LEONARDO DA VINCI, GENIO DELLA NAUTICA di Daniele Busetto il 22 Mag 2019 Sommario 500 ANNI DALLA SUA MORTENavi da guerraLa subacqueaAccessoriLeonardo da Vinci futurista della vela 500 ANNI DALLA SUA MORTE Nel cinquecentenario della sua morte ricordiamo lo scienziato italiano tra i più importanti della storia dell’umanità con i suoi progetti tecnologici nautici e le diverse unità navali che hanno avuto il suo nome. A Leonardo da Vinci si attribuisce la frase “non chi comincia ma quel che persevera”, motto della nave scuola Amerigo Vespucci; lui diceva iniziare, progettare, compiere il primo passo non è semplice, ma la difficoltà maggiore è essere costanti. Leonardo di ser Piero da Vinci nasce ad Anchiano vicino Vinci il 15 aprile 1452 e questo paese visto dall’alto fa pensare a un’imbarcazione a due alberi dove i due alberi sarebbero la torre della Rocca dei Conti Guidi e il campanile della chiesa di Santa Croce; infatti il centro storico del borgo leonardiano è noto anche come “Castel della Nave”. Leonardo con i suoi tanti disegni di straordinaria chiarezza ed efficacia ci ha lasciato progetti che toccano molti settori. Quelli di nostro interesse vanno dalle tante barche, anche ipotizzate con una specie di “foil”, ai sottomarini e alle attrezzature subacquee. Tra i suoi documenti su questi argomenti giunti fino a noi c’è il Codice Atlantico che è il più importante e riporta l’intera vita intellettuale di Leonardo dal 1478 al 1519, raccogliendo i suoi preziosi contributi alla meccanica, alla matematica, all’astronomia, alla geografia, alla nautica, alla fisica e all’architettura. Dopo essere passato per una serie interminabile di peripezie tra le quali anche una serie di restauri, il Codice Atlantico si trova oggi conservato nella Sala del Tesoro della Biblioteca Ambrosiana di Milano. Anche sul manoscritto 8936 o Madrid II, costituito di due quaderni, Leonardo annotava le sue osservazioni e riflessioni sull’acqua, sul mare e sui fiumi. Nei suoi tanti scritti il problema principale che Leonardo si pone è quello di rendere più spedita e facile la navigazione e per lui la forma dello scafo aveva una grande importanza, pensava così di equipaggiare certe barche con grandi pale che, azionate tramite manovelle, aumentavano la potenza del remo. I suoi disegni databili al 1482 si riferiscono ad uno scafo ruote con lo studio di pale motrici per la realizzazione di una “barca a propulsione”, avente un braccio e mezzo di circa un metro; per moltiplicare la forza dei vogatori prevede delle ruote di diametro di oltre mezzo metro. Poi elabora i piani del “battipalo”, imbarcazione utile per la palificazione di conche idrauliche, composta da un telaio verticale con argano per il sollevamento del peso. Successivamente inventa la “draga lagunare e la quella marittima”, imbarcazione da lavoro per pulire i fondali, montata su due scafi e fornita di quattro pale ruotanti con movimento a manovella. Un’altra “barca a pale” è la macchina nautica che Leonardo studia nei suoi primi anni milanesi, disegnata al centro del foglio 945r del Codice Atlantico: l’invenzione prevede un meccanismo messo in moto da due pedali che trasforma il moto alternato nel moto rotativo continuo per le pale. Il centro studi Leonardo3, per la mostra in corso “Il Mondo di Leonardo” a Milano in Piazza della Scala, ha ricostruito fisicamente il modello della barca a grandezza reale permettendo ai visitatori di occupare le postazioni dei due operatori previsti da Leonardo, il pedalatore e il timoniere che ha il compito di guidarla, entrambi ammirando – grazie al casco VR – la visuale dei navigli all’epoca di Leonardo con l’esperienza virtuale della barca a pale. Navi da guerra Per le navi da guerra, il grande genio progetta l’ “escorpio”, unità navale con un nuovo potere offensivo, la caduta istantanea di una grande falce sulla nave nemica con la possibilità di essere velocemente riposizionata per colpire ancora tramite una piattaforma girevole e, per la protezione dei suoi vogatori, robusti mantelli di pelli umide contro il lancio dall’alto di fuoco del nemico. Poi disegna la nave a sperone mobile per sfondare il naviglio avversario, indicando gli accorgimenti da prendere sia per evitare di ricevere il contraccolpo per l’urto sia per sganciare velocemente la barca nemica per non essere trascinati in fondo al mare. Un’altra sua invenzione in tema è il particolare galleggiante apribile e pensato per trasportare materiale da depositare sul letto di un fiume dalle acque tranquille e non troppo profonde, alzandone così il fondo e permettendo il passaggio di truppe. Il Sottomarino Meccanico (copyright Leonardo3) La subacquea Leonardo si impegna anche a studiare l’attività dell’uomo sott’acqua, un “palombaro”, con