Traina d’altura ai tonni di branco di Nautica Editrice il 21 Ago 2016 L’obiettivo principale della traina d’altura in Mediterraneo è il tonno rosso, meglio conosciuto nel mondo come bluefin. È il tonno che raggiunge le massime dimensioni ed è anche uno dei pesci più grandi che solcano gli oceani. Nel Mediterraneo può raggiungere i 400 chilogrammi di peso, ma esemplari di tali dimensioni sono ormai divenuti rarissimi e come pescatori sportivi ci possiamo accontentare di quelli definiti “di branco” che pesano tra i 20 e i 40 chilogrammi. Sono proprio questi gli obiettivi più abbordabili in traina, sia perché si spostano in fitti banchi composti da numerosissimi esemplari, sia perché sono facilmente sedotti dalle esche artificiali. La traina ai tonni di branco s’imposta al tavolino, scegliendo le aree di pesca in base alle batimetriche. Dalle esperienze accumulate, infatti, si è notato che gli spostamenti di questi pesci avvengono prevalentemente intorno alle batimetriche dei 1000 metri, con le dovute eccezioni, in base alle caratteristiche dell’area geografica. Il periodo di maggior passaggio dei tonni di branco è compreso tra luglio e ottobre, ma vi sono zone, come il basso Adriatico e lo Ionio in cui già da aprile avviene il primo accostamento. Una volta trovata la zona di attività dei tonni di branco, è possibile praticare la traina d’altura con una buona percentuale di ferrate, per tutta la stagione. Nonostante la traina d’altura non sia una novità assoluta, ci sono moltissimi piccoli particolari, messi a punto negli ultimi tempi, che possono essere presi come consiglio per ottimizzare la pesca. In genere si suddividono le esche in superficiali e affondanti: le prime si preferiscono quando si avvertono “movimenti” in superficie, mentre le seconde quando si traina al “buio”, ovvero senza scorgere segnali di attività predatoria sulla superficie dell’acqua. Nella traina con esche di superficie l’accessorio che si è rivelato vincente, è il teaser a barra. Questo richiamo ha dato incredibili risultati, fino ad assicurare le ferrate soltanto sulle esche trainate nelle sue immediate vicinanze. Il teaser deve essere calato al centro della poppa e calato al termine della scia dei motori, in modo da continuare la scia di schiuma creata dalla barca. A 3-4 metri dal teaser si calano le due esche più vicine. Le esche che, in tale posizione, hanno dato i migliori risultati sono le teste bubble o i jet. Le esche successive vanno calate a circa 20 metri dalle due più vicine e dovranno essere minnow affondanti da 14 o 18 centimetri. Se si ha la possibilità di calare altre due esche sui divergenti o su altri alloggi orientabili, si opterà per altri jet o kona, calati a circa 40 metri dalle due esche intermedie. Nel caso non si decida di pescare con il teaser a barra, anche due teaser composti da aeroplanino o topolino e fila di octopus, possono andar bene. In questo caso andranno filati ai lati della poppa e le esche più vicine, posizionate dietro ai teaser.La traina con i minnow, ovvero con esche affondanti, è invece più tranquilla e pulita. La batteria di canne si posiziona sempre a V con vertice alla poppa, ma non è necessario l’ausilio di teaser. Sulla velocità di traina c’è da considerare che i minnow, se ci troviamo in presenza di onda formata, tendono a uscire dall’acqua oltre una certa velocità. Di conseguenza, in tale situazione, sarà necessario abbassare le lenze verso l’acqua mediante portacanna orizzontali o pinze di sgancio. Nel calare le esche è sempre importante considerare che nelle curve strette le esche interne dovranno passare sotto le lenze di quelle più esterne, quindi bisognerà ottimizzare le distanze tra le esche e l’altezza delle canne. La pesca vera e propria non deve basarsi sugli avvistamenti, che spesso non sono rilevanti ai fini delle catture, ma sulle batimetriche da seguire. Giunti sul luogo prescelto o consigliato, si calano le esche e ci si mette in pesca a una velocità di circa 6-8 nodi. Sulla velocità di traina c’è da considerare che i minnow, se ci troviamo in presenza di onda formata, tendono a uscire dall’acqua oltre una certa velocità. Impostate le esche si comincia a procedere seguendo mediante il plotter, con la funzione “traccia” inserita, delle linee parallele che seguano le batimetriche, in modo da ispezionare un’ampia fascia d’acqua che copra l’area prescelta. In pratica, seguendo le linee che la traccia crea sulla carta elettronica si dovrebbe formare un rettangolo sulla batimetrica. La pesca si effettua con l’ecoscandaglio impostato con una scala fino a 40 metri, in modo da avere una visione ottimale della fascia d’acqua che ci interessa. Questo articolo ti è piaciuto? Condividilo!