La pelle, gli occhi e l’olfatto sono formidabili strumenti di previsione meteorologica. Basta riaccenderli, mettersi in ascolto e decifrare i messaggi che la natura ci manda. Senza per questo dimenticare il barometro, i bollettini e i siti Internet dedicati.

Meteorologia fai-da-teChi per mestiere trascorre molto tempo a contatto con la natura coltiva negli anni una certa sensibilità al mutare del tempo meteorologico. Non fanno eccezione i marinai, anche quelli non professionali.

Quante volte ciascuno di noi si è trovato a scrutare il cielo cercando segni premonitori di un qualcosa che non sempre si è verificato? O forse è meglio usare il passato e ricordare come un tempo fosse diffusa la voglia di dedicarsi alla comprensione dei segnali del cielo. Oggi infatti abbiamo a disposizione una molteplicità di fonti per avere previsioni meteo in tempo reale e per ogni parte del mondo.

Un’ottima cosa, ma che forse ci ha fatto dimenticare il piacere che si ricava dal rilevare, attraverso i sensori del nostro corpo, i messaggi che la natura ci manda. Facendoci perdere anche la sensibilità necessaria a interpretarli. Inoltre, le previsioni meteorologiche spesso subiscono, proprio qui in Mediterraneo, l’effetto di variabili locali che solo i nostri sensi, oltre che la conoscenza del territorio, ci permettono di interpretare correttamente.

Meteorologia fai-da-teIl linguaggio del tempo

Le nubi, l’umidità che percepiamo nell’aria, la sua trasparenza, i movimenti dell’acqua in porto compongono l’alfabeto che dobbiamo imparare. Ed è proprio prima di salpare, osservando la superficie dell’acqua, che possiamo scoprire cosa si sta preparando. Se infatti ci troviamo in una zona non soggetta a forti escursioni di marea ma il livello dell’acqua subisce un significativo aumento, vuol dire che il vento sta soffiando dal mare, magari a molte miglia di distanza e da noi non è ancora arrivato. Di conseguenza il moto ondoso sarà in aumento e l’idea di anticipare la partenza, o di rinunciarvi, sarà da prendere in seria considerazione.

Meteorologia fai-da-teNotte umida? Buon segno

Si dice che la notte porti consiglio. Detto quanto mai rispondente alla verità se di una notte in porto o in rada si tratta. Soprattutto in estate, quando la coperta si copre di goccioline di umidità e noi ci rifugiamo sotto al bimini, il messaggio è rassicurante: le condizioni del tempo non stanno cambiando e domani sarà probabilmente un’altra bella giornata.

Viceversa, se ci stiamo godendo il piacere di una serata insolitamente secca, sdraiati a prua a scrutare le stelle, diamo un’occhiata all’ultimo bollettino perchè probabilmente qualcosa sta cambiando. Potrebbe essere in arrivo vento secco e più freddo, oppure, se siamo vicini a una costa con rilievi montuosi vicini, come in Liguria, è possibile che stia per arrivare un vento di caduta.

Meteorologia fai-da-teOcchio alle stelle… e alla luna

Che durante la notte si sia portati a scrutare il cielo è cosa nota. Pulsioni più o meno romantiche non devono però distrarci dall’opportunità di leggere altri preziosi messaggi. Uno di questi arriva delle stelle: se le vediamo brillare di una lucentezza particolarmente vivace, vuol dire che l’aria è più trasparente del solito, molto probabilmente a causa di forti venti in quota molto spesso destinati a rafforzare anche a livello del mare. Anche la luna ha qualcosa da dirci, soprattutto sulla qualità del giorno che sta per sopraggiungere. “La luna con l’anello non porta tempo bello”, che corrisponde più o meno all’inglese “Halo around the sun or moon, rain or snow soon”. Detti popolari che hanno radici scientifiche e che indicano un fenomeno preciso: quell’effetto ottico è creato dalla presenza di cirrostrati, un tipo di nube spesso associata all’aumento dell’umidità. Se nello stesso momento dovessimo anche avvertire un aumento della temperatura, le probabilità dell’arrivo di un fronte caldo – e quindi di pioggia da lì a qualche ora – sono altissime.

Meteorologia fai-da-teLa voce di brezze e venti

Le brezze, la loro regolarità o, al contrario, il loro brusco interrompersi, costituiscono un altro prezioso veicolo di informazioni. La differenza di temperatura e, quindi, di pressione fra la terra e il mare, con l’aria più calda che sale e che lascia posto a quella più fredda è un ciclo che si presenta con estrema regolarità: di notte abbiamo brezza di terra e di giorno brezza di mare. A meno che qualcosa non interferisca. Una forte intensificazione oppure la loro scomparsa è un messaggio chiaro: “qualcosa sta cambiando, controlla l’ultimo bollettino o i siti web meteo”.

Lo stesso segnale di attenzione dobbiamo ricavarlo da un improvviso cambio di direzione del vento associato a uno sbalzo di temperatura. Per comprenderne meglio il significato possiamo farci aiutare dalle nubi. Questo perchè, per esempio, un’inversione della direzione del vento dopo una sua breve scomparsa, sarà facilmente associabile alla presenza di cumuli nembi – nubi nere a sviluppo verticale che si alzano a forma di incudine – e quindi di temporali.

