Porto di Trapani, restyling e riqualificazione di Redazione Nautica il 3 Nov 2022 Al viaggiatore che arriva dal mare il porto di Trapani riserva più di una sorpresa. Una costa frastagliata, isole e isolotti a breve e lunga distanza, un antico maniero e qualche torre di guardia disseminata qua e là, poi, la città, distesa fra terra e acqua, sembra proiettarsi verso spazi indefiniti. Viene da chiedersi: che cosa ci sarà oltre quella linea di orizzonte? In realtà, Trapani sembra staccarsi dalla Sicilia per protendersi verso altri lidi, altre terre, mondi lontani, di là dal mare, dove si parlano altre lingue, si intrecciano altri rapporti, altre conoscenze… da qui si potrebbe partire lasciandosi andare tra i flutti, tra cielo e mare, per dimenticare finalmente tutto quello da cui vorremmo scappare: i ritmi della quotidianità, gli impegni, le scadenze. Equidistante dal canale di Suez e dallo stretto di Gibilterra, il porto di Trapani occupa una posizione privilegiata, proprio all’incrocio fra i traffici che seguono le direttrici Nord-Sud ed Est-Ovest. Tale collocazione baricentrica fa oggi dello scalo siciliano un potenziale punto di snodo sia per gli scambi commerciali sia per la crocieristica, ma anche nel passato fu importante punto di approdo per le imbarcazioni che navigavano nel Mediterraneo. Trapani Costituito da un avamporto, un porto mercantile, un porto peschereccio e un approdo turistico, ha un’imboccatura aperta verso Sud e delimitata, ad Ovest, dal prolungamento del Molo della Colombaia (diga di sopraflutto) e, a Est, da una diga di sottoflutto. Bassi fondali si estendono per circa 1,5 miglia dall’imboccatura del porto verso Sud, a partire dal fanale verde (diga di sottoflutto). L’Autorità Portuale di Palermo, che si estende anche ai porti di Trapani, Termini Imerese e Porto Empedocle, negli ultimi tre anni, attuando un programma di riqualificazione e restyling, ha realizzato la nuova stazione marittima e il Fast Ferry Terminal. Si è data così priorità alla funzionalità e all’accoglienza. Si sta, poi, puntando a dotare lo scalo più occidentale della Sicilia delle strutture più idonee a potenziarne il core business, cioè i traffici commerciali e la crocieristica, per cui saranno avviati lavori per il dragaggio dei fondali e la sistemazione del waterfront. Il lungomare della città, dal Lazzaretto alla Colombaia, mostra bellezze storiche e paesaggistiche difficilmente eguagliabili. Il fascino di una terra antica e misteriosa affiora da ogni pietra, da ogni anfratto, soprattutto al tramonto quando il sole irrompe con forza sulle acque tingendole di rosso come per mostrare tutta la sua forza prima di sprofondare nel buio della notte. Per fare spazio a tanta bellezza, occorre, però, cancellare degrado, abbandono, cantieri dismessi, recuperare attività produttive trascurate, quali la pesca, la piccola cantieristica, il mercato del pesce e, naturalmente, le relazioni umane. Un ampio progetto di riqualificazione punta, ora, a restituire quel che il tempo aveva tolto: attrattiva e vitalità. Occorre rigenerare il mercato del pesce, la nautica, la piazza, il parco urbano. In particolare, è degno di nota quanto progettato per il Parco del waterfront: si estenderà dal Lazzaretto al ponte che collega la lingua di terra del villino Nasi con l’isola della Colombaia. Trapani tornerà così città-arcipelago, riappropriandosi della morfologia originaria. Col distacco del Lazzaretto dalla terraferma rinascerà l’Isola di S. Antonio. Tramite una serie di azioni di scavo si permetterà infatti alle acque di separare la terra dal mare e di ripristinare le condizioni originarie, prima dei “colmamenti” iniziati alla fine del XIX secolo. Attualmente, l’approdo turistico si sviluppa nel tratto di mare antistante il Viale Regina Elena, è protetto da un frangiflutti di 275 metri, parallelo al viale sopra citato, dal quale si dipartono alcuni pontili galleggianti. Dispone di circa 450 posti barca. La Banchina Marinella, la Banchina Ex Sommergibili e due campi boe (uno a Nord del nuovo fanale verde sulla scogliera frangiflutti e uno a Nord del Molo della Colombaia) sono, infatti, destinati al diporto e gestiti dall’Autorità Portuale. Esistono pure pontili galleggianti a carattere permanente nelle zone a levante e a ponente del porto, gestiti da alcuni cantieri navali e, in prossimità del Porto Peschereccio, dalla Lega Navale Italiana. Al riguardo, secondo il suo presidente, l’avvocato Nicola Di Vita, in considerazione dell’importante attività sociale che la Lega Navale svolge, a favore dell’ambiente, dei giovani, dei disabili e dei tanti fruitori delle sue strutture, le occorrerebbero ulteriori spazi. Si potrebbero così, ad esempio, collocare scivoli adeguati per la classe velica Nacra, al fine dell’assegnazione dei campionati Mondiali del 2025, il che sarebbe anche un bel successo per la città di Trapani. “La concessione di ulteriori spazi per la creazione di altri posti barca, da aggiungere agli attuali circa 160 – sottolinea l’avvocato Di Vita – ci consentirebbe di organizzare anche manifestazioni d’altura di grande impatto, come la Rotta del Gelsomino. Nell’ambito delle opere che l’Autorità Portuale di Palermo sta avviando nel porto di Trapani, sarebbe poi opportuno che fossero scavati i fondali sul lato Sud (oggi profondi solo da 1 a 2 metri), che attualmente impediscono l’ormeggio, e che fossero tolti i rifiuti posti a terra, che si sono accumulati nel tempo. La Lega Navale si è infatti occupata della pulizia dei fondali e ha raccolto molto materiale che, però, non è stato ancora tolto. Parlando, poi, in generale, delle opere che si stanno realizzando nel porto, credo che sarebbe necessario, per consentirne un utilizzo migliore, la creazione di un’adeguata viabilità e la costruzione di aree per il parcheggio”. di Lydia Gaziano Scargiali * Foto di Attilio Taranto Questo articolo ti è piaciuto? Condividilo!
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