Il gozzo per la pesca di Nautica Editrice il 21 Ago 2016 Quando il mare era dominio indiscusso dei pescatori professionisti e di pochi fortunati, le imbarcazioni in circolazione erano esclusivamente quelle tradizionali, tra cui primeggiava il gozzo. Questa tipologia è sempre stata la barca da pesca per eccellenza, quella che affonda le proprie radici nelle origini della navigazione, soprattutto nella sua tipologia più classica, ovvero motorizzata con un piccolo entrobordo diesel. Il gozzo classico è costruito interamente in legno, da maestri d’ascia con tradizione antichissima. Ai giorni nostri la costruzione in legno è diventata quasi proibitiva, ma la tradizione viene tenuta viva, da piccoli e grandi cantieri sparsi lungo tutte le nostre coste. In particolare la Liguria e la Campania, sono le regioni che mantengono viva la tradizione del gozzo in legno, producendo veri e propri gioielli da amatore. La struttura originaria del gozzo e soprattutto le tecniche di costruzione, sono state sedotte dalla tecnologia e la vetroresina è entrata prepotentemente anche in questo settore, ma nonostante il parziale abbandono del legno, le caratteristiche specifiche del gozzo non cambiano. La particolare struttura del gozzo e la capacità di assorbire le onde mantenendo una buona stabilità, lo rendono quanto di meglio ci sia per la navigazione costiera e la pesca a breve e medio raggio. Il particolare stile di navigazione del gozzo, dovuto alle sue linee d’acqua e al notevole dislocamento, offrono una buona stabilità anche a bassa velocità, cosa che una barca planante non riesce ad avere con la stessa disinvoltura. Questo agevola notevolmente l’azione di traina, consentendo di mantenere la direzione impostata, anche con agenti atmosferici avversi. Naturalmente, sia per i gozzi più tradizionali in legno, che per quelli in vetroresina rivisti e corretti dalla moderna cantieristica, esistono diverse tipologie di allestimento della coperta, offrendo diverse possibilità di spazi e gavoni. La particolarità che rende unica questa barca è la carena. Generalmente le carene dei gozzi sono dislocanti, con chiglia molto accentuata. Tali carene, unitamente al peso dell’imbarcazione, sono le più apprezzate dai pescatori di professione, perché oltre a dare stabilità in navigazione, consentono di lavorare liberamente a bordo senza che la barca risenta eccessivamente degli spostamenti dei pesi. Qualunque siano le linee d’acqua e l’allestimento, su un gozzo gli spazi per montare gli accessori da pesca non mancano mai. Ma mentre apprezziamo la versatilità, la polivalenza e le prestazioni dei moderni gozzi plananti, il vecchio e tradizionale gozzo in legno, lento e sbuffante con il suo motore diesel, rollante ma sicuro con la sua carena a doppia punta, rappresenta sempre la più bella immagine dell’andar per mare. Dopo tutto questa è la vera tradizione della pesca in mare. Ovviamente, data la limitazione della velocità, gli spostamenti richiedono maggior pazienza, a proprio favore però i gozzi hanno sempre l’ottima stabilità con qualsiasi condizione di mare, consumi bassissimi e con timone e barra offrono la possibilità di pescare in solitario con estrema facilità. Questo articolo ti è piaciuto? Condividilo!