Alla data di oggi, 10 ottobre, non sono emerse sostanziali novità che possono giustificare un approfondimento circa eventuali errori o responsabilità relative all’affondamento del Bayesian.

Ne deriva che, evidentemente, non risulta opportuno avanzare alcuna ipotesi che potrebbe essere sconfessata nelle prossime settimane.

Rimaniamo pertanto in linea con il primo articolo pubblicato sul numero di ottobre mantenendo la massima cautela su eventuali tesi circa l’accaduto. Per tali ragioni in questo momento preferiamo spostare l’attenzione su altri aspetti della vicenda.

Innanzi tutto è significativo che vi siano due autorità nazionali, una italiana e una inglese, coinvolte nell’attività di investigazione marittima. Vediamo il perché.

Le competenze territoriali

La competenza dell’ufficio italiano deriva naturalmente dal luogo del sinistro, le nostre acque territoriali. L’organismo inglese indaga invece in quanto è stata coinvolta una nave battente bandiera UK. Già nel 2019 abbiamo avuto a che fare con il MAIB, l’organismo per le investigazioni marittime britannico, anche questo coinvolto nel sinistro del Bayesian, avendo assistito una società di progettazione navale alla quale venne richiesto un supporto tecnico a causa di una perdita della chiglia da parte di una unità battente bandiera inglese.

Ma andiamo per gradi. L’inchiesta relativa all’affondamento dello yacht nelle acque siciliane si sta svolgendo evidentemente su un doppio binario. Per quanto riguarda l’autorità italiana, competente è anche l’Ufficio per le investigazioni ferroviarie e marittime, DIV 1, presso il Ministero dei Trasporti a Roma.

Così come si evince dallo stesso sito del Ministero “l’obiettivo prioritario dell’Ufficio per le investigazioni ferroviarie e marittime è il miglioramento della sicurezza del trasporto ferroviario, del trasporto ad impianti fissi e di quello marittimo attraverso le indagini per la individuazione delle cause degli incidenti gravi e degli inconvenienti, nonché lo studio e la ricerca su incidenti ed inconvenienti ripetuti che abbiano comuni aspetti fenomenologici, il coordinamento delle indagini stesse ed i rapporti con le competenti strutture nazionali, comunitarie ed internazionali, al fine di dare conseguente e compiuta definizione alle raccomandazioni da fornire alle varie parti interessate”.

Si intuisce pertanto la stretta collaborazione tra la nostra struttura nazionale e, in questo caso, l’organismo britannico. Il MAIB, Marine Accident Investigation Branch, indaga sugli incidenti marittimi che coinvolgono navi del Regno Unito in tutto il mondo e tutte le navi nelle acque territoriali del Regno Unito.

Il compito del Ministero

Come riportato sul rispettivo sito web: “Il nostro compito è contribuire a prevenire il verificarsi di ulteriori incidenti evitabili, non stabilire colpe o responsabilità. Ogni anno la Marine Accident Investigation Branch riceve tra le 1500 e le 1800 segnalazioni di incidenti di ogni tipo e gravità. In media ciò porta all’avvio di 30 indagini separate. Siamo un’unità indipendente all’interno del Dipartimento dei Trasporti.

Le nostre 4 squadre esperte di investigazione sugli incidenti sono supportate da un team amministrativo. La nostra sede è a Southampton e abbiamo 35 membri dello staff. Siamo responsabili per lo svolgimento di indagini per accertare le cause degli incidenti in mare, pubblicare rapporti che includono le nostre raccomandazioni sul miglioramento della sicurezza in mare e le azioni che abbiamo intrapreso, aumentare la consapevolezza su come accadono gli incidenti marittimi, migliorare la cooperazione nazionale e internazionale nelle indagini sugli incidenti marittimi.

Le nostre priorità sono: mantenere la nostra posizione come una delle principali organizzazioni investigative sulla sicurezza a livello mondiale, contribuire a stabilire standard nelle indagini sugli incidenti marittimi seguendo le migliori pratiche e chiedendo a coloro con cui lavoriamo di fare lo stesso, fornire al nostro personale una formazione specializzata regolare per mantenere le competenze aggiornate.”

Risulta interessante poi che l’operato di detto ufficio si svolge in coerenza con The Merchant Shipping (Accident Reporting and Investigation), Regulations, 2012, norma emanata allorquando la Gran Bretagna era ancora parte dell’Unione Europea, conforme quindi alla Direttiva 2009/18/CE del 23 aprile 2009 che stabilisce i principi fondamentali che disciplinano le indagini sugli incidenti nel settore dei trasporti marittimi e che modifica la Direttiva 1999/35/CE, e la Direttiva 2002/59 /CE del Parlamento Europeo.

Quest’ultimo concetto risulta molto importante in quanto implicitamente ne deriva che i due organismi, Italiano e inglese, operano secondo le medesime direttive, e di conseguenza con procedure e regole uguali. Ciò sarà molto importante ai fini delle conclusioni finali, in quanto nonostante le indagini si svolgano su un “doppio binario”, dovrà pertanto essere rispettato un parallelismo procedurale da entrambe le autorità con principi comuni.