Cultura Nautica • Pesca • Storia Un viaggio tra archeologia e storia: l’evoluzione della pesca Praticata fin dal paleolitico, la pesca fu dapprima figlia della fame, poi fonte di commercio, quindi passione e divertimento. Dunque, una storia ben più antica e articolata di quanto normalmente si creda. In principio furono le mele, che erano però rare e carissime, tanto che ad Adamo ed Eva, impossibilitati a pagare, costarono la cacciata dal Paradiso. Dopo aver rinunciato alle mele, visti anche i risultati, l’uomo si è poi dedicato a frutti e bacche, tuberi e radici, funghi e insetti, o uova rubacchiate da qualche nido. [caption id="attachment_134041" align="aligncenter" width="1000"] Se costruirsi le prime armi di selce fu per l’uomo primitivo relativamente facile, ben più difficile fu realizzare degli efficienti ami da pesca.[/caption] [button title="Scarica Nautica Digital" url="https://www.nautica.it/nautica-superyachts-formato-digiltale/" type="secondary"] di Stefano Navarrini il 29 Nov 2022 Continua a leggere
Cultura Nautica • Storia Cabala nautica: 2022 l’anno magico di Riva La storia - si sa - è fatta di date legate a particolari avvenimenti. Questo 2022, che sta giungendo al termine, certamente rappresenta un anno importante per il plurisecolare cantiere di Sarnico. [caption id="attachment_133917" align="aligncenter" width="800"] Carlo Riva già al timone da bambino.[/caption] Molteplici sono le ricorrenze legate al cantiere Riva, autentica eccellenza della nautica italiana. Di fatto, si festeggiano non solo i 180 anni dalla nascita dello stabilimento produttivo ma anche i primi 60 anni dell’Aquarama, il più famoso tra i suoi iconici modelli realizzati in legno. Traguardi che sono frutto del talento di colui che ha speso la sua intera vita per raggiungerli e che proprio quest’anno avrebbe festeggiato la veneranda età di 100 anni: Carlo Riva. [button title="Scarica Nautica Digital" url="https://www.nautica.it/nautica-superyachts-formato-digiltale/" type="secondary"] di Redazione Nautica il 29 Nov 2022 Continua a leggere
Cultura Nautica L’intelligenza dei pesci: il cervello sommerso I Pesci pur avendo capacità sensoriali simili alle nostre, sembrano relegati a un mondo primitivo e poco sviluppato, ma in realtà non è così... di Stefano Navarrini il 22 Set 2022 Continua a leggere
Cultura Nautica • Didattica Il comparto navale de la Guardia di Finanza: Fiamme Gialle sul mare La Guardia di Finanza svolge funzioni fondamentali per la nostra sicurezza, dal contrasto alle organizzazioni criminali al fondamentale concorso nell’attività di salvaguardia della vita umana in mare... di Corradino Corbò il 30 Ago 2022 Continua a leggere
Cultura Nautica Musei navali: la navigazione romana Visitiamo le tre collezioni europee che illustrano in modo spettacolare come gli antichi Romani costruivano e governavano le loro navi... di Giovanni Panella il 28 Lug 2022 Continua a leggere
Cultura Nautica Sfide agli oceani: i navigatori dell’impossibile Nella mente dell’essere umano, l’ignoto sembra esistere per essere sfidato. E cosa c’è di più ignoto dell’oceano? Un’attrazione fatale che, navigazioni storiche a parte, ha sedotto e continua a sedurre tanti coraggiosi. Forse anche un po’ incoscienti. C'era una volta l’oceano, immenso e misterioso, e di certo faceva paura. Poi ci sono stati uomini che sulla paura hanno costruito il proprio coraggio accettando la sfida, e l’oceano è diventato un po’ meno misterioso. “Hic sunt leones”, dicevano gli antichi di fronte all’ignoto. In oceano i leoni non c’erano perché sarebbero affogati, ma c’era qualcosa di peggio: un’immensità liquida e indecifrabile di cui si conosceva l’inizio ma non la fine. Per quanto ne sappiamo, il primo a sfidarlo, oltrepassando le Colonne d’Ercole, fu un certo Pitea, un po’ greco un po’ fenicio, un po’ geografo un po’ matematico, comunque gran viaggiatore, che pare risalì le coste