Il mare del futuro, dall’eolico galleggiante agli arcipelaghi energetici di Andrea Mancini il 29 Mar 2024 Il panorama marino è destinato a cambiare Così come è accaduto per alcune delle nostre montagne, anche il panorama marino lungo le nostre coste è destinato a cambiare con la presenza di turbine eoliche che svettano sulla superficie del mare. Che, magari, fanno da corona a delle vere e proprie isole artificiali dove le navi attraccano per fare rifornimento. Prima di dire che sono brutte e deturpano il paesaggio, andiamo a vedere di cosa si tratta. Nei mari del Nord, le wind farm - i parchi eolici - fanno già parte del paesaggio marino. Il mare ricopre oltre il 70% della superficie terrestre e, fino ad oggi, le sue immense risorse sono state sfruttate solo in minima parte. Di contro, la continua crescita della popolazione e delle attività umane sta spingendo sempre di più a cercare spazio e risorse proprio in mare. Lo sanno bene le società energetiche che investono enormi risorse per cercare nuovi giacimenti di petrolio o gas in tutti i mari del mondo, oppure per installare impianti per la produzione di energia rinnovabile da onde, correnti e vento. Il 5 ottobre 2023, lungo un tratto della variante della SS106 Jonica, Taranto-Reggio Calabria, il traffico rimase bloccato per ore a causa di un enorme camion che trasportava una gigantesca pala eolica, rimastoincastrato in una curva. Questa foto fa capire più di tante parole perché sulla terraferma, diversamente che in mare, le dimensioni degli impianti eolici non posso crescere più di tanto. Ma il mare significa anche nuovi spazi per moltissime attività umane, esistenti oppure ancora tutte da inventare. Non a caso l’Europa, con la direttiva 89/2014 ha imposto ai paesi dell'UE di elaborare piani di gestione dello spazio marittimo nei quali mappare le attività umane nelle proprie acque marine e identificare il loro sviluppo territoriale futuro più efficace. Nei 27 punti di considerazione iniziali, il Parlamento “evidenzia il rapido ed elevato incremento della domanda di spazio marittimo per insediare diverse attività, come gli impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili, la prospezione e lo sfruttamento di petrolio e gas naturali, il trasporto marittimo e le attività di pesca, la conservazione degli ecosistemi e della biodiversità, l'estrazione di materie prime, il turismo, gli impianti di acquacoltura e il patrimonio culturale sottomarino”. Tutto ciò significa che sarà sempre più frequente incontrare in mare non solo una quantità sempre maggiore di piattaforme di estrazione di petrolio o gas, che comunque sono limitate a quelle zone ricche di questi combustibili fossili, ma anche impianti eolici offshore posizionati in alto mare. Così come impianti di acquacultura e tutte quelle altre infrastrutture alle quali abbiamo già accennato. Insomma, almeno per alcune zone, dovremo abituarci a un profondo cambiamento del panorama marino. Un po' come è già avvenuto in alcune aree del Mare del Nord dove, guardando verso il largo, è possibile osservare decine e decine di... Vuoi continuare a leggere? Scarica Nautica Digital Questo articolo è disponibile solo per gli abbonati. Questo articolo ti è piaciuto? Condividilo!
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