Intervista al sindaco di Capri Marino Lembo di Nautica Editrice il 29 Feb 2024 Marino Lembo è sindaco di Capri dal 2019 Marino Lembo, sindaco di Capri Da allora ha operato con la consapevolezza di ricoprire un ruolo diverso da quello di colleghi di altri piccoli comuni: l’amministrazione municipale caprese, infatti, non deve occuparsi soltanto dei circa 7000 residenti e dei servizi pubblici ad essi dovuti, ma anche delle migliaia di visitatori che hanno fatto dell’isola un’autentica capitale mondiale del turismo, in particolare di quello nautico. Nell’intervista concessa a Nautica spiega le ragioni che lo hanno indotto, d’intesa con il collega Alessandro Scoppa del Comune di Anacapri (altri 6.800 abitanti) a sostenere il progetto dell’Area Marina Protetta elaborato dall’ISPRA, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale sottoposto alla vigilanza del Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. Sindaco Lembo, perché creare un’Area Marina Protetta a Capri? Per proteggere il mare dell’isola. L’AMP vuol essere uno strumento di difesa. Che cosa intende dire? Che dobbiamo trovare il modo migliore per proteggere l’ambiente marino, la sicurezza e le attività socio-economiche. Ci stiamo lavorando d’intesa con gli esperti dell’ISPRA, cercando di tenere in considerazione le esigenze di tutti. Tra gli operatori turistici che svolgono attività di charter, noleggio e locazione, e tra gli stessi diportisti è diffuso il timore che l’isola diventi per loro off-limits. Possibile? Timori infondati. Noi non allontaniamo nessuno, cerchiamo solo il modo di regolamentare l’afflusso, nell’interesse di tutti. Ma l’arrivo di turisti non rappresenta un’opportunità per l’isola? Certo. Ma ci sono giornate di sovraffollamento insostenibile, e non possiamo non intervenire. Mi risulta che l’estate scorsa c’è stato un giorno in cui, nel tratto di mare tra Punta Campanella e Capri, sono transitate duemila barche. E non è un numero gettato a caso, sono state inquadrate da telecamere e contate. Quali problemi crea all’isola l’afflusso di tante barche? Spesso le barche in arrivo si sovrappongono nelle visite alle grotte, agli anfratti più esclusivi, e creano traffico nei tratti di costa scelti per far scendere a terra le persone, come nella baia tra i Faraglioni e Cala Ventrosa. Per non dire delle violazioni ai limiti di velocità, del mancato rispetto della distanza dalla costa, degli ancoraggi in zone vietate per il pericolo di caduta massi, delle moto d’acqua che terrorizzano i bagnanti. Purtroppo, in certe condizioni neanche i controlli delle autorità di polizia si rivelano sufficienti, perciò è giunto il momento di istituire nuove regole e farle rispettare, in nome della sicurezza e della salvaguardia ambientale. Gli operatori del charter sostengono di avere migliaia di dipendenti da salvaguardare e di contribuire, con le gite a Capri, a sviluppare l’economia del territorio. Lei che dice? Dico che i posti di lavoro si salvano rispettando le nuove regole che andremo ad introdurre. Noi e l’ISPRA non vogliamo certo chiudere l’isola al turismo né compromettere le attività economiche e l’occupazione. Tutt’altro. Vogliamo solo regolamentare. Siamo consapevoli che il Prodotto Capri va valorizzato. E lo faremo anche con l’area marina protetta. Leggi anche l’articolo sull’INCHIESTA SULL’AREA MARINA PROTETTA DI CAPRI Cosa dicono i VIP sull’eventuale progetto dell’AREA MARINA PROTETTA DI CAPRI Questo articolo ti è piaciuto? Condividilo!
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