Didattica La matematica e gli AC 75, la CFD per studiare le performance di una barca Computational Fluid Dynamics protagonista sugli AC75 dell’ultima America’s Cup, vi spieghiamo cos'è e come aumenta le prestazioni di una barca... di Andrea Mancini il 30 Ott 2021 Continua a leggere
Project e design nautico Optima electric boat, una carena per navigare full electric La carena, la parte immersa dello scafo, è la parte della barca che determina in modo prevalente la maggior parte delle sue caratteristiche, dalla resistenza idrodinamica (quindi motorizzazione, consumi) alla capacità di navigare sulle onde, dalla manovrabilità alla stabilità. Non a caso è chiamata anche opera viva per distinguerla dall’opera morta, ovvero la parte di scafo fuori dall’acqua su cui tanto lavorano i designer. Ma, spesso, è proprio l’aspetto dell’opera morta, ovvero ciò che si vede, l’elemento su cui una barca viene valutata, dimenticandosi della carena, di ciò che non si vede, che, invece, determina il DNA della barca stessa. Lo sanno bene i progettisti di Optima Project che nell’immaginare una barca full electric sono partiti proprio dalla carena, una carena più efficiente disegnata ad hoc per competere con l’efficienza di un catamarano. [button title="Leggi tutto l'articolo" url="https://www.nautica.it/mio-account/?wcm_redirect_to=post&wcm_redirect_id=118635" type="secondary"] [button title="Abbonati" url="https://www.nautica.it/nautica-superyachts-formato-digiltale/" type="secondary"] di Andrea Mancini il 30 Ott 2021 Continua a leggere
Project e design nautico Eegle, yacht full electric di 20 metri Generalmente una propulsione totalmente elettrica è ancora confinata sulle piccole barche, dove le autonomie richieste sono di poche miglia e i costi per i pacchi batterie sono conseguentemente contenuti. Diciamo sui daycruiser fino ad 8, 10, 12 metri. Di yacht full electric delle dimensioni di Eegle, parliamo di 20 m di barca con tre ponti, tre cabine, un salone che occupa l’intero ponte di coperta, ed altro ancora, non credo ce ne siano molti. Più probabilmente nessuno. E non stiamo parlando solo di un bel concept (di quelli se ne vedono sempre tanti) ma di una barca in procinto di essere ultimata (dovrebbe andare in acqua entro la fine dell’anno). [button title="Leggi tutto l'articolo" url="https://www.nautica.it/mio-account/?wcm_redirect_to=post&wcm_redirect_id=114448" type="secondary"] [button title="Abbonati" url="https://www.nautica.it/nautica-superyachts-formato-digiltale/" type="secondary"] di Andrea Mancini il 28 Set 2021 Continua a leggere
Didattica RComposite di Northern Light Composites: la vetroresina diventa ecologica Si chiama rComposite ed è il laminato totalmente riciclabile prodotto da una start up italiana con il quale è oggi possibile realizzare barche ecosostenibili al 100%... di Andrea Mancini il 28 Set 2021 Continua a leggere
Project e design nautico Swordfish, il tender che diventa un sottomarino! Un tender di 40 piedi che sfreccia a 40 nodi, in grado di trasformarsi in un piccolo sottomarino. Si chiama SwordFish ed è un progetto davvero ambizioso, non c’è che dire. Gli autori della proposta, entrambi francesi, sono Francois-Alexandre Bertrand, presidente e fondatore di Platypus craft, una società specializzata in imbarcazione semi-sommergibili, e Alain Grandjean, presidente e fondatore di L2Concept, una società di design e ingegneria specializzata in concept cars e sottomarini da diporto. E, proprio dall’unione dei know how delle due aziende è nato questo avveniristico concept di un trimarano di 40 piedi capace di convertirsi da imbarcazione di superficie in sommergibile in pochi secondi, grazie allo scafo centrale che può essere completamente chiuso con un cupolino di plexiglass per poi scendere sott’acqua tramite due coppie di lunghe leve libere di ruotare che lo collegano ai due scafi del catamarano. Una volta raggiunta quest’ultima configurazione, lo scafo centrale del trimarano si troverà a circa 2 metri sotto il livello dell’acqua, offrendo al pilota e ai 7 passeggeri il fascino di una immersione. Un’emozione a disposizione anche di quelle persone che, per paura o per problemi fisici, mai scenderebbero sott’acqua. [button title="Leggi tutto l'articolo" url="https://www.nautica.it/mio-account/?wcm_redirect_to=post&wcm_redirect_id=113332" type="secondary"] [button title="Abbonati" url="https://www.nautica.it/nautica-superyachts-formato-digiltale/" type="secondary"] di Andrea Mancini il 31 Ago 2021 Continua a leggere
