L’investitura al Royal Thames Yacht Club di Londra dopo il voto di 15.000 lettori della rivista inglese Classic Boats.

Barbara a Palma

Barbara regina delle barche d’epoca

A poco più di 100 anni dal varo, a sigillo dell’ultima stagione da globetrotter nelle regate delle signore del mare, lo yawl di 15 metri (49,5 piedi) e largo 3,40 metri, ottiene la ‘silver bowl’.

La platea dalla quale è scaturita l’investitura è qualificata, per numero e spessore dei votanti: gli oltre 15.000 lettori della rivista internazionale Classic Boat.

L’assegnazione è avvenuta il 3 aprile nel tempio della vela londinese: il Royal Thames Yacht Club fondato nel 1775. L’armatore fiorentino Roberto Olivieri, eco-imprenditore titolare di Frisbi Società Benefit, fornitore innovativo di sola energia prodotta da fonti rinnovabili in Italia, è lo specchio della felicità e del gioco di squadra:

“Questo premio rappresenta non solo un onore personale, ma anche un tributo alla dedizione e al lavoro di tutti coloro che hanno contribuito a preservare la splendida eredità di Barbara”.

Ricevendo il “Gstaad Yacht Club Centenarian of the Year Award” – che premia la barca più votata dai lettori tra una selezione di sei imbarcazioni a vela centenarie che si sono contraddistinte l’anno precedente – aveva spiegato la sua filosofia: ”Non mi sento un proprietario, ma un custode, consapevole del privilegio ma anche della responsabilità di curare e conservare questo gioiello galleggiante per le future generazioni”.

Un grande impegno per cure riposte e dinamismo impresso alla barca dell’armatore, consigliere dell’Associazione Italiana Vele d’Epoca (AIVE), delle Vele Storiche Viareggio (VSV) e della Federazione Italiana Barche Storiche (FIBAS).

Il premio Gstaad Yacht Club Centenarian of the Year Award

I raduni

Nel rapporto età-movimento, Barbara è, a tutti gli effetti, la più arzilla tra le barche d’epoca: presente a tutti i raduni dell’alto Tirreno fino ai mari francesi e spagnoli del Mediterraneo, agile e scattante al giro di boa del secolo di vita. Venne costruita a Gosport, in Inghilterra, dal cantiere navale Camper & Nicholson’s, nel 1923. Ossatura di quercia, fasciame di teak e pitch pine, era stata concepita dal progettista Charles Ernest Nicholson per essere la massima barca col minimo equipaggio. Le sue grandi vele, articolate nell’armatura a yawl bermudiano, quando l’assetto è quello da crociera, sono gestibili da tre persone.

Con le sartie volanti e 12 nodi di vento Barbara dà il massimo. È arrivata fino a noi dopo una decina di passaggi di armatore, con cure a corrente alternata. Olivieri l’ha riportata agli originali splendori attraverso il certosino restauro filologico terminato nel 2018 al Cantiere Navale Francesco Del Carlo di Viareggio dopo quasi 15.000 ore di lavoro.

L’equipaggio alla Monaco Sailing Week

Barbara era arrivata lì malandata. È uscita come una star, eleggendo come porto di armamento quello di San Vincenzo, con custodia e comando affidati allo skipper Vincenzo Zaccagni.

La stagione del centenario è iniziata nel maggio dello scorso anno con la partecipazione di Barbara a Yacht & Garden a Genova; poi alle Grazie, in occasione del raduno dell’AIVE per il memorial Roberta Talamoni, la festa di compleanno vera e propria, con una mostra documentaria sulla storia della barca allestita al Cantiere della Memoria e l’inaugurazione della stessa accompagnata dal concerto della Fanfara dei Bersaglieri.

Poi, dopo questo prologo, la parte più intensa della stagione, con la partecipazione ai raduni-regata di Capraia/Elba, Argentario, Gaeta, Napoli, Barcellona, Palma, Pollença, Mahon, Imperia, Monaco, Alassio, Cannes, Saint Tropez e Viareggio, per un totale di 3600 miglia di navigazione. A Barcellona il memorabile incontro con i bolidi dell’America’s cup: la caccia agli scatti fotografici che si sono fatti ‘abbraccio’ nella grande storia della vela.

Festa di compleanno nel porto antico delle Grazie con la Fanfara dei Bersaglieri

In ogni porto Barbara ha suscitato ammirazione per l’armonia delle forme, l’eleganza dell’equipaggio (che ha conquistato premi ad hoc), i risultati agonistici, la sua lunga storia e lo splendido restauro.

“Barbara – ricorda Olivieri – tra i suoi armatori ha avuto personalità di spicco tra Inghilterra, Francia, Spagna e Italia, racchiude lusso inglese, moda francese, movida spagnola e stile italiano.

Il primo proprietario fu Herbert T. Hines, assicuratore londinese, seguito da Harold Francis Edwards, noto yachtsman inglese e regatante di successo, poi il Barone Amaury de la Grange, senatore e ministro del governo francese, il Conte Jean de Vogue della prestigiosa famiglia francese proprietaria di Moët & Chandon e creatrice del marchio Dom Pérignon, Jacques Dewez, creatore dell’incantevole Golf Club Sperone a Bonifacio, Luigi Rizzi, fondatore del Franciacorta Golf Club; il più eccentrico è stato Sergio Ferrero, principe di Muresanu: nel 1982 la usò, fra l’altro, come barca appoggio per attraversare l’Atlantico in windsurf; lo compì in 24 giorni ed entrò nel Guinness World Records”.

