Osmosi? Ondulazioni?
Quando viene detto che una barca ha l’osmosi, non deve essere solo il cantiere di riparazione a sostenerlo (che ha tutto l’interesse a intervenire), ma  meglio per il proprietario della barca che sia un tecnico indipendente e corretto che lo certifichi, elencando in una relazione le prove che dimostrino la diagnosi, un punto importante anche per il futuro.

Se effettivamente risulta che la barca ne  è affetta, allora ci si potrà rivolgere al cantiere per eliminarla, chiedendo che nel preventivo sia riportata la sequenza degli interventi previsti, le condizioni in cui si dovrà trovare la superficie della carena a fine lavori e prima dell’applicazione dell’antivegetativa. Ma può accadere – ed  accaduto – che il cantiere sostenga che la barca  affetta da osmosi, ma senza darne prove, e inizi subito i lavori di sabbiatura o altri: situazione ambigua, perché non si sa se l’osmosi c’era o no, né si conosce la procedura di eliminazione, col risultato che la carena potrebbe alla fine presentarsi di superficie molto irregolare e ondulata per una sabbiatura eseguita in modo non corretto, come nella foto 1, e lasciando, una superficie non certo avviata, che si presenta molto rugosa, come nella foto in basso.

Risp-24-1-17-fot-2
Non  un buon risultato, anche perché le ondulazioni verticali della carena ci portano a pensare che sia stato intaccato qualche strato di vetroresina. Allora  sempre meglio verificare l’effettiva presenza di osmosi e controllare i lavori sia al momento dell’eliminazione del vecchio gelcoat sia successivamente.
In sintesi per parlare di osmosi bisogna sempre dimostrarne l’esistenza, anche perché non basta che una carena sia umida per affermare che ha o avrà l’osmosi, nessuno può prevedere se si presenterà osmosi nel futuro e tanto meno quando questo avverrà!
Non va neanche dimenticato che l’umidità nella vetroresina non corrisponde o causa automaticamente una futura osmosi o  sintomo di osmosi in atto, perché non sempre la vetroresina ne  predisposta e anche perché l’igrometro può segnare un livello elevato di umidità quando lo scafo  a sandwich. Infatti uno scafo a sandwich  costituito da una pelle esterna in vetroresina, un’anima spessa di balsa o di poliuretano espanso a quadrotti vicini tra loro e da una pelle interna in vetroresina. Ne segue spesso che della condensa si formi tra l’anima e la pelle esterna con il risultato che l’igrometro indicherà presenza di umidità. Ma molte volte  stato rilevato, col passare del tempo, che quest’umidità non ha causato osmosi.
Dunque, prima di spaventarsi e di emettere giudizi avventati o ipotesi da chiromante, bisogna essere cauti e, soprattutto, chiedersi di che tipo  la stratificazione.
Ricordo che le ondulazioni, visibili nel gel-coat, si possono trovare anche sulle murate, senza alcun rapporto con l’osmosi, causate dall’azione del caldo solare: non capita a tutte le barche, ma se si guarda attentamente queste ondulazioni verticali si vedono spesso. Per fortuna per˜ si tratta di un fatto puramente estetico, dovuto al ritiro della vetroresina sotto al gel-coat per il calore.

Queste sono visibili solo guardando le murate a luce radente e solo da certe angolazioni e derivano dalla presenza, all’interno dello scafo di strutture e di paratie, un fatto diffuso, ma poco interessante, che si rileva soprattutto nelle barche pi vecchie, ma anche in quelle pi recenti.

Non si tratta di cattiva costruzione e il fatto può essere rilevato anche in carena, soprattutto in corrispondenza dei correnti longitudinali che sostengono i motori. Questo avviene perché la vetroresina di oggi  meno spessa di quella di una volta e può evidenziare la posizione di strutture interne, di solito senza conseguenze.