Plastica: i mezzi per fare pulizia in mare di Elena Casillo il 24 Ott 2019 Due strumenti ideali per raccogliere la plastica in mare salvando i pesci Per i porti: progetto PELIKAN Pelikan è una barca da lavoro (progetto 100{2e3577d2bd6aebaa150c85c33fcd353783f1aa6c690283591e00ef60b3336fc8} italiano) per la pulizia degli specchi acquei chiusi o semi-chiusi come i porti. La raccolta avviene attraverso una coppia di chele poste sulla parte prodiera le quali, aprendosi, fanno confluire acqua e rifiuti galleggianti all’interno di un serbatoio attraverso un sistema di impianto aspirante. Subito dopo entra in funzione un dispositivo che, operando in condizioni di depressione, rende possibile la separazione del film inquinante con idrocarburi, rilasciando acqua pulita. Per il mare aperto: progetto OCEAN CLEANUP È un progetto che nasce per la raccolta dei materiali sintetici che formano le isole di plastica degli oceani. In particolare, l’obiettivo è quello di raccogliere in 5 anni il 50{2e3577d2bd6aebaa150c85c33fcd353783f1aa6c690283591e00ef60b3336fc8} dei materiali che costituiscono la famigerata Great Pacific garbage patch. Il sistema è costituito da galleggianti cilindrici che, collegati a una rete metallica a maglie molto strette, vengono sospinti dalle onde, dalle correnti e soprattutto dal vento, a una velocità superiore a quella della plastica che invece è spostata principalmente dalle correnti. Questa viene perciò raccolta in modo naturale e periodicamente trasferita in apposite imbarcazioni. Il sistema non nuoce in alcun modo alla fauna, che può nuotare liberamente sotto la rete. Per maggiori info: Ocean Cleanup Leggi anche Plastica in mare: da minaccia a risorsa Questo articolo ti è piaciuto? Condividilo!