specifiche descrizioni delle apparecchiature da usare e del loro funzionamento, prevedendo un cupolino per respirare o dei semplici copricapi muniti di ridottissimi boccalini per impieghi di guerra, con l’adozione di guanti palmati e pinne natanti. I diversi suoi schizzi raffigurano i sistemi del palombaro per poter lavorare in acqua ad una certa profondità: lo scafandro in cuoio con respirazione attraverso manichette in canna unite con giunti di cuoio e una spirale di acciaio inserita nei giunti al fine di impedirne lo schiacciamento determinato dalla pressione dell’acqua. Leonardo prevede per il palombaro anche un piccolo otre per orinare, un sacco di pelle ermeticamente chiuso e fornito di una valvola, da utilizzare gonfiato o sgonfiato per la salita o la discesa subacquea e sacchi di sabbia come zavorra, una lunga corda, un coltello e un corno per segnalare la fine delle operazioni. C’è anche un’invenzione segreta nascosta nel foglio 881v del Codice Atlantico: il sottomarino-sommergibile meccanico, arma che lui definisce diabolica, pericolosa e innovativa che, come molte delle sue innovazioni e invenzioni, non verrà realizzata. La sua funzione bellica risulta chiara: il sottomarino serve a sfondare le imbarcazioni nemiche come strumento segreto, agganciato tramite corde a una normale barca non da guerra che subdolamente indisturbata si può avvicinare al nemico. La propulsione avviene tramite due pinne meccaniche, il moto alternato è trasmesso da un ingranaggio che riceve la spinta dalle gambe del palombaro. Di nascosto il palombaro si sistema nel sottomarino e si sgancia per navigare sott’acqua fino allo scafo del nemico per affondarlo con astuti congegni di sabotaggio e, una volta sganciato, il mezzo è autonomo e può essere pilotato in ogni direzione tramite sistemi meccanici e pinne mosse dai piedi. La struttura “aperta” risolve ogni problema di tenuta stagna e consente all’operatore una maggiore libertà di movimento e una visione sottomarina a 360°. Il tutto completato da due galleggianti che servono sia da stabilizzatori di profondità sia per l’approvvigionamento d’aria; i congegni di sabotaggio sono a disposizione nell’abitacolo, lungo circa quattro metri. Leonardo prevede e progetta anche una nutrita serie di accessori e sistemi utili alla missione: zavorre, corde, lance, respiratori, occhiali, salvagenti e numerosi congegni da sabotaggio navale. Inoltre studia per le imbarcazioni uno scafo con struttura a doppia parete, atta a limitare l’entrata dell’acqua in seguito a possibili attacchi subacquei di guastatori o a violenti speronamenti. Accessori Sempre per il mondo nautico disegna attrezzature per praticare mare e fiumi, guanti palmari necessari a muoversi più facilmente in acqua, da legare intorno al polso, semplici da indossare e costruiti in pelle resa rigida con cinque stecche di legno, ad imitazione degli arti dei palmipedi e poi il salvagente, con nota esplicativa su come salvarsi in caso di una tempesta o di un naufragio. Leonardo disegna e descrive brevemente anche un modo di camminare sull’acqua, dotando un uomo di due galleggianti, molto allungati e attaccati ai piedi e di due racchette per potersi equilibrare con le braccia, il sistema evidenzia il sogno di potersi muovere sull’acqua come sulla terra. Leonardo da Vinci futurista della vela Il disegno dei “foil” attribuiti a Leonardo da Vinci e pubblicato nel libro “Un’introduzione al capire e progettare le barche” di Paolo Lodigiani, edizione del 1998, è impressionante ed è corredato dal seguente testo: “C’è chi sostiene, basandosi sullo schizzo riportato qui a fianco che addirittura Leonardo da Vinci avesse già avuto l’intuizione del multiscafo ad alette sostentatrici. Se davvero fosse, si dovrebbe veramente dire che non c’è mai nulla di nuovo sotto il sole nel mondo della nautica”. Il disegno mostra infatti un multiscafo che naviga su uno scafo solo e il marinaio a bordo è seduto a contrappeso, come se stesse timonando anticipando vari secoli. Altre vele moderne leonardiane sono disegnate sui documenti, provenienti principalmente dal Codice di Madrid II, conservato alla Biblioteca Civica Falesiana e dal Manoscritto L di Francia e ruotano intorno allo sguardo di Leonardo posato sui luoghi di mare a Piombino, porto toscano a poco più di 100 chilometri dalla residenza dell’autore dell’articolo. Questi studi e schizzi illustrano quanto la modernità di pensiero di Leonardo sia stata precorritrice della nautica da diporto; infatti tra essici sono i disegni di vele eseguiti al “porticciolo di flutti e di barche” e ancora più importante le sue ricerche si sono estese a tutta la realtà che lo circondava, sulle maree, sui venti e sulle acque. Questo articolo ti è piaciuto? Condividilo!