Didattica La barca elettrica secondo Frauscher Pioniere dell’elettrico, il celebre cantiere austriaco stimola il mercato con proposte che guardano anche a un nuovo modo di concepire la vita di bordo. Ne parliamo con Mauro Feltrinelli, importatore per l’Italia e titolare di uno storico cantiere del Lago di Garda. Quando si parla di barche elettriche non si può non partire da Frauscher, il cantiere austriaco che in questo campo è stato davvero un precursore. Lo attesta un numero: 3000 barche elettriche che, prodotte a partire dagli anni ’90, navigano oggi nelle acque di tutta Europa. Barche innovative e classiche allo stesso tempo, nate per superare le mode passeggere e resistere nel tempo. Ma anche barche provocatorie e di rottura. Come l’ultimo arrivato, il TimeSquare20, il primo catamarano elettrico firmato Frauscher che, sin dal suo debutto nel settembre 2021, ha fatto parlare di sé sia per il design sia per la nuova esperienza di navigazione che propone. Parliamo di una barca slow sailing, una barca pensata per essere un comodo salotto che naviga spinto da due motori fuoribordo elettrici che consentono buone velocità di crociera nel più completo silenzio. [caption id="attachment_127687" align="aligncenter" width="800"] Il cantiere Frauscher[/caption] In ogni caso, si tratta sempre di barche basate su approfonditi studi mirati all’efficienza complessiva, sia quella idrodinamica della carena sia quella del propulsore, al fine di contenere i consumi e aumentare velocità e autonomia, veri punti deboli delle barche elettriche. Non solo. Si tratta pure di barche contraddistinte da un design ricercato, da materiali pregiati e rifiniture di lusso. [button title="Leggi tutto l'articolo" url="https://www.nautica.it/mio-account/?wcm_redirect_to=post&wcm_redirect_id=127685" type="secondary"] [button title="Abbonati" url="https://www.nautica.it/nautica-superyachts-formato-digiltale/" type="secondary"] di Andrea Mancini il 29 Giu 2022 Continua a leggere
Didattica • News 9 tecniche per padroneggiare la fotografia oceanica Una delle cose più complesse quando ci si trova in barca è tentare di mantenere orizzontale la linea del mare che è orizzontale... di Nautica Editrice il 13 Mag 2022 Continua a leggere
Didattica Foil e catamarano: unione perfetta È una piccola ala immersa interposta tra gli scafi di un catamarano a motore di 10 metri ma vale come 200 cavalli in più, 400 litri di carburante risparmiati oppure 100 miglia di autonomia extra. E non si vede! Magia dell’Hydro Glide Foil System™, sistema di foil montato sui catamarani Aquila. Difficile da credere, ma ciò che scriviamo nel sommario è esattamente quello che documentiamo in queste pagine, relativamente al catamarano Aquila 36 nella versione dotata del Hydro Glide Foil System: sistema appositamente progettato dalla americana Morrelli & Melvin Design & Engineering per i catamarani Aquila Power Catamarans, un apprezzato brand statunitense con una gamma di catamarani a motore da 28’ a 70’. [button title="Leggi tutto l'articolo" url="https://www.nautica.it/mio-account/?wcm_redirect_to=post&wcm_redirect_id=124885" type="secondary"] [button title="Abbonati" url="https://www.nautica.it/nautica-superyachts-formato-digiltale/" type="secondary"] di Andrea Mancini il 29 Apr 2022 Continua a leggere
Didattica Difficile assicurarsi dopo le mareggiate del 2018 in Liguria Gli armatori, soprattutto quelli delle imbarcazioni della fascia compresa tra i 100.000 euro e il milione, stanno incontrando molti ostacoli nel proteggere il loro amato bene. Troppe clausole particolari, difficili da soddisfare. Approfondiamo il tema con l’aiuto di una grande esperta. La nautica italiana, come tutti sappiamo, è in buona salute. Ma c’è un problema che affligge i diportisti: in molti casi le compagnie di assicurazione sono restie a stipulare polizze. Un problema di non poco conto, considerando che il bene da assicurare può essere di valore anche molto alto. E il problema – vale la pena sottolinearlo - riguarda anche i natanti, cioè le barche fino a 10 metri che rappresentano la parte più cospicua del parco navigante. Come si spiega tutto ciò? Lo abbiamo chiesto a Sabrina Della Penna, Head of Yachts and Shipyards Division di Assiteca SpA, il primo gruppo italiano nella gestione dei rischi d’impresa e nel brokeraggio assicurativo, quotato su Euronext Growth Milan, che possiede una divisione specializzata sul mercato nautico. [button title="Leggi tutto l'articolo" url="https://www.nautica.it/mio-account/?wcm_redirect_to=post&wcm_redirect_id=124822" type="secondary"] [button title="Abbonati" url="https://www.nautica.it/nautica-superyachts-formato-digiltale/" type="secondary"] di Sergio Troise il 29 Apr 2022 Continua a leggere
Didattica Nautica green, le barche elettriche Oggi sempre più diffuse nelle nostre città, nei prossimi anni vedremo sempre più barche elettriche far rifornimento alle colonnine... di Andrea Mancini il 29 Mar 2022 Continua a leggere