Oppure – ed è un caso tipico che si presenta in Adriatico durante l’estate – un brusco calo della temperatura con vento di Grecale ci dice che sta arrivando la Bora, soprattutto se guardando a Nord-Est vediamo l’orizzonte diventare scuro, segno che sta arrivando la cosiddetta Bora scura, cattiva, piena di pioggia e di raffiche potenti.

Altra situazione che deve accendere i nostri sensi è quella in cui il vento, dopo avere soffiato fresco, abbonaccia e incomincia a saltellare da un quadrante all’altro. È molto facile che si sia vicinissimi al centro di una depressione e che, da lì a breve, il vento rinforzi nuovamente.

Meteorologia fai-da-teCome prevedere il tempo osservando le nuvole

“Quella ha la forma di una farfalla…e quell’altra assomiglia invece al viso di una donna”. Chi di noi non ha mai giocato con le nubi, scoprendo forme di oggetti e di persone con il loro mutare? Bene, ora osserviamole con maggiore attenzione, cercando di ricordare che cosa sia accaduto, in passato, dopo la loro comparsa o dopo la loro trasformazione.

Qualche esempio. Se si naviga lungo costa in estate, è facile vedere come si addensino cumuli bianchi, frutto della condensazione dell’aria calda che sale. Siamo in una situazione di tempo buono ma non dobbiamo dare per scontato che non si possano trasformare, soprattutto dopo molti giorni di temperature molto alte.

Se infatti tendono ad aggregarsi, a svilupparsi verso l’alto e a prendere la classica forma dell’incudine, stanno diventando cumuli nembi e quindi temporali che molto probabilmente si manifesteranno con maggior violenza sulla costa e dai quali dovremo stare lontani fino a quando non si saranno esauriti. Un presagio di vento forte in arrivo è dato dalla presenza di nubi dalla forma ovale, soprattutto sottovento ai rilievi, da dove il vento che sta già soffiando presto potrà arrivare a livello del mare.

Se vogliamo ancora affidarci a proverbi, uno dei più conosciuti recita: “Cielo a pecorelle, pioggia a catinelle”. In realtà le pecorelle sono dei cirrocumuli che si formano per la presenza di venti umidi in quota e che precedono l’arrivo di una perturbazione nell’arco di qualche ora. Lo stesso messaggio dei cirrostrati, quelli che di notte creano l’alone intorno alla luna e di giorno intorno al sole. Anche in questo caso, soprattutto se si avverte un aumento della temperatura, le nubi ci consigliano di preparare la cerata, perché un fronte caldo con pioggia è in arrivo. Viceversa, un cielo punteggiato da batuffoli bianchi, con ampi spazi di azzurro, vuole rassicurarci sulla bella giornata alla quale stiamo andando incontro.

Prevedere il tempo guardando il mare

D’altra parte, anche una giornata estiva con pochissima visibilità, cielo opaco e molta umidità, è segno di tempo stabile, senza vento e quindi di mare piatto. Ma se improvvisamente questa cappa viene spazzata via e l’aria si fa più tersa, è possibile aspettarsi un colpo di vento.

Anche il movimento del mare ci dice sempre qualcosa, se lo osserviamo con la voglia di decifrarlo. Non parliamo del mare vivo, sollevato dal vento che in quel momento soffia nella zona in cui ci troviamo, ma di quello che qualche volta ci spinge a esclamare: “Ma questo mare da dove arriva?”.

Se si tratta di mare lungo, con onde che tendono a diventare più corte, è molto probabile che al largo, nella direzione da cui proviene il mare, il vento abbia già rinforzato e stia arrivando. Se invece le onde tendono ad allungarsi, è sicuramente un mare morto, segno di una burrasca ormai passata.

Sensi e strumenti meteorologici

Se possiamo imparare ad ascoltare i nostri sensi, non dobbiamo dimenticare come si utilizzano gli strumenti base presenti su tutte le barche: il termometro, il barometro e l’igrometro. Più un quarto di fondamentale importanza: l’orologio.

L’errore più grosso che possiamo fare nella loro consultazione è quello di considerarne i valori senza metterli in relazione fra loro. Temperatura, pressione e umidità ci dicono molto di quanto sta per accadere ma solo se li si considera insieme e rapportando i valori letti al tempo che trascorre.

Un aumento della pressione, non vuol dire sempre tempo buono, non almeno per quanto riguarda il vento. Se infatti nell’arco di due o tre ore si nota un brusco aumento della pressione, con una diminuzione della temperatura e dell’umidità, è molto probabile l’arrivo di vento forte, segnalato dall’estrema vicinanza delle isobare che spingono in alto il barometro. O, peggio, di un fronte freddo. Se viceversa si nota un abbassamento della pressione, con un aumento dell’umidità e della temperatura, è probabile che stia arrivando un fronte caldo, con pioggia, riduzione della visibilità, ma venti non troppo forti dai quadranti meridionali.

