Il legno sull’acqua. La rara e bella collezione del Dott. Pietro Bedoni di Arch. Gino Ciriaci il 9 Apr 2017 Dalla rubrica Cantieri e artigiani e… A cura di Gino Ciriaci Cosa non si fa per amore delle barche classiche! Questa collezione privata ne è la prova più evidente, ma anche la dimostrazione che la passione per le barche in legno può trovare diverse strade: c’è chi compra una barca mal ridotta e la restaura, c’è chi ne fa una raccolta ma non ha possibilità di restaurarne e chi, invece, colleziona piano piano delle barche in legno, le restaura, le tiene in ordine, le usa, le mostra volentieri e ne raccoglie ogni notizia, in modo che ogni barca abbia la sua storia, l’origine, gli usi, le caratteristiche, le notizie sul cantiere che la costruì e le regate o le gare a cui ha partecipato. Ecco, a quest’ultimo sparuto gruppo appartiene la colta collezione di barche del dottor Bedoni, che fin da ragazzo se ne appassionò per la gioia e l’amore che aveva per il legno, come dimostrato dal fatto che da piccolo amava passare il tempo nei cantieri liguri e nel cantiere Barberis di Castelletto Ticino, vicino ad Angera, dove abitava. Questo è uno stadio che hanno attraversato in molti, poi però dimentichi della loro passione giovanile, mentre il dottor Bedoni continuò per tanti anni ad essere un cultore appassionato, competente e colto della costruzione nautica in legno, dando così vita alla sua collezione, che si trova oggi ad Angera, sul Lago Maggiore, e fondando anche l’Associazione di barche in legno d’epoca e classiche: “Il legno sull’acqua”. La sua prima barca era un fuoribordo da corsa, poi venne il gozzo costruito dal cantiere Schiaffino a Levanto, in Liguria, poi ancora altre barche, che ho avuto modo di vedere ad Angera nel loro capannone. In tutto oggi le barche così ben conservate sono 18: gozzi, ovviamente in legno e tradizionali, canoe costruite sui laghi con particolare cura, un Dinghy 12 piedi, raro perché ha il fasciame liscio in lamellare, non a clinker come quelli di serie, costruito nel 1965 dal cantiere Patrone e che porta il nome simpatico di “La Turbinosa”. Ma ci sono anche canoe, motoscafi, ovviamente sempre in legno, di cantieri ben noti come San Giorgio, San Marco, Dallapietà, Molinari e Lugaresi, tra gli altri, oltre a motori fuoribordo d’epoca. Tra queste barche colpisce l’occhio un bellissimo Riva prototipo, col nome di “L’undici”, modello BM, che era un Ariston ante litteram, insomma un prototipo del cantiere Riva, che fu iniziato a costruire nel 1950 come “motoscafo da piccola crociera“ e che fu più volte migliorato da Carlo Riva. Di questa barca furono costruiti 17 esemplari e “L’undici” così chiamato perché undicesimo esemplare della serie, è storicamente importante perché montò il primo motore Chris Craft da 158 HP, dopo l’accordo di Riva con la casa americana ed è stato restaurato nel 2004 dal cantiere Barberis di Castelletto Ticino. Nel cantiere Barberis, tuttora attivo, il dottor Bedoni portava le barche per i restauri e intanto raccoglieva tutte le notizie di quelle barche che, visitando la sua collezione ho trovato lucide pulite ben restaurate e ciascuna con la raccolta di dati e informazioni in bella mostra su ogni barca. Questa è una inestimabile raccolta da vero conoscitore, da intenditore, da esperto, come era il dottor Bedoni. Cosa accadrà adesso, dopo la sua mancanza, di questa bella collezione? Info: lebarchedipiero@gmail.com Questo articolo ti è piaciuto? Condividilo!
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