Didattica Anatomia della barca: il fascino della prua Dall’analisi sui nuovi modi di utilizzare la barca e dalle possibilità offerte dallo sviluppo tecnologico si evolve il design di uno yacht e nascono le barche di oggi. Parliamo delle estremità, concentrandoci sulla prua, in generale. E su quella del Wally200, in particolare. [caption id="attachment_122892" align="aligncenter" width="600"] Sulle navi di una volta (nella una nave cargo), la prua e la poppa erano adibite a ospitare esclusivamente locali tecnici. Spesso lo sono ancora oggi perché, in navigazione, sono le due zone meno vivibili.[/caption] Tutte soluzioni utilizzabili (quasi) esclusivamente quando la barca è ferma. Allo stesso tempo non c’è dubbio che su una moderna imbarcazione da diporto l’esterno della poppa sia una parte molto utilizzata e caratterizzante. [button title="Leggi tutto l'articolo" url="https://www.nautica.it/mio-account/?wcm_redirect_to=post&wcm_redirect_id=122889" type="secondary"] [button title="Abbonati" url="https://www.nautica.it/nautica-superyachts-formato-digiltale/" type="secondary"] di Andrea Mancini il 28 Feb 2022 Continua a leggere
Didattica Sistemi di stabilizzazione: da optional a standard e si tratti di pinne o di giroscopi o di cilindri rotanti, gli stabilizzatori sono entrati ormai nella rosa degli accessori pressoché irrinunciabili. E la loro evoluzione continua. Non è improbabile che l’ormai scontata presenza dello stabilizzatore nella lista degli optional proposti per una nuova imbarcazione traslochi presto in quella degli standard, cioè, in sostanza, tra le cose delle quali non si può fare a meno. È stato così – in un passato neppure così lontano – per il verricello salpancora elettrico, per il frigorifero, per il plotter e per tanti altri “oggetti” trasformatisi da semplici accessori a elementi fondamentali del sistema-barca. [caption id="attachment_122917" align="aligncenter" width="800"] Per quanto sia estremamente utile in una moltitudine di situazioni, il flying-bridge è certamente un ambiente particolarmente sensibile ai movimenti oscillatori.[/caption] Questa fase di passaggio è estremamente importante poiché se sul piano strettamente commerciale lascia ancora una possibilità di opzione all’armatore, tra il decidere se spendere o no una cifra considerevole per dotarsi di questo dispositivo, sul piano puramente tecnico delega completamente al cantiere la decisione sulla tipologia, sulle dimensioni e sul metodo di installazione. di Lamberto Ballerini il 28 Feb 2022 Continua a leggere
Didattica La riparazione del bottaccio o bottazzo Come riparare o sostituire Il bottaccio o bottazzo, quell’elemento che corre lungo le murate della barca, all’altezza del baglio massimo... di Francesco Baratta il 28 Feb 2022 Continua a leggere
Didattica Il restauro della coperta in teak Come restaurare la coperta in teak in autonomia. Tre metodi che permettono di restaurare da soli una coperta a doghe lineari... di Francesco Baratta il 31 Gen 2022 Continua a leggere
Didattica Sicurezza: “normativa e dotazioni da rivedere”. La tecnologia corre e le abitudini dei diportisti cambiano, ma le norme, le procedure e le attrezzature restano indietro. Perplessità sulle omologazioni e sui controlli. Ne parliamo con l’autore di “Mai più Mayday” e “La zattera di salvataggio”. L'articolo intitolato “Sopravvivenza: 30 ore in una zattera”, firmato dal nostro Nico Caponetto e pubblicato sul numero di gennaio di Nautica, ha – come sospettavamo e, francamente, speravamo – fatto parecchio rumore, tanto tra gli operatori del settore quanto tra i diportisti. In sostanza, il fatto che il mezzo da noi utilizzato per questo impegnativo long-test sia risultato non all’altezza della situazione, obbligandoci a interrompere la prova allo scadere delle 30 ore, invece delle 48 previste, ha in qualche modo fatto passare in secondo piano l’esperienza umana vissuta dai tre naufraghi volontari e posto in evidenza una serie di problemi che, invece, francamente, non ci aspettavamo. [caption id="attachment_121913" align="aligncenter" width="600"] Il lancio della zattera dal Columbia 50 ‘Knuddel’, lo sloop che Grillo utilizza per il charter.[/caption] Li riproponiamo sinteticamente, in ordine di apparizione: subito dopo il lancio, la mancata apertura della zattera nonostante i ripetuti “strappi” al cavo di collegamento (cosa poi risolta, ma mediante un intervento esterno); dopo l’imbarco dei tre tester, l’allagamento per infiltrazione di acqua di mare attraverso una scollatura tra fondo e tubolare inferiore; l’acqua della dotazione di sopravvivenza decisamente sgradevole (pur essendo risultata potabile ai successivi esami di laboratorio); le tute termiche inutilizzabili a causa dell’auto-agglomerazione del materiale con il quale sono state confezionate; soprattutto, il copioso ingresso di acqua piovana attraverso il tessuto del tendalino durante il forte temporale della seconda notte. [button title="Leggi tutto l'articolo" url="https://www.nautica.it/mio-account/?wcm_redirect_to=post&wcm_redirect_id=121908" type="secondary"] [button title="Abbonati" url="https://www.nautica.it/nautica-superyachts-formato-digiltale/" type="secondary"] di Corradino Corbò il 31 Gen 2022 Continua a leggere