Conclusa la Circumnavigazione d’Italia del Club del Gommone: il Suzuki DF40A ha brillato per affidabilità e consumi di Daniele Carnevali il 10 Mag 2017 Per fare una grande impresa non serve una barca grande, basta un natante di qualità: Suzuki e ZAR Formenti, assieme al Club del Gommone di Milano, lo hanno dimostrato Il giro d’Italia in barca, potendo contare su un’unità grande e adeguata in base all’esperienza, può essere un’impresa alla portata di molti, anche se mai facile. Tutto però assume un altro valore quando a compiere la rotta che separa Genova da Venezia e poi attraverso l’Idrovia Veneta fino a Pavia, è un’imbarcazione piccola, assolutamente di serie, spinta da un motore altrettanto piccolo e non preparato, cioè scartato dal suo imballo, montato e pronto per cimentarsi nell’avventura. Ed è andata proprio così, nel Giro d’Italia organizzato dal Club del Gommone, che ha visto un battello pneumatico di soli 5 metri, modello ZARmini RIB 16 del cantiere ZAR Formenti – spinto da un motore “senza patente”, un Suzuki DF40A di 40 HP- affrontare un cimento impegnativo come il periplo via mare della nostra Penisola. Una percorrenza che alla fine è stata di ben 1.767 miglia, articolata su 27 giorni di navigazione e altrettante tappe, nelle quali si sono avvicendati a bordo 12 diversi piloti che si sono dati il cambio in 10 staffette dove il testimone da passarsi è stato il timone. Lo spirito che ha animato gli organizzatori, dunque, non è stato quello sportivo, una sfida alla ricerca della prestazione che è stata pur rilevante, quanto, piuttosto, la volontà di dimostrare che con un insieme battello e motore di qualità, anche se di dimensioni contenute, si possono fare tante cose, un sacco di miglia in piena sicurezza anche spendendo poco. Un vero e proprio atto di promozione per riportare chi ha la passione per il mare a pensare alla nautica come ad un’attività positiva e alla portata di molti, anche in termini economici, dando la dimostrazione che anche con un natante semplice, ma di qualità, e con un motore di potenza relativa, ma tecnologicamente all’avanguardia e dunque affidabile, nulla o quasi è precluso. Il Giro d’Italia è stato un evento che ha unito l’Italia marinara, quella delle coste, dei porti turistici e degli scivoli a mare, ma anche tanti italiani che hanno risposto con passione al tamtam mediatico innescato dalla particolarità del raid, coltivato da uno stuolo di appassionati di gommoni e di nautica, che hanno fatto sentire ogni giorno il loro sostegno ai partecipanti. Attraverso internet, dove news e aggiornamenti del tour sono stati alimentati e diffusi per quasi un mese, il Giro d’Italia ha tenuto banco; è stato una delle hot news che hanno animato i social, dove circa 6.000 persone al giorno, cioè 180.000 in un mese, hanno seguito passo-passo la rotta dello ZARmini spinto dal Suzuki DF40A. Un grande successo! Pur non essendo una sfida sportiva, però, qualche numero degno di nota, capace di avvalorare l’avvenimento anche sotto il profilo tecnico, lo hanno dato le miglia percorse, come detto 1.767, e i litri di benzina che sono stati necessari per navigarle tutte, cioè 869,7. Ne consegue che il fuoribordo Suzuki DF40A impegnato in un mese di navigazione con condizioni meteo e di carico spesso variabili e quasi mai ottimali, ha utilizzato di media un litro di benzina ogni due miglia percorse (2,03 per l’esattezza), facendo registrare consumi istantanei di 1 litro ogni 2,5 miglia ogni qualvolta che il mare è stato più clemente oppure nei canali che da Venezia hanno portato verso il traguardo di Pavia, con acque ferme. Un ottimo risultato ottenuto e messo in evidenza grazie alle caratteristiche del motore Suzuki che rendono il DF40A unico nel suo genere, all’interno del segmento di mercato. Anche questo fuoribordo, come buona parte della gamma Suzuki, che rappresenta il meglio che la tecnologia possa esprimere nell’ambito dei motori 4 tempi – “The Ultimate Four Stroke Outboard” – vanta, infatti, il Lean Burn Control Systemovvero un “sistema a combustione magra” che ha pochi raffronti in quanto a resa. Basato su una sofisticata e al contempo affidabile elettronica, che misura istante per istante una serie di parametri legati al funzionamento del motore (il carico cui è sottoposto o l’apertura del gas, e i dati ambientali), il sistema è in grado di calcolare in anticipo e con straordinaria precisione quanta benzina deve essere immessa dal sistema di iniezione all’interno delle camere di combustione, rispetto alla quantità di aria necessaria affinché la combustione stessa risulti quanto più efficiente, ottimizzata. Un mix aria-carburante, il rapporto stechiometrico, che normalmente è di 14,7:1, dove per bruciare un chilo di benzina sono teoricamente necessari 14,7 chilogrammi d’aria. Il Lean Burn Control System messo a punto da Suzuki consente, invece, di elevare tale rapporto fino a 18:1, ricorrendo a un tipo di “combustione stratificata” che facilita lo scoppio di una miscela complessivamente con meno benzina e più aria, in qualsiasi condizione ambientale d’utilizzo, per un range di erogazione compreso fra i 1.500 e i 5.000 giri/min, raggiungendo il massimo del rapporto al règime di 4.500 giri. Sotto la soglia dei 1.500 giri e quindi per garantire un avviamento pronto, sempre perfetto, il mix di aria-carburante viene impostato dall’elettronica su un rapporto di circa 13kg di aria per 1kg di carburante. I benefici del sistema risultano essere dunque più evidenti quando il motore opera a carichi parzializzati e a règime fisso, cioè nelle condizioni di utilizzo più comuni per i diportisti, siano essi crocieristi alla ricerca della caletta più suggestiva o pescatori che devono raggiungere il loro spot preferito per cimentarsi nell’arte dell’alieutica. Il Lean Burn Control System permette di abbattere i consumi in maniera significativa senza penalizzare le prestazioni dei fuoribordo Suzuki, contribuendo altresì alla riduzione delle emissioni nocive. Questo articolo ti è piaciuto? Condividilo!