atlantiche dell’Europa fino alla leggendaria “Ultima Thule” (probabilmente l’Islanda). Ma quello fu solo l’inizio di quel gusto per la sfida che è sempre stato il motore principale dell’evoluzione umana e di fronte al quale anche l’oceano dovette poi levarsi il cappello. Non esiste un elenco completo di tutti quei pazzi temerari che vi si avventurarono con le loro macchine naviganti. Di sicuro ce ne furono molti e, altrettanto certamente, la maggior parte è rimasta sconosciuta. Di molti si hanno certezze non documentate, come nel caso dei Vichinghi che raggiunsero l’America, o dei cannibali sudamericani che - come sostenne l’esploratore norvegese Thor Heyerdhal - dal Cile arrivarono in Polinesia. Il più famoso di quei temerari però cambiò il mondo e scrisse la storia, perché nel bene e nel male, si può dire quel che si vuole del personaggio, ma di certo, per affrontare l’ignoto con quei catafalchi di caravelle, Cristoforo Colombo doveva saperla davvero lunga. Che poi fosse arrivato in America convinto di essere in India è tutta un’altra storia. [button title="Vuoi leggere tutto? Abbonati!" url="https://www.nautica.it/nautica-superyachts-formato-digiltale/" type="secondary"] di Stefano Navarrini il 28 Lug 2022 Continua a leggere
Cultura Nautica • Storia A 30 anni dal Nastro Azzurro, il Destriero fa ancora sognare Torna al sommario di Corrado Ricci È la parabola, tra passato e futuro, del Destriero. A trent’anni dalla conquista del Nastro Azzurro c’è chi coltiva il progetto di recuperare lo scafo (67,70 metri di lunghezza, largo 13) custodito nei piazzali dei cantieri Lurssen (Brema) in Germania per avviarlo ad un… di Redazione Nautica il 29 Giu 2022 Continua a leggere
Cultura Nautica “Chi conosce il mare lo rispetta”, intervista all’Ammiraglio Nicola Carlone, comandante generale Capitanerie di Porto – Guardia Costiera A quasi un anno dalla sua nomina, incontriamo il comandante generale delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera. Le novità tecnico-organizzative del Corpo; la situazione russo-ucraina; l’immigrazione clandestina; il diporto che cresce. Soprattutto, alle soglie della stagione estiva, i consigli di un Marinaio con la M maiuscola. [caption id="attachment_126839" align="aligncenter" width="600"] L'Ammiraglio Nicola Carlone[/caption] È nato a Minervino Murge, una località collinare dell’entroterra barese, a 450 metri sul livello del mare dove, curiosamente, c’è un faro: un monumento votivo dotato di una lanterna che lo rende visibile anche di notte a grande distanza. Da lì, lo sguardo del giovanissimo Nicola Carlone poteva spaziare sul mare Adriatico, dal Gargano al Golfo di Manfredonia. Un richiamo irresistibile che ha trovato la sua realizzazione nel 1978, con la sua ammissione all’Accademia Navale di Livorno e, dopo dodici anni di intensa navigazione operativa sulle unità della Marina Militare, lo ha visto entrare nel corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera, di cui è diventato comandante il 25 luglio 2021. Dunque, ammiraglio Carlone, è ormai quasi un anno che ha assunto il comando del Corpo. Quali novità ha introdotto sul piano organizzativo? Da quando ho assunto il privilegio e la responsabilità di guidare il Corpo, sotto il profilo organizzativo e strumentale sono state varate due misure che ritengo essenziali per il presente e soprattutto per il futuro della Guardia costiera e che avranno un impatto rilevante. Con la legge 121 del 2021 è stata affidato al Comando generale delle Capitanerie di porto il ruolo di Autorità nazionale competente alla implementazione creazione e gestione della European Maritime Single Windows Environment, sistema che consente di creare un’interfaccia unica nazionale rispetto alla trasmissione e condivisione con gli altri Paesi europei di tutti i dati relativi ai traffici marittimi mercantili che si svolgono nel nostro Paese. [button title="Leggi tutto l'articolo" url="https://www.nautica.it/mio-account/?wcm_redirect_to=post&wcm_redirect_id=126833" type="secondary"] [button title="Abbonati" url="https://www.nautica.it/nautica-superyachts-formato-digiltale/" type="secondary"] di Corradino Corbò il 31 Mag 2022 Continua a leggere
