchi interventi da queste pagine, ma siamo ben lieti di ritornare sull’argomento perché ci sembra opportuno chiarire alcuni aspetti del suo uso soprattutto in campo nautico, ossia dell’uso che si può fare di questo strumento per fare il punto-nave. Nato per scopi di scoperta e di intercettazione, sviluppatosi in seguito per finalità di sicurezza, il radar non fu subito apprezzato molto per l’uso squisitamente nautiche che se ne può fare con notevoli vantaggi. In ogni modo, accanto al suo ruolo principale di primario ausilio per la condotta sicura delle navi in condizioni di scarsa o nulla visibilità in zone di traffico – tanto da essere obbligatorio a bordo delle navi maggiori proprio come la bussola, la radio e le imbarcazioni di salvataggio – è in pratica un potente alleato del navigatore che deve determinare la posizione della nave. Esistono molteplici sistemi, oggi, in grado di fornire con notevole precisione, continuità, semplicità operativa e automazione dei bellissimi punto-nave: ci riferiamo in particolare ai sistemi satellitari, i cui apparati di bordo, come tutti sanno, hanno incorporato un semplice elaboratore programmato in modo da risolvere tutti i problemi nautici, facendone apparire i risultati sia con dati e scritte sia con rappresentazioni grafiche. Il radar non fa parte di questo genere di operatività nautica – anche se sul suo schermo si possono far apparire dati nautici forniti per esempio da altro apparato di navigazione – ma possiamo semplicemente considerarlo un occhio particolare, in grado di vedere tutto intorno alla nave al buio, con nebbia, in zone di traffico intenso, spaziando da parecchie decine di miglia fino a poche decine di metri di distanza, offrendo dati di grande precisione e soprattutto facendo “vedere” ciò che effettivamente sta intorno. La navigazione condotta a vista, conosciuta come navigazione costiera, dal momento che si avvale di riferimenti sulla costa, è necessariamente limitata dalle condizioni meteorologiche e dall’oscurità notturna e, anche se in condizioni buone, dalla distanza della costa stessa: è in questi casi che il radar viene in aiuto. Si tratta in definitiva di un “occhio” particolarmente acuto il cui pregio maggiore consiste nella precisione di misura di distanza oltre al fatto che i rilevamenti presi con esso sono praticamente dello stesso ordine di grandezza di precisione di quelli presi otticamente. Dopo questa premessa, è il caso di vedere quali siano i metodi migliori per ricavare punti-nave col radar. Possiamo distinguere tre casi: uso delle distanze, uso di rilevamento e distanza e uso di rilevamenti. Punto con le distanze radar Non occorrono dati di bussola:riconosciuta la costa così come appare sullo schermo radar (in altra occasione vederemo come appaiono i rilievi di costa sullo schermo) si scelgono almeno due punti cospicui rappresentati sullo schermo e sicuramente riconosciuti sulla carta nautica. Si misurano le distanze da tali oggetti e a partire dalle loro posizioni riportate sulla carta si tracciano col compasso scrivente delle circonferenze di raggio pari alle rispettive distanze misurate. L’intersezione fra le circonferenze fornisce il punto-nave. Occorrono, come detto, almeno due misure di distanza, anche se l’ottimo sarebbe tre, per avere conferma del punto stesso e della sua attendibilità osservando l’eventuale e diciamo pure inevitabile triangolino formato dalle circonferenze che si intersecano. Poiché le misurazioni avvengono in istanti successivi, in generale è necessario trasportare le prime misure all’orario dell’ultima, esattamente come si fa con tutti gli altri luoghi di posizione utilizzati per ricavare la propria posizione. All’eventuale osservazione che si può fare notando che con due circonferenze in realtà le intersezioni sono due, diciamo pure che una di esse viene scartata per una incongruenza evidente con una stima anche lasca. Naturalmente, se le misure avvengono in tempi molto ristretti e la velocità dell’imbarcazione non è elevata (per esempio si tratta di una barca a vela) il trasporto può non essere indispensabile. Questo sta al giudizio di chi esegue le misure. In linea di massima conviene utilizzare oggetti che si trovano ben aperti in rilevamento; se le misure sono due quanto più prossime possibile a 90° e se sono tre a 60° o 120°, anche se quest’ultima eventualità è difficile che si verifichi. Oltre le tre misure non è consigliabile, per una questione di calcolo e anche trasporto. Punto con rilevamento e distanza È il punto tipicoeseguito col radar. Occorre non solo oggetto idoneo e riconosciuto e le misure sono praticamente contemporanee, per cui non occorre trasporto. Per quanto riguarda i rilevamento (parliamo di imbarcazioni che in genere non hanno la possibilità di asservire il radar alla bussola) bisogna ricordare di prendere lo “stop” alla bussola nell’istante della misura, per poter passare dal rilevamento polare letto sul radar a quello vero da tracciare sulla carta. Punto con rilevamenti Si tratta del punto con due o trerilevamenti conosciuto già nella navigazione costiera a vista. Anche in questo caso occorre avere l’esatto valore di prora bussola ad ogni istante di misura, per poter passare ai rilevamenti veri. Ovvio, naturalmente, che devono essere ben conosciute sia la declinazione che la deviazione della bussola. Usando il radar questo tipo di punto-nave non è il più indicato, perché la precisione in rilevamento è minore di quella ottenibile con la misura di distanza. Il numero ottimale di rilevamenti è comunque tre, per poter avere idea dell’affidabilità del punto determinato, tenendo presenti le aperture angolari fra i rilevamenti di cui si è detto prima. Quale consiglio a fattor comune, è opportuno seguire per prime le misure che, a causa del moto della nave, variano di meno o sono più difficoltose (in altre parole fanno perdere tempo): pertanto, misure di distanza per prime di massima quelle di oggetti al traverso e misure di rilevamento per prime quelle nei quartieri prodieri e poppieri. Come si vede, il punto con rilevamento e distanza dello stesso oggetto è il metodo forse più pratico e rapido, pur di conoscere perfettamente l’oggetto battuto. Ci sembra anche il caso di ricordare brevemente come ricavare il rilevamento vero, conoscendo la declinazione, la deviazione di bussola e la misura del rilevamento polare (che è sempre del tipo circolare) preso col radar. Per esempio, avendo prora bussola PB = 345° in una zona dove la declinazione aggiornata è d = 0,5°E ossia +0,5° e ricavando per esempio dalla tabella di deviazione che per tale prora bussola la deviazione è d = -2° si ricava la prora vera Pv= Pb + d + d = 345° – 2° + 0,5° = 343,5°. Supponendo di aver misurato rilevamento polare Rlp = 254°, il rilevamento vero è Rlv = Pv + Rlp = 343,5° + 254° = 597,5° a cui, essendo maggiore di 360°, viene sottratto tale valore ottenendo il risultato definitivo Rlv = 237,5°. Questo articolo ti è piaciuto? Condividilo!