LA LEZIONE DEL COLONNELLO BERNACCA

 Edmondo Bernacca, il mitico colonnello dell’Aeronautica Militare che, fino al 1979, condusse la trasmissione “Che tempo fa”, in onda tutti i giorni alle 19.55, immediatamente prima del telegiornale della sera, fascia di massimo ascolto. Lo intervistammo proprio quell’anno per arricchire un articolo sulla meteorologia fai-da-te, allora molto più diffusa e praticata dai diportisti, in quanto mancavano del tutto le applicazioni “in chiaro” che attualmente vengono utilizzate su personal computer, tablet e smartphone. I consigli di questo indimenticabile personaggio televisivo risultano estremamente preziosi ancora oggi.

Edmondo Bernacca, il mitico colonnello dell’Aeronautica Militare

Barometro, igrometro e termometro. In che modo le informazioni che se ne ricavano possono essere utili al navigante?

Quelli che lei ha nominato sono strumenti basilari e quindi molto utili. Ma prima di tutto dovrebbero essere tarati con precisione – e questo è raro – e in secondo luogo dovrebbero essere letti contemporaneamente e non singolarmente; per ultimo non vanno mai presi in considerazione i dati a sé stanti che invece dovrebbero essere sempre confrontati con quelli ricavati dalle osservazioni precedenti. In altri termini è necessario un controllo continuo per stabilire la tendenza della pressione, la tendenza dell’umidità e la tendenza della temperatura. In base a queste indicazioni potrà essere formulata una piccola previsione, sempre che si conosca la situazione generale attraverso l’ascolto dei bollettini o l’osservazione di una carta del tempo.

Può spiegarci qualcosa di più circa il rapporto tra questi dati?

Per esempio, d’estate la pressione può essere alta, ma se osserviamo una diminuzione della temperatura e contemporaneamente un aumento dell’umidità dobbiamo attenderci qualcosa di non troppo buono anche se il barometro non ha denunciato una diminuzione. D’inverno se la temperatura si abbassa, l’umidità si abbassa e il barometro staziona sui valori minimi – qualcuno rilevando soltanto la pressione potrebbe spaventarsi – possiamo invece sperare in una prossima condizione favorevole.

Ciò significa forse che barometro non è così importante come si pensa?

Non vorrei essere frainteso. Sebbene non sia soltanto la pressione a determinare il bello o il cattivo tempo, se si nota un repentino abbassamento del valore denunciato dallo strumento è comunque bene interpretarlo come un segnale d’allarme.

A quali altri elementi il navigante deve prestare attenzione per non trovarsi di fronte a spiacevoli sorprese?

Le risponderò con altri esempi. Sappiamo che il vento di maestrale – quello che soffia da Nord-Ovest – pulisce il cielo: può portare a schiarite e anche al sereno in una giornata coperta. Molte volte, però, può essere finto, cioè essere in realtà un vento da Ovest deviato in quella direzione da cause esterne. Pertanto, un osservatore disattento che si affacci dal balcone sulla costa tirrenica nota un bel maestralino, vede che il cielo è sereno, prende la sua barca e parte. Appena al largo, la sorpresa: il vento viene da Ovest e non più da Nord-Ovest. Questo perché gli Appennini che percorrono la penisola nel senso della lunghezza lo hanno deviato verso il basso. Ma, come si sa, i venti da Ovest possono portare le perturbazioni e quindi il nostro navigante, una volta al largo, potrà notare sistemi nuvolosi in arrivo.

Già, le nuvole. Non sono forse anch’esse una sorta di strumento naturale per poter prevedere l’evoluzione del tempo?

È vero. Infatti, le perturbazioni hanno la caratteristica di essere molto ben organizzate e i vari tipi di nubi che ne fanno parte si dispongono ordinatamente secondo schemi precisi: il cirro occupa una certa posizione, lalto-strato, il cumulo-nembo eccetera ne occupano determinate altre. Conoscerne il linguaggio vuol dire quindi capire le situazioni e prepararsi alle varie eventualità, a seconda del messaggio che esse ci trasmettono.

Molte volte queste formazioni sono così locali da sfuggire allindagine di unosservazione meteorologica generale: spetta quindi alla responsabilità del navigante capire quello che in un determinato momento e in un determinato luogo sta succedendo.

Mare aperto, lungocosta, lago: per ciascuno di questi ambienti esistono problemi particolari. Quali consigli può dare, dal punto di vista meteorologico, a chi si appresta a navigarvi?

In mare, qualunque sia la barca e qualunque sia il percorso, è assolutamente necessario conoscere le nozioni fondamentali della meteorologia, ascoltare costantemente i bollettini e – dove possibile – osservare le carte del tempo. Per quanto riguarda i laghi, invece, il discorso cambia notevolmente. Si tratta di zone particolarmente circoscritte e caratterizzate da fenomeni specifici: è uno di quei casi nei quali il consiglio di un vecchio pescatore del luogo può essere seguito vantaggiosamente per conoscere quei venti locali o quelle avvisaglie di pericolo che sfuggono all’indagine meteorologica generale.