Il GPS palmare in pesca di Nautica Editrice il 21 Ago 2016 Una tra le innovazioni tecnologiche che hanno letteralmente rivoluzionato la pesca, è il GPS palmare. Questo piccolissimo strumento non solo è in grado di darci la posizione costante dell’imbarcazione, ma consente tutta una serie di operazioni che hanno reso semplicissimo ritrovare un punto in mezzo al mare. Prima dell’avvento di questo sistema di posizionamento, era stato ideato il Loran, molto meno preciso e che comunque dopo qualche anno è andato in disuso. Ma tornando ancora indietro nel tempo, l’unico sistema per ritornare su un punto in mezzo al mare erano le mire a terra; sistema di rilevamento di allineamenti sulla costa, che richiedeva una particolare memoria fotografica ed un’esperienza non indifferente. La grande limitazione delle mire a terra era la distanza, ovviamente senza una visibilità particolareggiata della costa, era impossibile rilevare gli allineamenti. Il GPS ha completamente rivoluzionato il ritrovamento delle poste di pesca e il palmare, proprio per la sua peculiarità di poter essere trasportato e quindi utilizzato su qualunque imbarcazione, risulta versatile e preciso e permette di avere sempre con sé il proprio archivio punti. L’impiego del GPS palmare, come accennato, non si limita a dare posizione e informazioni generali sulla navigazione, ma deve essere inteso come un database per la memorizzazione dei punti interessanti per la pesca. La scoperta di tali punti deve essere effettuata basandosi sulle carte nautiche e utilizzando l’ecoscandaglio. Lo studio delle carte nautiche è basilare per trovare le aree interessanti da esaminare con l’ecoscandaglio e successivamente estrapolare dei punti da memorizzare sul GPS. È proprio la conoscenza dello strumento che permette di creare delle vere e proprie “strade” da percorrere per seguire le cigliate delle secche o le batimetriche. Nella pratica bisogna partire dalla carta nautica, individuando la zona che potrebbe essere idonea. Mediante le comuni operazioni di carteggio, si ricava un punto nave e si memorizza nello strumento. Una volta recatisi sul punto, con la carta nautica davanti, si cerca di percorrere le linee batimetriche che delimitano la secca o la cigliata, procedendo a zig zag e scandagliando accuratamente. Nel frattempo si memorizzano i punti che in prima analisi ci possono sembrare interessanti. In questo modo creeremo una mappa costituita da punti memorizzati, che potremo seguire in seguito. Il GPS palmare, pratico e versatile, può diventare la banca dati di tutte le zone che abitualmente frequentiamo, ed è un validissimo aiuto nella normale navigazione. Questo articolo ti è piaciuto? Condividilo!