Project e design nautico Navier ’27, futuro in volo! Si dice che i foil sono il futuro e probabilmente è vero, almeno per un certo tipo di nautica che punta all’abbinamento di velocità e sostenibilità. La questione, piuttosto, è capire come ciò avverrà, cioè quando la tecnologia sarà sufficientemente robusta e collaudata da permetterne un utilizzo diffuso e in sicurezza. E - perché no? - anche economicamente interessante. Per il momento, infatti, le reali proposte di imbarcazioni a motore con i foil (per quelle a vela è tutto un altro discorso) sono rarissime e costosissime, mentre non mancano i concept che propongono bellissime barche dotate di “ali”. Ma sono tutti realistici e perciò realizzabili? [button title="Leggi tutto l'articolo" url="https://www.nautica.it/mio-account/?wcm_redirect_to=post&wcm_redirect_id=112029" type="secondary"] [button title="Abbonati" url="https://www.nautica.it/nautica-superyachts-formato-digiltale/" type="secondary"] di Andrea Mancini il 30 Lug 2021 Continua a leggere
Didattica America’s Cup: cosa resta delle Formule 1 del mare Analizziamo le analogie tra gli AC 75, le barche volanti dell’ultima edizione dell’America’s Cup, e la Formula 1: i foil come le gomme, lo scafo come il telaio, le vele come il motore. [caption id="attachment_110844" align="aligncenter" width="800"] Luna Rossa Prada Pirelli[/caption] Ne hanno parlato i commentatori televisivi e i giornalisti per cercare di spiegare al grande pubblico queste strane e complicatissime macchine volanti che sfrecciavano a 40 nodi spinte da un vento di soli 15! Ne abbiamo parlato spesso anche noi su queste pagine, cercando di andare un po’ più nel dettaglio tecnico. [caption id="attachment_110845" align="aligncenter" width="800"] Emirates Team New Zealand, Luna Rossa Prada Pirelli Team[/caption] E spesso, anche noi abbiamo fatto ricorso a questa analogia sia per necessità di semplificazione sia perché, proprio come per la Formula Uno, resta difficile riuscire a immaginare come la tecnologia sviluppata per gli AC75 - le barche volanti - possa riguardare noi comuni mortali che con la barca semplicemente navighiamo … senza volare! [button title="Leggi tutto l'articolo" url="https://www.nautica.it/mio-account/?wcm_redirect_to=post&wcm_redirect_id=110841" type="secondary"] [button title="Abbonati" url="https://www.nautica.it/nautica-superyachts-formato-digiltale/" type="secondary"] di Andrea Mancini il 30 Giu 2021 Continua a leggere
Ambiente Mare Dai motori General Motors all’Idrogeno, Torino guarda al futuro Dai 700 ingegneri e tecnici del centro di ingegneria PUNCH Torino, già General Motors Global Propulsion Systems, le visioni e i progetti per dare nuova vita ai motori Diesel. Torino, capitale italiana dell’automobile, verissimo. Ma Torino è la città dove si guarda anche al futuro dei motori Diesel, compresi quelli utilizzati in barca. E dove si guarda anche all’idrogeno. Infatti, nel campus universitario del Politecnico esiste un centro di ingegneria che studia dal disegno del motore all’elettronica, fino a tutte le fasi di verifica e collaudo sui prototipi. [caption id="attachment_109174" align="aligncenter" width="800"] L’AD DI PUNCH Pierpaolo Antonioli.