Poi il declino e un lento recupero, inizialmente contrassegnato, a Malaga, da lavori incompleti.

Barbara ritratta da Frank Beken a Cowes nel 1923

Il restauro

A Viareggio la rinascita frutto della sapienza manuale dei maestri d’ascia del cantiere Del Carlo e ancor prima, di ricerca e progetto a cura di Enrico Zaccagni, e Riccardo Valerani, Gian Mario Ciboddo e delle Vele Storiche Viareggio, associazione fondata nel 2005 che ha a cuore la valorizzazione dello spirito e del patrimonio culturale dello yachting d’epoca.

Mostra documentaria su Barbara e l’equipaggio femminile con l’armatore Roberto Olivieri al Cantiere della Memoria

Il restauro è stato documentato nella tesi di laurea dello yacht design Francesco Rocchetti. Nel corso della sua nuova vita Barbara è stata palestra di crescita dei giovani e teatro di incontri inclusivi con persone affette dalla fibrosi cistica nell’ambito del progetto Re-Ispiration.

Lo scorso anno i ragazzi del corso Operatori del Legno del Cisita, scuola professionale di Confindustria, hanno realizzato il mezzo scafo donandolo all’armatore come ringraziamento per quel senso di ‘custodia’ che anima ilpossesso, nella prospettiva di conservare per tanti anni ancora la barca, quale bene culturale. “È stato il regalo più bello del compleanno, perché giunto da ragazzi impegnati a costruirsi un futuro professionale nel restauri di barche d’epoca” dice l’armatore grato.

Ora il ritorno alle Grazie, nuova base estiva di Barbara, nel porto delle vele d’epoca, per impreziosirlo e poter collaborare con l’Area Marina Protetta delle Cinque Terre e il Cantiere della Memoria. Nuove avventure e nuovi progetti di interazione e accoglienza l’aspettano.
Benvenuti a bordo!

Barbara e New Zealand a Barcellona 2023

Un centenario movimentato

di Serena Laudisa

È il 26 settembre 1923 quando una lastra fotografica di Frank Beken, il primo della celebre dinastia di fotografi di Cowes che per tre generazioni ha ritratto le più celebri barche a vela del mondo, ferma nel tempo uno fra i primi momenti di navigazione nel Solent di Barbara, yawl varato nello stesso anno a Gosport dal cantiere inglese Camper & Nicholson’s.

Sullo sfondo il Royal Yacht Squadron di Cowes, sul ponte solo tre persone, al timone il suo progettista Charles Ernest Nicholson e al suo fianco l’armatore Herbert T. Hines, un broker assicurativo londinese.

Barbara a Porto Venere

Esattamente un secolo più tardi, sul ponte di Barbara la situazione si è fatta ben più movimentata. Sono un centinaio gli amici con cui ci siamo avvicendati per il periplo di oltre 3.600 miglia che, da maggio a ottobre 2023, l’ha portata a festeggiare il suo centenario regatando in 14 raduni in Italia, Francia e Spagna.

Motori di questa bella avventura la passione e il senso di accoglienza e condivisione del suo armatore Roberto Olivieri e il talento e la pazienza del suo imperturbabile comandante Vincenzo Zaccagni, Cencio per gli amici.

C’è voluta infatti molta pazienza per gestire gli andirivieni a geometria variabile del nostro equipaggio multi-età, rumoroso, festaiolo, bongustaio, ma sempre sul pezzo sulla linea di partenza. Talmente sul pezzo che le visite con bottiglia riparatoria alle barche disturbate in partenza dalle manovre ardite dei nostri timonieri sono diventate una divertente routine che ha contribuito a portare Barbara e i suoi barbari a diventare i beniamini del circuito.

Sul piano sportivo, se con arie leggere questo robusto e elegante Camper & Nicholson’s nato all’insegna dell’easy sailing ci ha fatto un po’ penare, con vento la barca ha ogni volta sprigionato tutta la sua potenza, ripagandoci con fantastiche veleggiate e buoni risultati.

Partecipare a un raduno con Barbara è ogni volta un’esperienza speciale che va oltre le regate. I posti per dormire a bordo sono contesissimi, la cambusa e la cantina sempre ben fornite e in pozzetto le merende e le cene post regata sono imperdibili. Che si sia regatato in 8 o in 18, qualsiasi sia stato il risultato, il rientro in banchina è sempre allegro e la manovra di attracco di capitan Cencio impeccabile.

Si rimette in ordine la barca e, mentre c’è già chi traffica in cucina, arrivano in pozzetto i primi stuzzichini, sale il volume delle chiacchiere e iniziano a saltare i tappi alle bollicine. Una bella atmosfera, divertente, informale e corinziana che, insieme all’eleganza delle sue linee, al rispettoso e attento restauro e alle miglia percorse in regate nel 2023, ha contribuito alla scelta della platea internazionale dei lettori di Classic Boat di assegnare a Barbara la silver bowl di Centenaria dell’anno.

Un primo secolo movimentato, ben oltre quanto lasciassero immaginare le placide veleggiate nel Solent con il suo primo armatore Herbert Hines.