Un’impresa americana e un cantiere taiwanese insieme per progettare e costruire raffinati semidislocanti Ocean Class, importati in Italia da Giaroli – Passepartout Yachting.

“Quando si tratta di costruire una barca sicura e affidabile, i principi fondamentali non cambiano mai. I computer possono fare i calcoli, ma le regole che definiscono la navigabilità e la stabilità rimangono le stesse, così come l’accurata progettazione di funzioni che solo a prima vista possono sembrare secondarie, come per esempio la facilità di imbarco e la praticità della cambusa in navigazione.

Per questo le nostre barche sono famose per la meticolosa attenzione ai più minimi dettagli, come l’eliminazione degli spigoli vivi e l’attenta selezione delle attrezzature standard. E se esternamente gli yacht Fleming possono sembrare immutati, si può essere certi che sono oggetto di un perfezionamento continuo”. A parlare è Tony Fleming, l’uomo che nel 1985 ha fondato la sua impresa, scegliendo con cura chi avrebbe potuto dar corpo, meglio di altri, alle sue idee. Lo ha trovato a Taiwan, nei pressi della movimentata città portuale di Kaohsiung.

Si tratta del cantiere Tung Hwa che, da quel momento, si è dedicato in modo assolutamente esclusivo alla costruzione della gamma Fleming. Fin da subito, tante idee e tante invenzioni, ma nessuna è mai stata approvata se non dopo aver superato i più severi test condotti in mare, o meglio, in tanti mari, come è stato su quell’incredibile barca-laboratorio che tuttora è il Fleming 65-001 Venture, uno yacht semidislocante che fino ad oggi ha superato le 55.000 miglia di navigazione tra l’oceano aperto e i fiumi interni; dai mari tropicali ai fiordi ghiacciati, fino all’ultima crociera tecnica alle Isole Aleutine.

Tutto questo per poter essere sicuri che l’affidabilità di ogni singola unità superi abbondantemente gli standard richiesti per poter rientrare nella categoria di progettazione CE A Ocean Class. Attualmente sono oltre trecento le unità Fleming che navigano in ogni parte del mondo e mai – neppure una sola volta – qualcuna di esse ha riportato rotture dello scafo a seguito di urti o incagli. Una grande tranquillità per l’armatore che, oltre a poter contare su questa eccezionale solidità strutturale, sa di avere a disposizione un sistema ridondante proprio come quello che normalmente viene impiegato in campo aeronautico.

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Fleming 55

Sempre per garantire piena affidabilità, in tutti i modelli la propulsione è affidata a una coppia di motori Diesel common-rail  Man o Cummins mentre, per quanto riguarda la stabilizzazione, la scelta è nell’ambito dei collaudatissimi sistemi ABT Trac, ben rappresentati e assistiti in Italia e nel Mediterraneo dalla nota Saim Marine di Milano. Lo stesso livello qualitativo lo si ritrova in ogni altra area tecnica della barca: basti pensare, in ordine sparso, alle coperte di teak da 16 millimetri, ai verricelli Maxwell, ai tagliacime Quickutter, ai comandi elettronici Glendinning, ai servosterzi Hypro Marine e così via dicendo.

Da poco più di dieci anni il timone dell’azienda è passato formalmente alla seconda generazione Fleming che, com’è giusto che sia, ha portato nell’attività nuova linfa vitale anche grazie alla sua costante presenza all’interno del cantiere taiwanese che produce gli attuali cinque modelli della gamma.

Fleming 55

È nato, come progetto di base, nel 1986 e per questo suo ruolo di “apripista” si può dire che gli sia dovuta gran parte dell’eccellente reputazione di cui gode il marchio. Nel corso di tutti questi anni ha dimostrato di essere uno scafo estremamente facile da governare, efficiente e quindi parco nei consumi.

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Fleming 58

Fleming 58

Frutto della collaborazione tra lo studio di architettura Norman Wright & Sons e l’ufficio tecnico del cantiere, è nato come passo dimensionale successivo al 55.

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Per il suo progetto innovativo sono stati utilizzati i più recenti software CAD e di modellazione 3D nonché un modello in scala 1:2 per una serie di rigorose prove in vasca navale che hanno permesso di valutare resistenza, assetti e altri parametri alle più disparate condizioni di carico e alle diverse velocità: ciò che ha consentito di ottenere un consumo di carburante molto simile a quello del modello 55.

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Fleming 65

Fleming 65

È la rappresentazione fisica dell’esperienza di una vita di Tony Fleming, tanto è vero che – come anticipato – quando nel 2002 ne fu varata la prima unità, il fondatore decise di acquisirne la proprietà per poterla utilizzare come barca sulla quale esplorare nuove idee e tecnologie per le costruzioni future.

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Ovviamente, tutti gli esemplari successivi hanno potuto godere enormemente di questa importante esperienza, al punto che, oggi, si può parlare di una barca perfetta.

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Fleming 78

Fleming 78

Nato nel 2010 come evoluzione del 75, non più in produzione, è stato studiato per poter essere gestito in piena tranquillità anche soltanto da due persone, sebbene possa essere dotato di un comodo alloggio per un equipaggio professionale.

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In esso, quindi, tutte le soluzioni tecniche e architettoniche sono orientate alla massima praticità, mentre spazi comuni e cabine garantiscono un’eccellente qualità della vita di bordo.

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Fleming 85

Fleming 85

Come nel caso del 58, è frutto della collaborazione tra lo studio di architettura Norman Wright & Sons e l’ufficio tecnico del cantiere e, come tale, è stato sviluppato utilizzando software CAD, modellazione 3D e vasca navale per sperimentare la carena in tutte le possibili condizioni. Due le sue versioni di base: la Open Air fa di questo elegante cruiser un tradizionale Fly perfettamente adatto al Mediterraneo; la versione Enclosed lo rende adatto a un uso all-season più “oceanico”.

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Com’è facile immaginare, tante altre sono le cose che è utile conoscere per farsi un’idea del mondo Fleming. Dunque, per qualsiasi approfondimento, è utile visitare il sito del cantiere www.flemingyachts.com o, meglio ancora, rivolgersi all’ingegner Giampaolo Murzi, importatore esclusivo per l’Italia e considerato uno dei più apprezzati specialisti a livello internazionale di questo genere di imbarcazioni: giampaolo.murzi@gmail.com; www.giaroli.it