Come si fa il Nodo parlato semplice, detto anche nodo del parabordo di Nico Caponetto il 5 Apr 2020 Il nodo parlato semplice o di parabordo, utile quando la barca scarroccia, è il protagonista di questo articolo di didattica. Vediamo come si esegue quando si deve fissare un ormeggio con la cima in tensione. Il nodo parlato semplice è utilizzato soprattutto per fissare i parabordi alle draglie, al punto da essere spesso chiamato nodo del parabordo. In realtà il parlato, che appartiene alla famiglia dei nodi di avvolgimento, si rivela molto efficace in tante situazioni. Un uso molto frequente è quello che lo vede protagonista in un ormeggio incappellato su una bitta. Fra le tante variabili abbiamo scelto quella in cui ci troviamo in banchina e da una barca ci viene lanciata una cima per l’ormeggio. Ricevuta la cima, ci rendiamo conto che il forte vento fa scarrocciare la barca allontanandola dalla banchina e che la cima stessa va sotto tensione rischiando di sfuggirci di mano. Il primo obiettivo è quindi quello di incappellare l’ormeggio intorno a una bitta per togliere tensione e fermare la barca. Per riuscirci dobbiamo recuperare un po’ di cima, con uno strattone o facendo filare un po’ di corrente in modo da averne abbastanza per fare il primo giro intorno alla bitta. Una volta incappellata la cima alla bitta, la manovra è in forza, la barca è ferma e si può passare all’esecuzione del nodo parlato. Si prende quindi il corrente e si forma una volta facendolo passare sotto al dormiente. La nuova vota realizzata la si incappella alla bitta. Si assucca e il nodo è concluso. La barca è ferma e l’ormeggio è eseguito. Il nodo parlato è molto efficace e sicuro se si mantiene sotto tensione. Un ormeggio è sottoposto, soprattutto in presenza di risacca, a movimenti che possono contribuire ad allentare il nodo. E’ molto improbabile che si sciolga, ma per rendere definitivo l’ormeggio sarà opportuno realizzare una gassa o un doppino. Questo articolo ti è piaciuto? Condividilo!