Una nave crociera distrugge il marina yachting Siracusa di Lydia Gaziano Scargiali il 24 Apr 2024 Cosa è accaduto a Siracusa Investimenti, lavoro, sacrifici buttati al vento. Le voci del direttore della struttura, Dino Polizzi, e dell’amministratore unico, Federico Crispino. A giugno la riapertura parziale. C’era, all’interno della grande baia di Siracusa, un moderno Marina completamente attrezzato e perfettamente funzionante: un catastrofico evento ne ha compromesso gravemente la struttura, distruggendo pontili e parecchie imbarcazioni. È accaduto, infatti, ai primi di gennaio, che una nave crociera dell’MSC, rompendo gli ormeggi, è andata alla deriva scontrandosi con la struttura portuale del Marina Yachting che si trovava di fronte. In tanto sfacelo l’unica nota positiva è stata l’assenza di vittime o feriti, ma si è corso, pur sempre, un rischio enorme. Solo un caso fortuito, infatti, ha impedito il verificarsi di una tragedia ancora più grande. Intervista a Dino Polizzi Dino Polizzi, direttore del porto turistico, ci ha dichiarato: “Per fortuna questo disastro è accaduto d’inverno, quando il movimento delle imbarcazioni era minore. Se fosse accaduto nel pieno della stagione turistica, molto probabilmente si sarebbero perse molte vite umane. Sempre il caso ha voluto, infatti, che uno yacht in transito si trovasse proprio nel punto dove c’è stato l’impatto, ma per buona sorte se n’è andato mezz’ora prima. È successo pure che cinque persone che si trovavano a bordo di un catamarano, ormeggiato in un pontile interno, vedendo quel che stava accadendo, hanno provato a scappare verso l’uscita, ma non ci sono riusciti, sono quindi tornati indietro verso un pontile posto perpendicolarmente al punto di impatto. Non sapevano che cosa fare, a chi chiedere aiuto, ma fortunatamente il nostro marinaio se n’è accorto e li ha tratti in salvo appena in tempo, perché poco dopo una parte del pontile è crollata.” Ci può raccontare, in particolare, la dinamica dell’incidente?Una gigantesca nave della MSC crociere, di sessantamila tonnellate, che si trovava attraccata proprio nella banchina situata di fronte al nostro porto turistico, ha improvvisamente rotto gli ormeggi e si è abbattuta sulla nostra struttura. È stato a causa del maltempo?Certamente il maltempo ha influito, ma c’è anche da dire che, di regola, a bordo delle navi è prevista la presenza obbligatoria di una parte dell’equipaggio in grado di manovrare e di prendere delle decisioni in caso di emergenze o avarie. Quel che si è notato, invece, è stata l’assenza di un intervento immediato per evitare la collisione: probabilmente i motori sono stati accesi in ritardo, né si è agito repentinamente con il varo delle ancore. Infine, non si è udito neppure alcun suono o segnale di allarme. La Compagnia si è assunta le proprie responsabilità per il danno causato? Purtroppo no. Sostiene che si è trattato di forza maggiore. Sono intervenuti gli addetti della loro Assicurazione per esaminare la struttura portuale e le imbarcazioni con i danni riportati, ma attendiamo ancora una risposta. Quali sono stati i danni più rilevanti? La diga esterna è stata parzialmente distrutta, i pontili interni sono completamente inservibili, impianti elettrici e idrici totalmente danneggiati, tre imbarcazioni sono affondate, le altre hanno subito danni strutturali piuttosto importanti. Noi non abbiamo ancora ricevuto alcun indennizzo e stiamo provvedendo a riparare personalmente sia la diga sia i pontili, ma per quanto riguarda questi ultimi, al momento, potremo sostituirne solo uno. Comunque, nonostante tutto, siamo rimasti operativi e dal mese di giugno avremo una capacità stimata di circa il 50%. Intervista a Federico Crispino A Federico Crispino, amministratore unico del Marina Yachting che si sta occupando della parte legale dell’incidente, chiediamo: Ci sono state almeno delle scuse da parte dell’MSC per quanto accaduto? In un primo momento avevano mandato il loro rappresentante locale per portarci un messaggio del dottor Vago, presidente del Gruppo, ma successivamente è calato il silenzio. Dopo una serie di diffide dei nostri legali, ci hanno risposto che stavano ultimando le loro indagini interne anticipando di non sentirsi responsabili dell’accaduto. Noi, intanto, abbiamo fatto le nostre perizie, mentre i tecnici della loro assicurazione hanno esaminato la struttura portuale e le imbarcazioni coinvolte. Attendiamo da oltre un mese di conoscere le loro intenzioni. Nel frattempo, per il ripristino del vostro punto di ormeggio, come vi state muovendo? Dopo aver inviato le nostre richieste per il danno subito, stiamo anticipando i capitali necessari per iniziare i lavori di ripristino della struttura e della sua funzionalità. Al momento ci stiamo occupandodella parte subacquea: catenarie e corpi morti. Contiamo, pertanto, di riaprire per il prossimo mese di giugno, almeno parzialmente. Questo articolo ti è piaciuto? Condividilo!
La Spezia: diga foranea progetto-ormeggi e petizione per la balneazione di Corrado Ricci il 17 Dic 2024