
La controplancia sui piccoli cabinati: fly sì o fly no?
Esiste una fascia dimensionale che pone al futuro armatore, in cerca della sua barca ideale, l’alternativa tra una barca con fly o senza fly...
Esiste una fascia dimensionale che pone al futuro armatore, in cerca della sua barca ideale, l’alternativa tra una barca con fly o senza fly...
Derivata dal mondo delle regate, la regolazione 3D della vela di prua sta prendendo piede sempre di più anche sulle barche da crociera. Ecco in cosa consiste e come funziona...
Quella delle imbarcazioni da diporto con un aspetto più o meno marziale è una tendenza che, negli ultimi anni, sta diffondendosi sempre di più. Da sempre Wally ne ha fatto un suo carattere distintivo. Le linee essenziali e minimaliste che richiamano in modo esplicito le linee aggressive e severe delle unità militari sono, infatti, una caratteristica tipica dei Wally Power o Wally Tender che siano, fin da quando sono apparsi sulla scena. [caption id="attachment_121151" align="aligncenter" width="600"] Il nuovo 165 Wallypower firmato Espen Øino e Luca Bassani è l’ultimo nato in casa Wally. 50 metri di barca che si ispirano direttamente al design del 118 Wallypower, una delle prime imbarcazioni a motore caratterizzate dal tipico look squadrato e angolare dove le linee aggressive e severe richiamano in modo esplicito il look delle unità militari. Se chiudiamo le terrazze e sostituiamo le chaise longue sul ponte prodiero con un bel cannoncino, le differenze con un’unità da guerra restano ben poche. Ma vista da poppa la barca diventa tutta un’altra cosa![/caption] [button title="Leggi tutto l'articolo" url="https://www.nautica.it/mio-account/?wcm_redirect_to=post&wcm_redirect_id=121148" type="secondary"] [button title="Abbonati" url="https://www.nautica.it/nautica-superyachts-formato-digiltale/" type="secondary"]
30 ore in una zattera di salvataggio per testare le dotazioni. Un'esperienza per capire come si vive a bordo di un mezzo di salvataggio...
Tra i sistemi di trasmissione che consentono un netto miglioramento delle prestazioni di una imbarcazione a motore in termini sia di velocità sia di consumi, un posto di rilievo spetta sicuramente a quelli con eliche di superficie. Ve ne sono di tipo fisso (Trimax, Levi Drive Unit ecc.) o trimmabile e orientabile (Arneson, Top System, Jolly Drive, SDS della France Helices ecc.), le quali con accorgimenti e meccanismi leggermente diversi consentono una riduzione degli attriti di appendice e il funzionamento delle eliche in regime di cavitazione, con una resa decisamente migliorativa fino al 25/30{2e3577d2bd6aebaa150c85c33fcd353783f1aa6c690283591e00ef60b3336fc8} rispetto a una linea d’ asse tradizionale, oltre ad altri vantaggi ma anche qualche lieve difficoltà di manovra per chi non ha esperienza. Ovviamente, tra le diverse tipologie, quelle trimmabili e orientabili richiedono un’appropriata manutenzione dei loro organi di manovra e, talvolta, piccole riparazioni che possono essere eseguite anche dallo stesso utente, purché abbia una certa familiarità con la meccanica e l’idraulica. I sistemi più diffusi hanno un sistema di controllo mediante pistoni idraulici che, se ben manutenuto, dura moltissimi anni senza problematiche, rivelandosi più longevo, resistente, affidabile e di manutenzione meno costosa rispetto al più diffuso piede poppiero. Esaminiamo quindi le situazioni più probabili e gestibili. [caption id="attachment_120431" align="aligncenter" width="563"] Tubi pistone trim[/caption] [button title="Leggi tutto l'articolo" url="https://www.nautica.it/mio-account/?wcm_redirect_to=post&wcm_redirect_id=120424" type="secondary"] [button title="Abbonati" url="https://www.nautica.it/nautica-superyachts-formato-digiltale/" type="secondary"]