[/caption] Parliamo di oltre 700 persone, quasi tutti ingegneri, informatici, fisici e matematici, che lavorano giorno e notte in costante collegamento con gli altri siti produttivi della General Motors, GM, il colosso mondiale dei motori del quale il centro di ingegneria di Torino è stato parte integrante. E, di fatto, continua ad esserlo anche dopo che, lo scorso anno, è stato acquisito dalla multinazionale Belga PUNCH Group per farne una “azienda leader nell’integrazione e produzione di sistemi di propulsione”, come afferma Guido Dumarey, fondatore e CEO di Punch Group, che continua: “L’obiettivo sarà fornire servizi di ingegneria di alto livello a GM e a nuovi clienti, così come lo sviluppo e la produzione di motori e trasmissioni sul mercato globale”. [button title="Leggi tutto l'articolo" url="https://www.nautica.it/mio-account/?wcm_redirect_to=post&wcm_redirect_id=109173" type="secondary"] [button title="Abbonati" url="https://www.nautica.it/nautica-superyachts-formato-digiltale/" type="secondary"] di Andrea Mancini il 31 Mag 2021 Continua a leggere
Ambiente Mare Progettare e costruire per il futuro, verso la barca sostenibile, non solo ecologica Mobilità sostenibile è un concetto che riguarda non solo i consumi e le emissioni di un qualsiasi mezzo di trasporto, ma tutta la sua vita, dalla costruzione al fine vita, passando per la fase di utilizzo. Anche per una barca, dove questo concetto fa ancora fatica ad affermarsi. Quando si parla di barca sostenibile si pensa immediatamente a una barca con emissioni inquinanti limitate o, addirittura, assenti, come nel caso di una propulsione full electric. Ma il concetto di sostenibilità di un qualsiasi mezzo di trasporto - barca compresa - va ben oltre le sole emissioni e comprende tutte le sue fasi di vita, dalla produzione allo smaltimento finale. Passando, ovviamente, per la fase di utilizzo, che però non basta per definire la barca stessa un oggetto sostenibile o meno. Così come non è sufficiente utilizzare materiali riciclabili. [caption id="attachment_109210" align="aligncenter" width="698"] Ridurre le emissioni inquinanti è un aspetto importante ma non è l’unico se si vuole dare un senso pieno alla parola sostenibilità nella nautica. È infatti necessario pensare anche all’aspetto economico e al cosiddetto fine vita. Lo schema mostra come una nautica sostenibile si realizza quando vengono raggiunti gli obiettivi nei cerchi attraverso gli strumenti descritti nei rettangoli.[/caption] Addirittura, l’inesauribile fonte di informazioni rappresentata da Wikipedia, descrive la mobilità sostenibile come quella “modalità di spostamento in grado di diminuire gli impatti ambientali, sociali ed economici generati dai veicoli”. [button title="Leggi tutto l'articolo" url="https://www.nautica.it/mio-account/?wcm_redirect_to=post&wcm_redirect_id=109192" type="secondary"] [button title="Abbonati" url="https://www.nautica.it/nautica-superyachts-formato-digiltale/" type="secondary"] di Andrea Mancini il 31 Mag 2021 Continua a leggere
Project e design nautico Maverick, la deriva “quattro in uno”! Maverick, una parola che utilizzavano i cowboys del mitico Far West per indicare i giovani capi di bestiame privi di marchio che vivevano in condizione di semi-libertà. Questo ci dice l’inesauribile fonte di informazioni rappresentata da Wikipedia. E Maverick, non a caso, è il nome scelto per questo piccolo mezzo nautico che ci regala la libertà o, meglio, la semi-libertà di scegliere la configurazione che più ci piace tra le 4 possibili per vagabondare sulle praterie marine: deriva a vela, SUP (Stand Up Paddle), windsurf, SUS (Stand-Up Sailing) sono, infatti, i possibili utilizzi di questa piattaforma. Prodotta dall’inglese Maverick World ltd e, da un paio di anni, distribuita anche in Italia da YachtSynergy a Marina di Cala Galera, Maverick è nata dalla matita del designer italiano Daniele Vitali, un designer sulla cresta dell’onda con alle spalle la partecipazione al concept dell’Open Bic e collaborazioni con Laser Performance e RS Sailing. [button title="Leggi tutto l'articolo" url="https://www.nautica.it/mio-account/?wcm_redirect_to=post&wcm_redirect_id=109153" type="secondary"] [button title="Abbonati" url="https://www.nautica.it/nautica-superyachts-formato-digiltale/" type="secondary"] di Andrea Mancini il 31 Mag 2021 Continua a leggere