Agrigento,il porto di San Leone tra miti e modernità di Lydia Gaziano Scargiali il 28 Feb 2024 Foto di Natalino Soccio fornite dalla Lega Navale Italiana Agrigento e P.E. La località sulla costa agrigentina chiamata San Leone risale almeno al periodo greco e fu attiva fino al Medioevo, ma poi andò incontro a un periodo di decadenza per tornare ad essere rinomata solo negli anni recenti. Il suo nome deriva dal papa Leone II, di origine siciliana. Dista solo pochi chilometri da Agrigento, che domina dall’alto la leggendaria Valle dei Templi. A partire dagli anni ’60, San Leone si è trasformata da piccolo borgo marinaro in località turistica, vedendo crescere notevolmente il numero dei suoi abitanti, soprattutto nel periodo estivo. La costa sud siciliana, in cui sorge la località agrigentina, offre al turista estese spiagge dorate, tramonti di fuoco e venti persistenti, oltre a un entroterra ricco di siti archeologici e di tante testimonianze storiche. È infatti notizia proprio di questo periodo il ritrovamento nei fondali limitrofi al porto di un interessante reperto archeologico.Sembra trattarsi di una decorazione raffigurante un cavallo, proveniente da qualche tempio greco, ma essendo ricoperta di concrezioni andrà ora ripulita dagli specialisti. San Leone (AG) Negli anni, purtroppo, l’azione dell’uomo ha provocato anche un vasto fenomeno di erosione su tutta la costa, soprattutto da Maddalusa a Punta Bianca, una volta splendide località incontaminate che però, nonostante tutto, mantengono ancora gran parte della loro bellezza. Il fiume Akragas, chiamato anche San Leone, scorre a Nord Ovest dello scalo e con i suoi depositi contribuisce a creare vari fenomeni di inquinamento, contro il verificarsi dei quali si sono battute le associazioni ambientaliste locali. Anni fa, nel porto agrigentino si verificò uno strano fenomeno che non si è ancora riusciti a spiegare: si era, infatti, improvvisamente, prodotta una forte corrente che trascinava l’acqua dall’interno del porto verso il mare aperto. In pratica sembrava che il mare venisse aspirato e portato all’esterno. Un fatto inconsueto, accaduto una volta sola e che non si è più ripetuto, almeno a San Leone, mentre in altre località siciliane della costa sud e nell’isola di Lampedusa, qualche volta si è verificato. In un certo senso è simile al “marrobbio”, cioè quando accade che il livello del mare si modifichi bruscamente, anche in misura notevole. Alle barche in transito, dirette a San Leone, si offrono vari approdi sia per chi proviene da Est, con i porti di Marzamemi, Marina di Ragusa, Licata, sia per chi proviene da Ovest, a partire da Trapani: Marsala, Mazara del Vallo, Sciacca, Porto Empedocle. Sorto negli anni ’80, il porto turistico consente l’ormeggio a un massimo di 700 imbarcazioni fino a 25 metri e dispone di uno scivolo per gommoni e piccole imbarcazioni. Il fondale sabbioso varia tra 1,5 e 3,9 metri. Con 4 pontili galleggianti, la banchina di ponente – che costituisce uno dei tre bracci del molo di sopraflutto – può ospitare fino a 250 imbarcazioni. Purtroppo, però, in tempi recenti, ha subìto un notevole insabbiamento che rende l’ingresso al porto più difficoltoso. Un pontile è gestito dallo Yachting Club S. Leone, gli altri tre da privati. La banchina di levante dispone, invece, di sei pontili galleggianti gestiti da privati che offrono anche agli yacht in transito la possibilità di ormeggio. Sono forniti di acqua, illuminazione e servizio di guardianaggio. Inoltre, l’Associazione Mare Nostrum offre ai diportisti in transito vari servizi come cambusa, visite guidate, docce, lavanderia, parrucchiere e wifi.La banchina nord è affidata alla Lega Navale di Agrigento e Porto Empedocle. Non mancano, in zona, soprattutto d’estate, bar, ristoranti e locali di divertimento anche se, come in tante altre località costiere italiane, rimane ancora da risolvere il problema di conciliarenel modo migliore la salvaguardia dell’ambiente con le esigenze di turisti e villeggianti. Verso la fine dell’anno 2021, la Regione Siciliana ha stanziato un fondo di 1.200.000 euro per il ripristino, la sicurezza e l’efficienza di questo approdo strategico, fondamentale per la costa sud siciliana. Prevista anche la riqualificazione dell’area portuale e un intervento sulla mantellata del molo di ponente, danneggiata dalle forti mareggiate. Tra le opere sono comprese anche l’illuminazione del porto e una maggiore funzionalità, mediante la realizzazione di un parcheggio e di altri servizi. Ora i lavori sono quasi del tutto completati, compresa l’illuminazione e alcune opere di arredo urbano come la collocazione delle fioriere e delle panchine.Di fondamentale importanza è risultato soprattutto il completamento del molo di ponente, in precedenza danneggiato dalle burrasche e ora, invece, reso molto più sicuro. Permane, purtroppo, ancora il problema dell’insabbiamento all’imboccatura del porto per cui si consiglia di entrare mantenendosi verso il centro-destra e, in uscita, al contrario, verso centro-sinistra. Le opere da realizzare o da completare sono ancora tante: si spera che la recente assegnazione alla città di Luigi Pirandello del prestigioso titolo di capitale italiana della cultura per l’anno 2025 possa contribuire notevolmente al suo sviluppo economico e, in genere, al miglioramento generale dei beni culturali e delle infrastrutture. Questo articolo ti è piaciuto? Condividilo!
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