Pantelleria, i suoi porti di Lydia Gaziano Scargiali il 2 Dic 2024 Pantelleria, una meta per una vacanza tra limpide acque, antichi miti e itinerari fantastici. Pare che l’isola fosse il luogo di incontro tra Bacco e Venere e che la dea fosse solita specchiarsi nelle acque di un laghetto prima di ogni incontro con l’amato. Da qui il nome “Specchio di Venere” dato al bacino che si trova sull’isola, un lago dall’ecosistema unico al mondo che gli antichi panteschi chiamavano “Bagno nell’acqua”. Pantelleria, al centro del Canale di Sicilia, la quinta isola più grande del Mediterraneo, non è la più a Sud d’Italia, preceduta da Lampedusa, ma la più vicina alle coste tunisine, visibili anche a occhio nudo e distanti appena 70 chilometri. In estate accoglie parecchi turisti per la tranquillità del suo dolce paesaggio. Porto Vecchio e sullo sfondo Porto Nuovo (Ph. Attilio Taranto) Storia e geografia Ovunque si alternano campi di vite, ulivi e capperi, insieme alle altre piante caratteristiche della macchia mediterranea. È un giardino, uno scoglio verde in mezzo al mare. Nata da un vulcano sottomarino, la sua cima, la Montagna Grande (836 m), è circondata da piccoli crateri chiamati “cuddie”. Alcuni fenomeni divulcanismo secondario sono ancora presenti, come ad esempio le “favare”, grandi getti di vapore acqueo al 100%. L’isola fu colonizzata dai Fenici, dai Cartaginesi, dai Romani (217 a.C.) e infine dagli Arabi (intorno al ‘700) i quali la occuparono per 400 anni (il nome Pantelleria deriva da bint al-ariyah, la figlia del vento), trasformandola in una terra verdeggiante, coltivata a vigneti e capperi tramite un sistema di terrazzamento che delimita i terreni con muretti di pietra a secco. Una tipica costruzione pantesca è il dammuso, di forma cubica e copertura a cupola. La millenaria coltivazione della vite si protrae tuttora con la produzione di un ottimo passito che si ricava dallo Zibibbo, il tipico vitigno locale, la cui coltivazione è stata dichiarata dall’Unesco patrimonio immateriale dell’umanità. Dove ormeggiare Il porto di Pantelleria è costituito da due bacini e i suoi fondali raggiungono i 6 metri. Porto Vecchio è antistante il paese ed è delimitato dal Molo a Levante e dal Molo Nasi. Tre le banchine presenti: Dogana, Castello e Borgo Italia. Accoglie imbarcazioni da diporto e piccoli pescherecci nei suoi 50 i posti barca di cui 10 per il transito. I ruderi del Molo Cartaginese, situato al centro del porto vecchio, sono tuttavia di ostacolo alla navigazione. L’accesso, perciò, è consentito solo nelle ore diurne e occorre mantenersi ad almeno 10 metri dalla testata del Molo a Levante. L’attiguo Porto Nuovo si trova invece nell’area di fronte Punta Croce. È delimitato dal Molo Nasi e dal Molo Cidonio. Vi sostano le motovedette della Capitaneria di Porto e dei Carabinieri, i motopescherecci, le imbarcazioni da diporto e le piccole navi. Anche qui l’ingresso è limitato alle ore diurne. La banchina ha una lunghezza di 900 metri per gran parte operativi, due i pontili galleggianti da 50 metri e 80 posti barca di cui 10 riservati al transito. L’ancoraggio davanti Pantelleria è difficile con venti da ponente e grecale, tuttavia si può ancorare nei pressi della diga foranea. Proprio sul porto abbiamo incontrato il sindaco, Fabrizio D’Ancona, che a proposito dei lavori di cui si parla ci ha dichiarato: “Per la struttura portuale in sé non ci sono ancora progetti approvati, anche se sarebbero urgenti e necessari perché la diga foranea esiste solo in parte, mentre il sottoflutto manca del tutto. Al momento, solo la banchina sarà interessata dai lavori di riqualificazione previsti per il lungomare. Scauri (Ph. Attilio Taranto) Scauri Stanno invece per iniziare le opere sul waterfront con un impegno finanziario di oltre 15 milioni di euro.” Sicuramente ci saranno vantaggi estetici, in quanto tutto il lungomare sarà notevolmente trasformato: l’area pescheria sarà ricostruita e i dehors verranno a trovarsi in una posizione più adatta. L’altro porto di Pantelleria è quello di Scauri, sul versante ovest, che èprotetto dai venti di levante, tramontana e maestrale, ma non dallo Scirocco. Dispone di un molo di sopraflutto lungo circa 143 m, totalmente banchinato e di un piccolo molo di sottoflutto perpendicolare alla costa, lungo circa 50 m. All’interno si trova un pontile galleggiante. Una piccola darsena banchinata consente l’ormeggio a natanti di modesto tonnellaggio, le imbarcazioni con pescaggio superiore ai 2 m devono ormeggiare in rada. Le banchine si sviluppano per 400 m e sono dotate di anelli di ormeggio. Occorre prestare attenzione alla secca situata di fronte alla scogliera frangiflutto. Per l’orario di accesso non ci sono limitazioni. Il fondo varia da un metro circa a 2,50, accoglie 90 posti barca di una lunghezza massima di 12 metri. Questo articolo ti è piaciuto? Condividilo!
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