I saloni nautici: i motori fuoribordo di Stefano Navarrini il 31 Ott 2024 Sommario Un futuro elettrizzanteHondaMercurySelvaSuzukiTohatsuYamaha Un futuro elettrizzante Metti un kilowatt nel motore: non sarai più veloce, almeno per il momento, ma di certo sarai più green. È la ricerca dell’ecosostenibilità che punta prevalentemente sull’elettrico, pur aprendo uno spiraglio all’idrogeno, ed è uno dei denominatori comuni tra i produttori di fuoribordo, i più attivi in fatto di novità. Non manca però la ricerca estetica, mentre la spinta verso il record della potenza massima sembra attraversare un momento di riflessione. Honda Il nuovo BFV8 da 350 HP rappresenta il top di gamma della grande famiglia Honda e, con la recente nascita della Divisione Honda Marine, segna l’inizio di un nuovo impegno della casa giapponese nel mondo della nautica. In quest’ottica vanno viste anche le nuove collaborazioni: da quella con Ultraflex nascono le nuove timonerie elettroniche steer by wire servoassistite, mentre da quella con Vetus è scaturito un sistema di guida elettronica interfacciato con eliche di manovra Vetus Bowpro. Del motore BF350 V8 si apprezzano particolarmente l’eleganza delle forme e la sua livrea bicolore, caratteristiche premiate anche dal Red Dot Design Award 2024. Realizzato su un blocco a otto cilindri da 4.952 cc, il BF350 ha un’alimentazione a 32 valvole e dispone di quella tecnologia VTEC già ampiamente sperimentata nell’automotive. Molte le novità tecniche, fra cui il controllo automatico dell’assetto durante la navigazione, che si attiva in base al numero dei giri e alla velocità della barca sulla base di tre differenti assetti personalizzabili. Ampiamente sperimentato e applicato nella maggior parte dei motori Honda, il sistema ECOmo gestisce attraverso una centralina elettronica il consumo del carburante. Mercury Sempre con un occhio di riguardo per i motori ad alte prestazioni, l’azienda americana ha presentato i nuovi modelli della linea Racing da 200 e 150 HP, entrambi basati sul blocco motore a sei cilindri da 3.400 cc. Il 200R raggiunge i 6.400 g/m ed è in grado di montare sia il piede Torque Master, per imbarcazioni in grado di viaggiare fino a 70 nodi, sia lo Sport Master dedicato alle velocità superiori. Sul 150R, che è l’entry level della gamma, è possibile montare solo il piede standard ma con possibilità di scelta sulla rotazione, destrorsa o sinistrorsa. I nuovi motori della serie Racing montano anche le più importanti funzionalità della piattaforma Mercury V6 come l’Active Trim, il Digital Throttle&Shift (DTS) e il sistema di ottimizzazione per il consumo del carburante. Dedicati ai pescatori, a chi ama navigare nelle riserve marine e, in ogni caso a chi ama il rispetto ambientale, i motori elettrici di Mercury hanno ampliato la propria gamma. Con la presentazione dei nuovi 75e e 110e, gli Avator sono oggi in grado di motorizzare imbarcazioni fino a circa 7metri. Paragonabile a un motore termico da 3,5 HP, e forte di un’eccellente coppia, il 75e è disponibile con barra guida e telecomando e può essere utilizzato sia per tender e gommoni sia come ausiliario per barche a vela e piccoli fisherman. Come il 75e anche il 110e può essere alimentato da una batteria da 1 kW ad aggancio rapido che, alloggiata sotto la calandra, non crea alcun ingombro a bordo e consente la sostituzione con una batteria di riserva con la massima facilità e in pochi secondi. L’autonomia e di circa 60 minuti a pieno regime, ma è possibile montare fino a quattro batterie in serie aumentando notevolmente i tempi di funzionamento. Selva Nella sua ampia gamma di motori, che spaziano dal piccolo 2,5 HP al potente 300 HP attuale top di gamma, l’unico brand italiano di fuoribordo ha apportato alcune sensibili modifiche su due potenze di diverso utilizzo, entrambe siglate XSR. Nel 25 HP Amberjack, potenza che in un passato ormai lontano segnava il limite dei senza patente, l’aggiornamento della centralina elettronica ha consentito un miglioramento delle prestazioni. White Whale, nome che ci riporta a Moby Dick e alla balena bianca, identifica il nuovo top di gamma 300XSR. Si tratta di un sei cilindri a V da 4.169 cc con 24 valvole per cilindro e doppio albero a camme in testa. Realizzato con una fusione al plasma che crea un mix ottimale fra robustezza e leggerezza, il White Whale si avvale rispetto alla versione base di una nuova mappatura della centralina elettronica che migliora la coppia ai bassi regimi, consentendo anche un buon risparmio di benzina. Particolare anche