Utilizzare l’idrogeno come “carburante” per gli attuali motori termici, ovviamente riadattati. È questa la proposta green del gruppo Punch, la multinazionale belga che distribuisce e cura lo sviluppo tecnologico dei motori General Motors. Stop alla vendita delle auto a combustione interna (Diesel e benzina) entro il 2035. È la proposta della Commissione Europea, che, concretizzatasi quest’estate, dovrà essere ratificata dal Parlamento Europeo entro due anni. Si tratta di una proposta, certo, che andrà sviluppata e dettagliata in termini sia temporali sia di sviluppo di adeguate alternative ma, tuttavia, ribadisce un trend ormai chiaramente definito che influenzerà pesantemente tutti i settori della mobilità, nautica compresa. [caption id="attachment_120192" align="aligncenter" width="600"] Il team PUNCH allo scorso salone di Genova: al centro l’AD Antonioli e, alla sua destra, l’ingegner Scalabrini.[/caption] In questa prospettiva, però, l’alternativa non può essere solo l’elettrico, poiché, come sostiene l’Acea - associazione europea dei costruttori del settore automobilistico - che ha espresso un iniziale parere negativo sulla proposta, affermando che “bandire una singola tecnologia non è un modo razionale di guardare avanti “, dovrà necessariamente comprendere una pluralità di fonti energetiche e le tecnologie ad esse collegate. [caption id="attachment_120193" align="aligncenter" width="600"] Il concept di veicolo con motore a idrogeno H2 V8 6.6L in mostra al PUNCH Technology Day organizzato dal gruppo PUNCH il 30 Settembre scorso a Torino. Si tratta del Navara Pickup convertito a idrogeno trasformando un motore convenzionale.[/caption] [button title="Leggi tutto l'articolo" url="https://www.nautica.it/mio-account/?wcm_redirect_to=post&wcm_redirect_id=120189" type="secondary"] [button title="Abbonati" url="https://www.nautica.it/nautica-superyachts-formato-digiltale/" type="secondary"]
I tre naufraghi hanno trascorso la prima notte nella zattera di salvataggio, tra sonno indotto e tanta pioggia. Ascoltiamo le parole del nostro collaboratore Nico Caponetto.
È appena iniziato nel mare prospiciente Sestri Levante un importante test di Nautica, finalizzato a registrare le reali condizioni di vita a bordo di una zattera autogonfiabile. Per 48 ore consecutive, un equipaggio formato dal nostro Nico Caponetto e da una coppia di volontari resterà a bordo di una CSM…
Computational Fluid Dynamics protagonista sugli AC75 dell’ultima America’s Cup, vi spieghiamo cos'è e come aumenta le prestazioni di una barca...
Ogni volta che saliamo in barca controlliamo l’indicatore di livello del carburante per sapere di quanta autonomia possiamo ancora disporre. Ma quante volte andiamo a controllare i nostri serbatoi e gli impianti connessi? Quasi mai, purtroppo. [caption id="attachment_118942" align="aligncenter" width="600"] Indicatore di livello visivo con valvola[/caption] Eppure questi rappresentano la nostra riserva di energia e sono tra gli elementi che influiscono sulla sicurezza e affidabilità della nostra imbarcazione, che sia a motore o a vela. Infatti, i problemi che possiamo riscontrare più comunemente sono collegati proprio al carburante o ai serbatoi o all’impianto di alimentazione con i relativi filtri e prefiltri. Esaminiamoli considerando le possibili soluzioni da adottare. [button title="Leggi tutto l'articolo" url="https://www.nautica.it/mio-account/?wcm_redirect_to=post&wcm_redirect_id=118938" type="secondary"] [button title="Abbonati" url="https://www.nautica.it/nautica-superyachts-formato-digiltale/" type="secondary"]