Cultura Nautica Festa della tradizione marittima mediterranea: Escale à Sète La festa delle tradizioni marittime di quest’anno si è conclusa con un successo superiore alle previsioni: una dozzina di grandi velieri e 150 imbarcazioni tradizionali hanno fatto rotta sul porto della città francese. Col favore di giornate di sole primaverile, le banchine del porto, animate da una cinquantina di gruppi musicali, folkloristici e di rievocazioni storiche, hanno attirato più di 400.000 visitatori, mentre diverse migliaia hanno acquistato i biglietti che permettevano di visitare i velieri maggiori. Escale à Sète si presenta ormai come la maggiore festa mediterranea dedicata alla marineria tradizionale. Si pone quindi su un livello più articolato rispetto ai raduni di Tall Ships che si focalizzano soprattutto sulla presenza dei grandi velieri o alle regate di yacht d’epoca che, per definizione, non possono ambire ad esser definite del tutto “popolari”. Ci si può domandare come abbia fatto una città come Sète, che conta poco più di 50.000 abitanti ed è conosciuta soprattutto come il maggior scalo peschereccio della Francia mediterranea ma è priva di particolari richiami turistici e lontana dalle grandi aggregazioni urbane, a raggiungere tali obiettivi. La risposta, innanzi tutto, sta nella continuità di questo appuntamento biennale, giunto ormai alla sua sesta edizione: Escale à Sète, nata come un festival dedicato alle tradizioni musicali del mare, edizione dopo edizione ha saputo crescere, mutuando idee e prospettive dalle esperienze di altre feste marittime, come Brest o la Semaine du Golfe du Morbihan della Bretagna. [button title="Leggi tutto l'articolo" url="https://www.nautica.it/mio-account/?wcm_redirect_to=post&wcm_redirect_id=126336" type="secondary"] [button title="Abbonati" url="https://www.nautica.it/nautica-superyachts-formato-digiltale/" type="secondary"] di Giovanni Panella il 31 Mag 2022 Continua a leggere
Cultura Nautica Fra leggenda e realtà: I fantasmi dell’oceano Da sempre il mare è l’elemento ideale per dar vita a favole e leggende. E di certo, ieri più di oggi, le navi fantasma hanno suscitato terrore e superstizione. A volte, però, dietro la fantasia, si nasconde qualche cruda realtà. A nessuno fa piacere svegliarsi alle due di notte, ma se questo vuol dire salire in coperta a prendere il timone per il proprio turno, se vuol dire ritrovarsi immersi in una profonda e tranquilla notte oceanica semisepolti dalle stelle ascoltando il quieto respiro del mare che scivola lungo la carena, allora tutto sommato ne può valere la pena. [caption id="attachment_126359" align="aligncenter" width="800"] Il mito probabilmente più conosciuto al mondo - tanto da aver dato il nome a una celeberrima classe di regata - è quello dell’Olandese Volante, cioè il Flying Dutchman.[/caption] E seguire nel lento scorrere delle ore il movimento delle costellazioni che accompagnano la nostra rotta diventa una piacevole lettura. Poi, a poco a poco, il cielo inizia a cambiare colore, le stelle si spengono e una leggera sbavatura rosea alle nostre spalle segna ancora una volta il miracolo dell’alba. Il momento è magico, e quella indecisa sagoma all’orizzonte non può certo rovinarlo, anzi, incontrare qualcuno nell’immensità dell’oceano è sempre un momento di gioia.[button title="Leggi tutto l'articolo" url="https://www.nautica.it/mio-account/?wcm_redirect_to=post&wcm_redirect_id=126351" type="secondary"] [button title="Abbonati" url="https://www.nautica.it/nautica-superyachts-formato-digiltale/" type="secondary"] di Stefano Navarrini il 31 Mag 2022 Continua a leggere