l’elica, che presenta delle pale sottilmente scanalate che assicurano maggior presa sull’acqua migliorando le prestazioni. Non poteva poi mancare un occhio al green: sebbene non sia ancora entrata direttamente nel campo dei motori elettrici, Selva commercializza i motori prodotti dal gigante cinese e-Propulsion. Suzuki Non solo tecnologia, ma anche stimolo per personalizzare il proprio fuoribordo magari adattandolo al look della propria barca. È quanto propone la nuova linea Stealth della Suzuki, caratterizzata da una verniciatura anticorrosione, monocromatica nera opaca, denominata Matte Black. I motori della nuova gamma vanno dal 115 al 350 HP e presentano le tecnologie più avanzate della casa giapponese, a partire dal Lean Burn, il sistema che ottimizza il rapporto benzina/aria e, in piena tendenza ecosostenibile, riduce le emissioni nocive. Interessanti anche alcune caratteristiche dei top di gamma: il DF350AMD è ad esempio l’unico motore di questa categoria che utilizza la tecnologia Dual Prop, il sistema a eliche controrotanti che assicura maggior presa sull’acqua distribuendo uniformemente la coppia del motore su entrambe le eliche, soluzione che oltre a creare maggior efficienza annulla anche gli effetti evolutivi dell’elica singola. Il DF300AP si avvale invece del Suzuki Selective Rotation grazie al quale, a seconda delle esigenze, l’elica può ruotare in entrambe le direzioni a vantaggio delle motorizzazioni multiple. Sugli Stealth è stata molto curata anche la rumorosità, adottando un nuovo silenziatore e camere di risonanza in grado di abbattere i decibel, un dettaglio spesso sottovalutato ai fini dell’ambiente marino. Anche per questo motivo, sul DF140B e sul DF115B viene montato di serie l’ormai notoMicro-Plastic Collector, un sistema in grado di filtrare l’acqua di scarico del motore trattenendo tutte le micro-plastiche senza minimamente compromettere le prestazioni. Sempre molto sensibile all’ambiente, anche se non è ancora entrata ufficialmente nell’elettrico, la Suzuki ha già da tempo in casa il progetto di sviluppare ben cinque modelli green con batteria amovibile entro i 10 kW. Tohatsu La casa giapponese, attiva dal 1922 nonché la più grande produttrice di motori fuoribordo al mondo, con una capacità di 250.000 unità l’anno, è nota tra gli appassionati per il suo mantenersi alquanto al di fuori dalla corsa alle grandi potenze. Non a caso ha appena lanciato il suo MFS8 Mega da 8 HP, il fuoribordo più leggero della sua categoria (38,5 kg), reso particolarmente maneggevole dalla nuova maniglia di trasporto di generosa superficie. La sua cilindrata elevata (200 cc) e l’iniezione elettronica senza batteria costituiscono un dettaglio tecnico da non sottovalutare, potendo garantire una generosa erogazione della potenza senza stressare la meccanica. Ai fini della praticità di manutenzione va anche notata la presa per l’acqua di lavaggio posta nella parte centrale del gambo, così come il separatore di acqua e carburante, facile da rimuovere e scaricare, dotato di un anello rosso galleggiante che funge da allarme per avvertire dell’eventuale anomalia nell’impianto di alimentazione. Yamaha Sebbene non ancora in commercio, essendo in fase sperimentale, il primo motore fuoribordo al mondo alimentato ad idrogeno, opera di Yamaha, si è presentato con una suggestiva e iconica livrea blu. Si tratta dell’H2, basato su un blocco motore che è lo stesso dei V8 a iniezione diretta: una configurazione che, come nell’automotive, è considerata tra le più ecosostenibili per il futuro dell’ambiente. Lanciatissimo sul mercato è invece il V6 350 HP da 4256 cc, nuovo top di gamma della serie a sei cilindri, sul quale sono state apportate diverse migliorie tecniche sia nella parte elettronica sia nella parte meccanica dove, ad esempio, sono stati montati un nuovo albero motore e nuove valvole di aspirazione e scarico maggiorate. La timoneria elettrica digitale ha anche eliminato pompe, tubi e relativo olio, a favore di una maggior pulizia dell’apparato sterzante, senza dimenticare che in manovra il V6 350 può sfruttare la nuova versione dell’Helm Master che consente l’integrazione con l’elica di prua. Yamaha ha pure aumentato il suo impegno nel settore dei fuoribordo elettrici e, se già vantava una serie di modelli di piccola potenza a quali si è poi aggiunto l’Harmo con le sue particolari caratteristiche, con l’acquisizione di Torqueedo e del suo grande know-how, le si sono aperti nuovi orizzonti di cui vedremo presto gli effetti. Questo articolo ti è piaciuto? Condividilo!